Sulla sanità tutto completamente da rifare

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PIOMBINO 9 aprile 2015 — La val­u­tazione polit­i­ca che la lista civi­ca Un’altra Piom­bi­no fa del­la legge di riordi­no approva­ta l’11 mar­zo 2015 è sostanzial­mente e con­vin­ta­mente neg­a­ti­va: una legge approva­ta, come è sta­to det­to da più par­ti, in fret­ta e furia, pre­cip­i­tosa­mente, tan­to che le dis­po­sizioni abboz­zano il quadro piut­tosto che definir­lo.
Una legge, che, sec­on­do la definizione di Gavi­no Macioc­co, “seg­na una delle pagine più oscure del­la san­ità toscana”, e che ha taglia­to fuori, nel suo stes­so iter, pro­prio col­oro che la san­ità la fan­no e col­oro che del­la san­ità han­no bisog­no: una legge nata, pare, per dec­retare la fine del­la san­ità come servizio pub­bli­co. Chi­unque assumerà il gov­er­no del­la Regione Toscana dovrà rimet­ter­ci le mani.
Non ci con­vin­cono queste tre aree vaste, lon­tane, lon­tanis­sime dai ter­ri­tori (o baci­ni di uten­za che vogliamo chia­mar­li); non ci con­vin­cono e non ci piac­ciono questi tre gran-diret­tori, né pos­si­amo aval­lare il molti­pli­car­si delle far­ragi­nosità di una macchi­na a scapi­to dei servizi; non ci con­vince quel­lo che è sta­to pen­sato per il Pron­to Soc­cor­so e per i medici di famiglia e non vogliamo neanche pen­sare a cosa suc­ced­erebbe se si venisse a creare un vuo­to di assis­ten­za dalle ore 24.00 alle ore 8.00.
Ma sarebbe lun­go entrare nel mer­i­to di tut­to. Nel­lo speci­fi­co ci doman­di­amo se ques­ta legge fac­cia bene a Piom­bi­no: cre­di­amo di no. L’alta mor­tal­ità, denun­ci­a­ta in un arti­co­lo recente, nel­la nos­tra zona, come anche una realtà che vede sem­pre più l’esigenza di repar­ti di lun­gode­gen­za per anziani malati, recla­mano per­cor­si chiari e azioni con­crete che con­trasti­no lo sman­tel­la­men­to in atto e che la legge di riordi­no non fa che inten­si­fi­care.
Invi­ti­amo quin­di il Sin­da­co Mas­si­mo Giu­liani e la Giun­ta a riflet­tere bene pri­ma di fir­mare qualunque doc­u­men­to che rischi di com­pro­met­tere o di peg­gio­rare una situ­azione che la cit­tà vive già come gravis­si­ma e in grande sof­feren­za.
Ma, in par­ti­co­lare, chiedi­amo
1. che il Sin­da­co e la Giun­ta fac­ciano chiarez­za sulle zone di com­pe­ten­za di tut­ti i servizi che riguardano i nos­tri cit­ta­di­ni e che vengano in tem­pi rapi­di a riferirne nelle sedi isti­tuzion­ali;
2. che si torni a val­utare la pos­si­bil­ità di una strut­tura ospedaliera bari­cen­tri­ca rispet­to al nos­tro ter­ri­to­rio, che si col­lochi tra Livorno, Pisa e Gros­se­to, che sia in gra­do di assi­cu­rare, in prospet­ti­va, un trat­ta­men­to il più uni­forme pos­si­bile a tut­ti i cit­ta­di­ni e che ovvii alla dram­mat­i­ca estinzione in atto delle spe­cial­is­tiche ove la sede ospedaliera non ‘con­tenga’ un baci­no di uten­za fino alle 100 mila unità.
3. che ven­ga pro­prio dal Comune di Piom­bi­no un’istanza di un sup­ple­men­to d’istruttoria in Regione, che for­muli, attra­ver­so doc­u­men­tazione e argo­men­ti det­tagliati, un prog­et­to arti­co­la­to che ten­ga con­to di tutte le speci­ficità di un ter­ri­to­rio come il nos­tro.

Mari­na Riccucci,lista civi­ca Un’altra Piom­bi­no

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