Sulla Concordia, sul porto e sulla Lucchini
PIOMBINO 15 giugno 2013 — Desideriamo chiarire a tutti i cittadini che il decreto legge recentemente approvato dal Senato ed ora in discussione alla Camera non contiene soltanto le “disposizioni urgenti per il rilancio dell’area industriale di Piombino”, ma contiene anche disposizioni a tutela dell’ambiente per il Comune di Palermo e della Regione Campania, disposizioni straordinarie per Expò Milano 2015 ed infine disposizioni per favorire la ricostruzione delle zone terremotate d’Abruzzo. Il MoVimento 5 Stelle nazionale ha espresso forti critiche e dubbi a riguardo, in quanto, come è noto, i decreti legge hanno il carattere dell’urgenza e della straordinarietà, prevedendo deroghe alle leggi e agli iter ordinari. Le opere che sono contenute nel testo di legge saranno realizzate talvolta eludendo le procedure di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), sbloccando enormi finanziamenti e appalti sotto la sola supervisione di Commissari Straordinari. Sono opere fortemente impattanti per l’ambiente e richiedono ingenti fondi per essere completate, perciò la riflessione e i dubbi sollevati sono più che leciti, affinché il tutto si svolga nella maniera più congrua e trasparente possibile. Il MoVimento 5 Stelle Piombino, a differenza di quanto molti possano pensare, non è solo il cosiddetto “partito del NO”, ma si muove in modo tale da avere il maggior numero di informazioni possibile al fine di trarne delle conclusioni ragionate e non aprioristiche, da tifosi. Il nostro primo passo è stato quello di richiedere un incontro con Guerrieri, presidente dell’Autorità Portuale di Piombino, che ci ha illustrato il Piano Regolatore del Porto e ci ha fornito alcune informazioni relativamente al progetto di smaltimento della Costa Concordia. Veniamo al dunque: quanti posti di lavoro creerebbe l’arrivo della ormai blasonata nave da crociera? E saranno posti di lavoro duraturi? La risposta di Guerrieri a tale domanda è stata: circa 200 posti di lavoro, di cui almeno 50 occupati da operai specializzati, esterni alla nostra città, per un periodo non superiore ai 2 anni. Ricordiamo inoltre che il nostro porto non è al momento assolutamente attrezzato per smaltire una nave di tale portata e che per adeguarlo occorrono tempistiche non compatibili con la messa in navigazione della Concordia dal Giglio. Vogliamo anche ricordare che all’interno della nave ci sono diversi tipi di materiali, il cui smaltimento dovrà essere portato a termine in maniera adeguata al loro grado di tossicità, e visto che Piombino non è in grado neanche di sostenere un’adeguata gestione dei rifiuti urbani (la discarica è sotto gli occhi e il naso di tutti) figuriamoci impegnarsi in smaltimenti più impegnativi. Per queste ragioni siamo convinti che la soluzione ai problemi economici di Piombino non sia rappresentata dallo smaltimento del relitto. Il secondo passo è stato recarci all’Isola del Giglio per incontrare il Sindaco, ponendogli delle domande circa l’inquinamento provocato dalla presenza della nave durante l’anno, e abbiamo avuto la sensazione che la sua unica preoccupazione fosse quella di rimuovere la nave in fretta. Non ha dimostrato interessi particolari relativamente alla destinazione del relitto per lo smantellamento, la priorità è che sia allontanata dall’isola. Il nostro terzo passo è stato contattare il deputato del M5S Samuele Segoni, membro della Commissione Ambiente, nonché geologo, per analizzare al meglio il progetto del porto. Ciò che in sostanza ci ha riferito Samuele, dopo aver partecipato ad un tavolo tecnico organizzato a Piombino alla presenza del Ministro dell’Ambiente A. Orlando e del Presidente della Regione Toscana E. Rossi, è che l’arrivo della Concordia a Piombino prevedrebbe la nascita di un centro smaltimento grandi navi, in virtù di una possibile legge europea che vincolerebbe la costruzione delle nuove navi in funzione del più facile riciclo e smaltimento a fine vita. Noi ci domandiamo: e quelle di vecchia generazione? Le petroliere? Le grandi navi mercantili? Sarà Piombino che smaltirà, a due passi dalla costa est e dal Santuario dei Cetacei, le petroliere di tutta Europa? A questo punto abbiamo maturato il nostro fermo NO alla Concordia a Piombino. Non riteniamo che Piombino meriti per il suo sviluppo futuro di diventare il centro di smaltimento delle navi provenienti da tutta Europa, accettando talvolta anche navi altamente inquinanti e contribuendo a distruggere tutte quelle bellezze naturali che ancora fortunatamente abbiamo. Quando il deputato Segoni ci ha informato che alcuni esponenti siciliani rivendicavano la Concordia nel porto di Palermo, noi non ci siamo opposti, perciò i parlamentari non hanno sollevato obiezioni ai loro colleghi. Oltre a valutare le conseguenze per la nostra città, dobbiamo anche imparare a considerare tali provvedimenti in relazione a tutta la comunità, non solo al nostro orticello. Il porto di Palermo è già attrezzato con cantieri navali all’altezza di tale progetto, senza necessità di modificare Piani Regolatori e VIE per accaparrarsi il relitto. Inoltre a Palermo sarà Fincantieri ad occuparsi dello smaltimento, con il parere favorevole di Costa Crociere. Ricordiamo poi che i dubbi sulla scelta di Piombino sono stati sollevati anche da deputati PD, tra i quali Faraoni, sempre a causa di tempistiche non coincidenti con la rimozione e impiego di risorse non economicamente convenienti. Capitolo Porto: siamo a favore dell’ampliamento dell’area portuale e soprattutto di quella retro portuale. Riteniamo che tale opera sia necessaria per attuare finalmente una diversificazione economica del territorio, seppur in ritardo di almeno 20 anni, visto che improntare l’economia nella nostra città soltanto sulla Lucchini ci ha portato ai risultati disastrosi che purtroppo noi tutti oggi conosciamo. La nostra idea di ampliamento portuale è improntata su due fronti: da un lato vorremmo avere un maggiore sviluppo del settore turistico, dall’altro invece vorremmo riuscire a rendere appetibili le aree retro portuali per l’insediamento di molte piccole e medie imprese. Ci rendiamo perfettamente conto che i terreni retro portuali non potranno essere convertiti in prati verdi, spiagge o parchi giochi. Proponiamo proprio in virtù di questo l’utilizzo di tali aree per nuovi insediamenti imprenditoriali, che creino un tessuto produttivo capace di reimpiegare non soltanto gli eventuali esuberi della fabbrica Lucchini, ma anche e soprattutto di assorbire i moltissimi giovani piombinesi disoccupati, costretti a lasciare la città per cercare fortuna altrove. Il decreto consente di sbloccare i fondi necessari alla costruzione di tale opera indipendentemente dalla Concordia, che rappresenta solo un vezzo aggiuntivo, perciò siamo perfettamente d’accordo che il porto e l’infrastruttura viaria “398” siano realizzati, in quanto indispensabili per Piombino, soprattutto da quando, grazie ad un emendamento, tale strada è stata svincolata dal progetto dell’Autostrada Tirrenica. Ciò che ci sta a cuore tuttavia è che la realizzazione del porto sia effettuata nel pieno rispetto ambientale, data la presenza del rischio di erosione, aspetto che, attraverso la nomina di E. Rossi come unico Commissario Straordinario, non ci tranquillizza. Rossi non è affatto super partes e non ha le competenze specifiche per vigilare sull’avanzamento dei lavori. La richiesta che avevamo inoltrato al nostro deputato Segoni era quindi quella di affiancare al Presidente della regione Toscana un supervisore per il rispetto ambientale, esterno alla politica. Per quanto riguarda infine la situazione della Lucchini, abbiamo in mente un nuovo sviluppo per Piombino: una verticalizzazione che permetta di produrre beni ad alto valore aggiunto. La città sta attraversando uno dei momenti più bui della sua storia. Già in passato Piombino ha dovuto rimboccarsi le maniche e ripartire in seguito ad eventi che l’avevano messa in ginocchio (la fine della 2° Guerra Mondiale, con il bombardamento dei suoi stabilimenti, la temporanea chiusura della Magona e la più recente privatizzazione dell’Ilva, che ha portato ad un forte ridimensionamento in termini occupazionali del polo siderurgico). E’ stata sempre capace di ripartire, ma la situazione di crisi odierna ha delle cause ben diverse da quelle di allora, perciò per cercare di risollevarsi, Piombino dovrà adottare piani di sviluppo diversi e coraggiosi. Dovremmo essere capaci di attuare una pianificazione territoriale, in modo che le scelte importanti non siano effettuate in maniera improvvisata, sgombrando la mente da soluzioni assistenzialistiche, oggi non più accettabili e ripercorribili. Riteniamo che l’eventuale perdita del ciclo integrale dello stabilimento, potrebbe essere resa meno catastrofica in termini occupazionali se venisse compensata dall’insediamento di piccole e medie imprese nelle aree limitrofe ai laminatoi. Piombino, secondo produttore di acciaio in Italia, difetta della mancanza di strutture che completino il suo ciclo produttivo, neo che penalizza in termini economici lo stabilimento, costretto a vendere a prezzi decisamente inferiori la propria merce “grezza”, indirizzandola attraverso i mezzi di trasporto gommati, ferroviari e navali in altri siti lontani per essere lavorata. L’insediamento di nuove imprese che attuino la verticalizzazione citata all’interno dell’area Lucchini potrebbe rappresentare per il nostro comprensorio un’opportunità importante in termini di esportazioni di prodotti finiti verso nuovi clienti nazionali ed esteri, sfruttando per il trasporto dei prodotti finiti la vicinanza del porto commerciale. In secondo luogo questi nuovi insediamenti produttivi renderebbero la bonifica delle aree interessate non difficile e onerosa, dal momento che rimarrebbe invariata la destinazione d’uso industriale di tali zone. L’appetibilità potrebbe essere valutata anche da altri insediamenti in zona e da nuovi investitori locali, magari già attuali clienti della Lucchini, che avrebbero l’occasione di ritrovarsi a produrre direttamente in zone limitrofe al loro fornitore e a canali di distribuzione quali ferrovia e porto. Se invece nuovi eventi europei porteranno a sbloccare finanziamenti diretti verso il salvataggio dell’intero ciclo produttivo, ci auguriamo che questi rilancino le aree a caldo attraverso l’adozione di modelli di produzioni meno inquinanti, tra i quali il Finex. Sarebbe auspicabile anche un laminatoio per piani a caldo, in modo da poter stabilire accordi con Arcelor-Mittal e completare il loro ciclo produttivo legando due realtà per troppo tempo divise. Il MoVimento 5 Stelle, da sempre, ha un occhio di riguardo per l’aspetto ambientale, perché ritiene che esso sia la chiave per poter preservare il territorio per le generazioni future, consentendo di migliorare la nostra salute. A tal proposito desideriamo segnalare a tutti i cittadini lo studio SENTIERI del 2011 (facilmente rintracciabile in rete) in cui la zona di Piombino è stata analizzata, insieme ad altri Sin italiani, per la forte concentrazione dell’inquinamento da metalli pesanti ed è tristemente caratterizzata da un alto tasso di malattie tumorali, soprattutto di tipo respiratorio. E’ per tutti questi motivi che la salute e l’ambiente sono prioritari, anche nella definizione delle linee da seguire in termini di sostegno al lavoro.
MOVIMENTO 5 STELLE PIOMBINO