Sulle cave si impegnano, si impegnano.…

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CAMPIGLIA 6 dicem­bre 2014 — La mag­gio­ran­za ha approva­to, per la quar­ta vol­ta in tre anni, un ordine del giorno pre­sen­ta­to dal nos­tro grup­po che impeg­na la Giun­ta a dis­cutere in Con­siglio delle cave e delle miniere. Fin’ora non lo han­no fat­to. Il prob­le­ma non è solo for­male. Non dis­cutere di cave ha un pre­ciso sig­ni­fi­ca­to: las­cia­re che il tem­po trascor­ra per giun­gere al ter­mine delle con­ces­sioni e rin­no­var­le sot­to il ricat­to occu­pazionale. E’ già accadu­to per la miniera del­la Spin­osa e, se non ci saran­no inizia­tive, accadrà così anche per le cave di Monte Calvi e Monte Vale­rio le cui con­ces­sioni scadono rispet­ti­va­mente nel 2018 e nel 2020.
Nel frat­tem­po la Regione nel 2007 ha approva­to ind­i­rizzi per quan­tifi­care i fab­bisog­ni (che ovvi­a­mente oggi sono privi di attendibil­ità) deman­dan­do poi alle Province il com­pi­to di fare piani per local­iz­zare le cave. Sono pas­sati 6 anni e la Provin­cia di Livorno non ha fat­to nul­la. Ora annun­cia l’adozione di un Piano dicen­do che “è sta­ta pre­ce­du­ta da un lun­go iter tec­ni­co e politi­co pre­lim­inare che ha coin­volto le autorità locali”. Non sap­pi­amo chi siano le autorità locali, ma di sicuro non lo è il nos­tro Con­siglio Comu­nale che di questi argo­men­ti non ha mai dis­cus­so. A sen­tire il Sin­da­co sem­bra che nep­pure la Giun­ta ne sap­pia molto. Non ci mer­av­iglierem­mo però se dopo anni di silen­zio decidessero di approvare il piano in fret­ta e furia riducen­do la dis­cus­sione ad una pura for­mal­ità.
Nel frat­tem­po i prob­le­mi incom­bono. Il set­tore estrat­ti­vo ha subito gli effet­ti del­la crisi dell’edilizia. Dalle cave, in con­trasto con leg­gi del­la regione, si con­tin­u­ano a scav­are mas­si per le gran­di opere marit­time anziché uti­liz­zare i rifiu­ti indus­tri­ali vici­ni al por­to di Piom­bi­no, nonos­tante sia sta­to real­iz­za­to con sol­di pub­bli­ci l’impianto TAP che dove­va servire esat­ta­mente per questo. La cava di Monte Calvi è sta­ta rad­doppi­a­ta nel 2004 dopo che era sta­ta trasfor­ma­ta da cava di cal­care per la sola indus­tria, com’era in orig­ine, in una grande cava che vende cal­care sul mer­ca­to nazionale con impli­cazioni neg­a­tive sull’ambiente sul futuro pro­dut­ti­vo del­la siderur­gia.
Nes­suna prospet­ti­va di ricon­ver­sione pro­dut­ti­va e occu­pazionale, nep­pure parziale, è sta­ta sino ad oggi elab­o­ra­ta dalle imp­rese o sol­lecita­ta dall’amministrazione. Si attende.
Non sap­pi­amo come il piano provin­ciale affron­ti questi prob­le­mi. Han­no pub­bli­ca­to i doc­u­men­ti sul sito web del Comune solo dopo la nos­tra richi­es­ta. Ce li andremo a vedere e fare­mo le nos­tre val­u­tazioni, speran­do che se ne pos­sa dis­cutere presto in Con­siglio. Ma intan­to sono sta­ti per­si anni preziosi sen­za che sia sta­ta nep­pure immag­i­na­ta qualche prospet­ti­va di ricon­ver­sione pro­dut­ti­va ed occu­pazionale.

Comune dei Cit­ta­di­ni

 

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