Suvereto dice no a due nuove cave
SUVERETO 10 febbraio 2018 — Com’è noto, la Regione Toscana sta predisponendo il nuovo piano regionale cave ( PRC). Il PRC individua sul territorio i giacimenti in cui sono riscontrabili sostanze utili ai fini estrattivi, entro i cui perimetri i Comuni possono individuare le aree a destinazione estrattiva.
Nella fase di predisposizione del PRC è arrivata richiesta nel Comune di Suvereto dell’inserimento di due giacimenti, per cui la Regione ha chiesto al Comune di esprimere un orientamento in merito. Trattasi di due aree situate in loc. Monte Calvi e in loc. Palazzotto dove sono riscontrabili calcare e sabbia e ghiaia alluvionale.
“L’inserimento di un sito del genere nel piano regionale delle cave aprirebbe in futuro scenari devastanti per un Comune come Suvereto dove gli indirizzi politici di governo del territorio sono centrati oggi più che mai su agricoltura di qualità, turismo sostenibile, sentieristica, termalismo, enogastronomia e paesaggio, incompatibili con attività estrattive di tipo massimo come sono calcare, ghiaia o sabbie, diversamente da quelle ornamentali che già esistono e che hanno comunque un impatto più limitato e un ritmo meno invasivo.
La nuova economia che anche grazie all’impegno dell’amministrazione comunale si va consolidando nel territorio di Suvereto, adesso interessato anche da un movimento positivo sul piano demografico e occupazionale, risulterebbe fortemente, direttamente o potenzialmente danneggiata dalle nuove previsioni estrattive.
Il versante suveretano del Monte Calvi costituisce il principale polmone verde, con rilevanti interessi geologici e naturalistici, che, a differenza di quello occidentale ormai irrimediabilmente compromesso dal prolungarsi delle attività estrattive, costituisce una straordinaria risorsa turistica e agro-ambientale, un’area su cui si snoda gran parte della rete sentieristica comunale e ove insistono aziende agricole biologiche, agriturismi e altre produzioni di qualità.
La località Palazzotto, già in passato sede di attività della Sales, poi dismessa per volontà dell’amministrazione comunale, si trova ai margini del parco interprovinciale di Montioni e adiacente al fiume Cornia e al torrente Milia che rappresentano per il territorio due rilevanti assi di valore ambientale, storico e naturale. Anche qui insistono sul territorio di San Lorenzo aziende vitivinicole di eccezionale significatività – si pensi all’azienda agricola Petra con la grande cantina disegnata dall’architetto internazionale Mario Botta. Questo tratto fluviale costituisce inoltre, proprio per la presenza stratificata di ghiaie e sabbie, una essenziale fonte di ravvenamento delle falde freatiche della Val di Cornia, legate a un delicato equilibrio assicurato proprio dal tratto di fiume tra Palazzotto e Forni, che sarebbe pericolosissimo alterare.
Le importanti certificazioni ambientali e/o promozionali (bandiera arancione, borghi più belli, città slow, città del vino, città dell’olio) di cui può fregiarsi il territorio di Suvereto sono aspetti che rendono totalmente incompatibile le proposte per l’inserimento nel piano di nuove aree ricadenti nel nostro Comune in cui è previsto un insediamento termale già autorizzato dalla Regione in adiacenza del Palazzotto.
In tutto questo quadro, che si regge su una elevata qualità paesaggistica del territorio comunale, sostenuta per oltre vent’anni dalle amministrazioni comunali di Suvereto e che oggi ha prodotto risultati rilevanti in termini di economia agricola e turistica, il parere non può che essere decisamente contrario. Per questo l’amministrazione comunale porta la proposta arrivata all’attenzione pubblica affinché, a rinforzare il parere negativo della giunta comunale, si possano attivare percorsi partecipativi al fine di scongiurare una prospettiva che costituirebbe un danno per il territorio, per l’ambiente, il paesaggio e l’economia locale, senza dimenticare che ampliare l’estrazione di inerti contrasta con il progetto di RiMateria che come mission principale ha proprio il recupero e la trasformazione degli scarti della lavorazione industriale al fine di produrre materiale per riempimenti per limitare le escavazioni sul territorio della Val di Cornia.