Sull’area di crisi si deposita un altro protocollo
PIOMBINO 31 gennaio 2014 — È stato firmato recentemente e pubblicizzato con grande clamore un protocollo di intesa relativo agli interventi per la riqualificazione e la riconversione del polo industriale di Piombino (per leggere clicca qui).
I firmatari sono i ministeri dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dell’ambiente nonché la Regione Toscana, la Provincia di Livorno, i Comune e l’ Autorità portuale di Piombino.
È giustificato tanto clamore?
Che cosa c’è davvero scritto?
Il protocollo dichiara che gli enti firmatari sono impegnati a determinare le condizioni di stabile e duratura operatività del polo siderurguci di Piombino mediante un piano complessivo che prevede azioni come l’innovazione dei processi industriali siderurgici, la realizzazione degli interventi di implementazione infrastrutturale del porto di Piombino, il sostegno delle iniziative imprenditoriali volte alla diversificazioine produttiva previa bonifica e ripristino ambientale, interventi per la riqualificazione professionale dei soggetti da riorientare professionalmente. Per questo viene istituito un Gruppo di coordinamento e controllo che procede alla definizione del Progetto di riqualificazione e riconversione industriale (PRRI) avvalendosi di due Agenzie nazionali, Invitalia e Sogesid, società in house dei ministeri dello sviluppo economico e dell’ambiente.
Per quel che riguarda i finanziamenti niente più che generici riferimenti al piano d’azione della siderurgia, che finanziamenti propri non ha, a Horizon 2020 che riguarda e finanzia i progetti di ricerca e fondi europei, nazionali e regionali.
Di concreto ben poco, dato che non siamo nemmeno all’inizio della procedura prevista per le zone di crisi industriale complessa da cui quel protocollo nasce (https://www.stileliberonews.org/venduto-come-manna-ma-cosa-e-questarticolo-27/). In realtà nessun protocollo è citato in quella procedura e non siamo nemmeno al decreto che il Ministero dello sviluppo economico deve emanare per prevedere la costituzione di un Gruppo di coordinamento e controllo e affidare all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, S.p.A., Invitalia, l’incarico di elaborare una proposta di PRRI.
Né tantomeno alla proposta di PRRI che deve indicare:
i fabbisogni di riqualificazione del comparto o dei comparti interessati dalla crisi;
i settori produttivi verso i quali indirizzare la riconversione dell’area di crisi;
le azioni da intraprendere per la riqualificazione ovvero riconversione dell’area di crisi, per la promozione di nuovi investimenti, per il sostegno della ricerca industriale e dello sviluppo sperimentale, per la riqualificazione del personale, per l’allocazione degli addetti in esubero, per la realizzazione delle opere infrastrutturali;
la strumentazione e le risorse finanziarie regionali e nazionali attivabili;
le eventuali proposte normative ed amministrative strettamente funzionali alle azioni proposte;
i soggetti da coinvolgere nell’Accordo di Programma ivi compresa l’eventuale partecipazione delle società regionali;
le modalità attuative del PRRI.
Proposta di PRRI che deve essere approvata dal Gruppo prima che Invitalia nei cinque mesi successivi proceda alla redazione definitiva da tradurre poi in un accordo di programma previo ulteriore passaggio dal Gruppo.
I tempi non sono certamente quelli rapidissimi dichiarati a margine della firma.
Solo una supposizione, che non trova spazio nel protocollo, quella del presidente Rossi che parlando dei finanziamenti previsti ha affermato : «..si tratta di incentivi che potranno ammontare a circa 110 milioni, di cui 40–50 da parte della Regione e altrettanti dal Governo, più il ricorso ai fondi comunitari necessari per la formazione e per gli interventi di tutela ambientale…».
Così come non si trova traccia nello stesso protocollo dell’annuncio sempre del presidente Rossi che parlando proprio degli interventi di tutela ambientale ha aggiunto che sarebbe stata attivata una collaborazione con l’Università di Pisa e la Scuola Superiore S.Anna di Pisa, con il coordinamento di Logistica Toscana.
E così spunta, difficile dire a quale titolo, un nuovo protagonista, Logistica Toscana (http://www.logisticatoscana.it): si tratta di una società, di cui sono soci le Camere di commercio toscane e la Regione Toscana, che ha come finalità lo studio, la promozione e lo sviluppo della logistica. Ma anche di essa nel protocolo non sta scritto niente.