Sulla Concordia meno retorica e meno baldanza
PIOMBINO 10 gennaio 2014 — E dunque Franco Gabrielli, capo della Protezione civile, ha confermato, in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando e per la Costa l’amministratore delegato Michael Thamm ed il responsabile per la rimozione del relitto, Franco Porcellacchia, che a giugno la Concordia sarà rimossa dal Giglio. “Entro marzo puntiamo ad arrivare all’individuazione del porto di destinazione. Non ci sono decisioni definitive, tutte le cose sono al vaglio: immaginiamo di concludere l’iter e fornire indicazioni definitive con riferimento a questa scadenza temporale — ha aggiunto Gabrielli — La parte privata ha individuato oltre trenta soggetti che potevano essere nella condizione di manifestare interesse per lo smantellamento e riciclo della nave, 12 di questi porti, società e aziende che hanno manifestato il loro interesse, sono collocati in sei Paesi e cinque di queste società sono in territorio nazionale”.
“La scelta del porto, ha annunciato Costa, verrà ufficializzata tra metà e fine marzo.”.
Tra le nazioni, oltre all’Italia, anche la Norvergia, la Gran Bretagna, la Francia, la Turchia e la Cina. I porti italiani in lizza sono Piombino, Genova, Palermo e Civitavecchia.
Alcune riflessioni si rendono necessarie.
È evidente che la Regione, come del resto chiarito da tempo (per leggere clicca qui), non può decidere d’imperio dove smantellare la Concordia ma può solo autorizzare verificando che siano rispettate le norme di legge nonostante che il presidente Rossi abbia chiaramente detto che la nave naufragata al Giglio “è un rifiuto speciale sulla cui destinazione ha competenza la Regione e la Regione ha deciso lo smaltimento nel porto più vicino, vale a dire Piombino”. Ma del resto, contrariamente a ciò che aveva detto il presidente Rossi, la stessa Giunta regionale aveva scritto nella proposta di piano regionale dei rifiuti che la Regione ha nel campo dei rifiuti speciali solo un potere autorizzatorio non certamente impositivo di siti o altro. È evidente la confusione.
Ma è altrettanto evidente che anche tutte le sicurezze ampiamente diffuse sull’arrivo della Costa Concordia Piombino sono state proprio inopportune.
Ricordiamo che il sindaco Anselmi ebbe addirittura a dire intempestivamente: “…Il Consiglio dei Ministri ha deliberato ed emesso un comunicato stampa: la Costa Concordia sarà trasportata nel porto di Piombino per lo smaltimento, con Ordinanza di Protezione Civile saranno governate le opere per lo sviluppo di porto e infrastrutture e le risorse necessarie. Non e’ stato facile, ma il nostro destino e’ combattere, lo abbiamo fatto accanto ad Enrico Rossi e continueremo a farlo per il nostro territorio..”.
La smentita dei fatti fu chiara.
Per non dimenticare l’altra affermazione sempre del sindaco Anselmi: «“Le opere previste (banchina, fondali a ‑20, piazzali per 8 ettari) consentiranno (ci permettiamo di segnalare l’uso dell’indicativo) di accogliere in sicurezza il relitto ed avviare le complesse attività di smaltimento, per le quali il tessuto produttivo locale e regionale si dimostrerà assolutamente adeguato”.
La realtà è che i lavori nel porto e nel retroporto non sono ancora partiti, ben difficilmente saranno ad uno stadio avanzato a marzo e sarà ben arduo sostenere e adeguatamente motivare che è ragionevole portare la Costa Concordia ad essere smaltita in un porto e in attrezzature che non esistono.
Se non altro per rispetto delle persone meno retorica e meno baldanza sarebbero state e sarebbero ancora assai opportune.