Sul piano paesaggistico nessuna celebrazione

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pervenuta in redazione

CAMPIGLIA 28 mar­zo 2015 — Il Piano Pae­sag­gis­ti­co del­la Regione Toscana è sta­to approva­to dopo qua­si quat­tro anni dal­l’ap­provazione del­l’at­to di ind­i­riz­zo in Con­siglio regionale nel 2011.
“Non mi sento.…di fare alcu­na cel­e­brazione clam­orosa, né retor­i­ca, di questo esi­to. Rag­giun­gere questo risul­ta­to è sta­to dif­fi­cile e aspro, né sono state risolte tutte le con­trad­dizioni”.
Queste parole del­l’Asses­sore Anna Mar­son illus­tra­no per­fet­ta­mente la posizione del Comi­ta­to per Campiglia ad approvazione avvenu­ta del Piano. Infat­ti è inutile nascon­der­si che sono state introdotte rozze e peri­colose cor­rezioni volute da alcu­ni politi­ci elet­ti che si sono riv­e­lati difen­sori e por­tav­oce non tan­to di esi­gen­ze del mon­do del lavoro, ma del­l’in­ter­esse pri­va­to di alcu­ni grup­pi eco­nomi­ci non cer­to iden­ti­fi­ca­bili nel mon­do del­l’a­gri­coltura di qual­ità, o in quel­lo degli arti­giani del pat­ri­mo­nio lapi­deo, o infine in quel­lo degli impren­di­tori di un tur­is­mo non mas­si­fi­ca­to.
L’ap­provazione del Piano servirà a ben poco se non ver­ran­no atti­vati imme­di­ata­mente gli stru­men­ti già pre­visti, quali l’Osser­va­to­rio regionale del pae­sag­gio, in gra­do di fare del Piano uno stru­men­to in gra­do di fotogra­fare e rap­p­re­sentare in tem­po reale lo svilup­po del ter­ri­to­rio e “a man­tenere alta l’at­ten­zione intorno all’in­ter­pre­tazione che quo­tid­i­ana­mente, nei giorni e negli anni a venire, sarà data del piano stes­so e dei suoi contenuti”.(A. Mar­son).
Ma altre azioni pret­ta­mente politiche e par­titiche dimostr­eran­no se c’é l’in­ten­zione di portare avan­ti quan­to approva­to o se si spera in ritar­di attua­tivi, mod­i­fiche sur­ret­tizie e boicot­tag­gi vari che van­i­fichi­no tut­to quan­to rimane del Piano Pae­sag­gis­ti­co. Se infat­ti, con le prossime elezioni region­ali le for­mazioni politiche che fino ad oggi han­no gov­er­na­to la Toscana ripro­por­ran­no, in posizioni di rap­p­re­sen­tan­za o di ruo­lo pub­bli­co, i per­son­ag­gi che han­no dife­so a spa­da trat­ta, met­ten­do­ci la fac­cia, un mod­el­lo di svilup­po basato sul­la dife­sa “dei gran­di inter­es­si finanziari, trav­es­ti­ti da inter­es­si per lo svilup­po” (A. Mar­son), avre­mo ben poco da sper­are da ques­ta approvazione.
Siamo giun­ti infat­ti al pun­to che se l’opera di demolizione di un lavoro illus­tra­to e con­di­vi­so dai cit­ta­di­ni e dalle stesse isti­tuzioni (Giun­ta, Con­siglio, Com­mis­sioni, Sin­daci, asso­ci­azioni ecc.) in ogni sua tap­pa non è com­ple­ta­mente rius­ci­ta, è solo gra­zie all’op­po­sizione da parte del Min­is­tero dei Beni Cul­tur­ali a stravol­gi­men­ti rad­i­cali.
Questo sta a dimostrare, se ce ne fos­se anco­ra bisog­no, che l’au­tono­mia degli Enti locali, invece di essere uno stru­men­to di parte­ci­pazione e di conoscen­za e dife­sa del pat­ri­mo­nio pae­sag­gis­ti­co, sociale, cul­tur­ale, lavo­ra­ti­vo delle comu­nità, può diventare uno stru­men­to per­ver­so di dife­sa di inter­es­si eco­nomi­ci pri­vati, a meno che non vengano def­i­nite e gestite cor­ret­ta­mente le com­pe­ten­ze e i poteri dei vari liv­el­li isti­tuzion­ali : Sta­to, Regioni, Provin­cie (?), Comu­ni.

Comi­ta­to per Campiglia

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