Sul punto nascita grida manzoniane dal Comune
PIOMBINO 7 luglio 2017 — Come un mantra ricorrente torna l’annuncio della prossima chiusura del reparto maternità di Villamarina e tornano le grida degli amministratori locali contro questa chiusura ormai scontata. È dall’approvazione del decreto Balduzzi che questa chiusura è stata annunciata e sulle promesse di deroga si sono svolte campagne elettorali e carriere personali: tutto all’insegna della pura propaganda, dal momento che la chiusura del punto nascita è scritta nel decreto Balduzzi, è scritta nella riforma sanitaria regionale che ne accoglie le prescrizioni ed è scritta nei piani di ristrutturazione che a tale riforma hanno fatto seguito. Tant’è che la direttrice dell’ASL Toscana Nord-Ovest ha annunciato da mesi in una sede istituzionale locale la prossima e inevitabile chiusura del reparto, perchè sotto i mille parti/anno “non risultano garantiti criteri di efficienza e di sicurezza”. La nostra lista denuncia da tempo il sistematico impoverimento del servizio sanitario locale e il proliferare di strutture sanitarie private che si stanno sostituendo, per chi può permetterselo, alle strutture pubbliche. Mentre una percentuale crescente di cittadini sta rinunciando non solo alla prevenzione, ma addirittura alle cure. Si sta trasformando il diritto alla salute in un privilegio. Eppure i nostri amministratori continuano a parlare di “consolidamento dei servizi ed efficientamento dell’offerta sanitaria ” e accusano di populismo e demagogia chi, come Un’Altra Piombino, continua a denunciare la spoliazione del nostro ospedale e la drastica riduzione del servizio territoriale. “Il punto nascita non si tocca!” si torna a gridare: ma a noi sembra di leggere l’ennesima grida manzoniana. Se il sindaco vuole davvero salvare il reparto deve chiedere al governo (PD) di rivedere il decreto Balduzzi e di investire nella sanità anzichè continuare con drastici tagli, deve chiedere alla Regione Toscana (PD) di rivedere la sciagurata riforma sanitaria e deve dare le linee per la programmazione sanitaria territoriale, anzichè delegarla al direttore generale, il cui compito è solo quello di amministrare il servizio per farlo costare sempre meno. Deve gestire lui, nell’interesse del suo territorio e dei suoi cittadini, la riorganizzazione su due presidi, che sta risultando penalizzante per noi, anzichè aspettare che siano i dirigenti tecnici a farlo. Tutte le nostre richieste di lotta contro le sciagurate politiche governative e contro la pessima riforma regionale sono sempre state bocciate dal PD e dai suoi alleati locali. Ecco perchè non ci convincono gli annunci. Vogliamo atti concreti e non propaganda. Il nostro sindaco ci vedrebbe al suo fianco in una lotta coerente in difesa del nostro ospedale e dei nostri sevizi territoriali.