Sul Nuovo Pignone si ricomincia da capo
PIOMBINO 5 giugno 2019 – Sono trascorsi undici mesi da quando la Regione Toscana approvò un accordo di programma con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, per la realizzazione di aree per la logistica industriale nel Porto di Piombino, con il quale prendeva atto che il costo dell’opera era pari a 49.307.475 euro dei quali 39.445.980 euro a carico del bilancio regionale e 9.861.495 a carico della stessa Autorità. Si trattava di realizzare le infrastrutture necessarie all’insediamento del Nuovo Pignone nei 20 ettari richiesti nel 2016 da Generale Electric Oil &Gas – Nuovo Pignone (Ge Oil&Gas — NP) e ad essa assegnati dall’Autorità portuale, allora solo di Piombino, nello stesso anno per permettere operazioni di logistica industriale quali operazioni di assemblaggio, montaggio e collaudo di apparecchiature meccaniche, elettriche e di controllo.
Ebbene quell’accordo non è mai stato firmato e così il 3 giugno di quest’anno la Regione ne ha approvato un altro che cancella quello vecchio. Il costo degli interventi diminuisce di molto perché oggi è stimato in 22.745.000 euro, dei quali 18.196.000 a carico del bilancio regionale e 4.549.000 a carico della stessa Autorità.
Evidentemente il progetto precedente è stato revisionato “in ragione delle mutate esigenze di assetto logistico industriale sull’area di che trattasi” ed oggi consiste nella completa infrastrutturazione di un’area di circa 20 ettari e nel completamento della viabilità di accesso alla stessa. In questa versione del progetto, la stessa superficie di intervento del precedente, è stata suddivisa in tre macro-lotti attraverso la realizzazione di una viabilità perimetrale pubblica direttamente connessa alla viabilità di accesso.
Il finanziamento della Regione Toscana è condizionato sia al rispetto delle condizioni attuative della disciplina comunitaria in materia di Aiuti di Stato sia alla verifica dell’iter di aggiornamento del Programma di Attuazione Regionale del Fondo di Sviluppo e Coesione dello Stato italiano.
L’ Autorità portuale procederà alla realizzazione dell’intervento previa acquisizione dei pareri e nulla osta richiesti dalla legislazione vigente e previa verifica della effettiva copertura finanziaria e all’espletamento delle procedure di gara. Il cronoprogramma, dopo ‘esecuzione di questi passaggi, prevede un anno di tempo per l’esecuzione dei lavori.
Gli interventi consistono in:
- suddivisione dell’area in 3 macrolotti indipendenti, denominati A, B e C, e la loro completa infrastrutturazione:
─ predisposizione per il passaggio dei cavi elettrici, degli impianti idrici e di rete (cavidotti interrati);
─ realizzazione della rete di raccolta acque meteoriche,
─ realizzazione della rete impianto antincendio con esclusione degli impianti meccanici
─ pavimentazione flessibile in conglomerato bituminoso
─ recinzione di ciascun macrolotto completa di cancelli carrabili e pedonali, - completamento della viabilità di accesso alle aree della Darsena Nord e nuova opera di presa a mare della Agroittica,
- realizzazione della viabilità perimetrale di accesso ai macrolotti e alla banchina della darsena Nord,
- sistemazione a verde.
Le immagini seguenti illustrano nell’ordine
- la planimetria della zona interessata dall’intervento.
- la planimetria di progetto con la viabilità perimetrale e la suddivisione in macrolotti:
Il gruppo Ge Oil&Gas, attraverso Nuovo Pignone, aveva formalizzato nel luglio 2016 (cfr l’articolo di Stile libero Idee dalla Val di Cornia Terreni per GE: c’è ancora l’acqua e manca la strada, ndr) la richiesta per avere in concessione 200mila metri quadri nel porto di Piombino per mettere in pratica il progetto, annunciato nel marzo 2015, di un polo di assemblaggio di moduli industriali per la produzione di energia e gas.
Naturalmente la Regione Toscana si era affrettato a dire che “Gli interventi realizzati sulle infrastrutture portuali consentiranno di accogliere a breve le nuove attività di demolizione e costruzione delle navi e, dall’altro, e di completare le banchine finali entro la fine del 2018, al fine di poter insediare le attività previste da Ge».
Da parte sua il commissario straordinario dell’Autorità portuale di Piombino Luciano Guerrieri aveva sottolineato come l’ente fosse “fortemente impegnato a garantire il completamento delle infrastrutture previste nei tempi, peraltro molto stretti, necessari all’investimento ed alle commesse già acquisite dal proponente”.
Anche il sindaco di Piombino Massimo Giuliani interveniva ricordando: “Quanto previsto dall’Accordo di Programma del 12 agosto 2013 in termini di infrastrutture portuali è stato già interamente realizzato e consentirà, da un lato, di accogliere a breve le nuove attività di Ship Recycling (quindi demolizioni ma anche costruzioni e refitting) e, dall’altro, di completare le banchine finali in due fasi, entro l’inizio e la fine del 2018, al fine di poter insediare le attività previste da GE”.
Nel sito web dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale si può leggere ancora: “Il tempo complessivo necessario per realizzare le opere infrastrutturali sopradescritte è stato stimato in circa 18 mesi naturali e consecutivi per la realizzazione di tutte le opere underground a cui andranno sommati ulteriori 12 mesi per la realizzazione delle opere overground a cura del futuro concessionario dell’area. Si prevede di bandire la gara entro il primo semestre dell’anno 2018.
L’importo delle opere underground oggetto della procedura di gara è stimato in circa 40 milioni di euro”.
E si può vedere l’illustrazione seguente:
A tutto questo si è poi aggiunto il fatto che nel 2017 un progetto del Nuovo Pignone, insieme ad altre cinque aziende collegate (Costruzioni geometra Vettorini Pietro, BCUBE, Ellegi Service, Briel, S.A.O.), aveva ottenuto per questo insediamento finanziamenti regionali pari a 7.711.023,55 euro ma evidentemente ha rinunciato ed i soldi non sono mai stati erogati e spesi.