Suvereto: le maschere del Partito Democratico
SUVERETO 12 maggio 2019 — Oggi come allora.
Nel 2013 il Partito Democratico decise di chiudere il Comune di Suvereto e di fronte alla nascita del Comitato NO FUSIONE pensò – goffamente — di mascherarsi dietro un Comitato SI FUSIONE, composto dagli stessi attivisti di partito.
Sappiamo come è andata.
L’anno successivo il Comitato NO FUSIONE generò la lista civica Assemblea Popolare di Suvereto ed il Partito Democratico, certo della sconfitta, presentò una lista senza il suo nome.
Ricordiamo come è andata.
Oggi, dopo cinque anni di governo libero e obiettivamente positivo di Assemblea Popolare, il PD ha inventato la storia della divisione di Suvereto e si è presentato sotto la falsa veste di lista civica, aprendo addirittura una sede civetta di fronte alla propria. Ha inoltre pensato di trovare la candidatura nel volto nuovo di una signora che abita (e vota) altrove e si è presentata nel paese solo all’inizio della campagna elettorale.
Perché il Partito egemone negli ultimi anni continua a nascondersi e a tentare di far credere di essere altro?
La risposta è facile: perché sa di non essere credibile e di avere trascinato questo territorio nella palude di una crisi economica, sociale e ambientale drammatica con scelte dissennate.
Tornando alla ferita, per niente rimarginata, del tentativo di fusione, non ho osservato alcun ripensamento da parte di chi l’ha sostenuta. Rispetto la loro coerenza e loro legittima idea, ma trovo singolare che oggi quelle stesse persone sostengano o siano nella lista che si candida a governare il Comune che volevano sopprimere.
I mandanti del tentativo di eliminazione di Suvereto sono ancora al loro posto nella federazione del PD e gli esecutori di quel tentativo sono nella lista PD o la sostengono.
Quando quel tentativo fu messo in atto ricordo centinaia di donne, uomini, anziani, ragazzi che decisero di uscire dalle loro case, scendere per le strade e salire sulle barricate in difesa della loro comunità. Mi chiedo dove era allora l’attuale candidata del Partito Democratico/UniAmo Suvereto.
Di sicuro so dove era Jessica Pasquini e la gente di Assemblea Popolare.
Alessandro Camerini, già coordinatore del Comitato No Fusione
(Foto di Pino Bertelli)
Alessandro Camerini quello che scrivi mi stupisce e siccome i social sono fatti per interagire facciamolo, perdonami la lunghezza. Da quello che scrivi si capisce che ti aspettavi un competitore diverso e trovarti davanti una candidata credibile che capeggia una lista di persone fresche e piene di idee un po’ ti ha spiazzato. Quella che hai scritto è una lettera che trasuda paura, come interpretare altrimenti questo tentativo un po’ goffo e peloso di riportare il dibattito al 2013. Quel periodo ormai è chiuso è giunto il momento che si smetta di considerarlo l’anno zero. Nel 2013 c’è stato semplicemente un esercizio democratico (referendum) dove certo, ci sono stati vincitori e vinti ma nessuno ha vinto il diritto di arrogare a sé il potere di togliere il diritto di cittadinanza alle persone. Che idea della democrazia è quella che ti porta a pensare che chi sostiene un’idea seppur risultata minoritaria debba chiedere scusa. Esiste un bel detto che dovremmo ricordarci più spesso “non condivido ciò che dici ma mi batterò con tutte le mie forze perché tu possa dirlo”. Ti chiedi perché il partito egemone non si presenta con il proprio simbolo ma si nasconde. Questa domanda mi fa capire che conosci la storia amministrativa di Suvereto meno della signora arrivata ultimamente come la definisci tu. La risposta sta nella storia di questo partito perché A SUVERETO NON LO HA MAI FATTO ha sempre volutamente rinunciato all’arroganza dell’autosufficienza anche quando i numeri lo permettevano. Trovami te se ne sei capace quando il partito si è presentato solo e con il proprio simbolo (allego una foto che ti aiuterà). Quando non c’è stata unità nella scelta del candidato com’è successo nel 1994 non sono stati fatti caminetti o riunioni carbonare ma primarie aperte nelle quali vinse per un voto Giampaolo sostenuto con forza da Rossano sindaco uscente. Questa è la storia, quella che viene raccontata dalla tua parte è una versione che vi è certo più comoda ma totalmente di fantasia. Nell’era dell’elezione diretta dei sindaci, che una volta eletti avranno in mano il pallino delle decisioni, scommettere su una persona indipendente che si chiami Rossano o Cristina poco importa è una scelta coraggiosa non vigliacca come te vuoi far credere. Finisci dicendo che ami Suvereto allora se questo è il sentimento smettila di parlare alla pancia, basta con queste chiamate alle armi, comincia a scorrere i nomi delle persone presenti nella lista Uniamo Suvereto guarda i volti (perché è questo che sono volti non maschere) come delle persone che la sostengono e vedrai che ci troverai tanti di quegli uomini e di quelle donne che citi nel finale della tua lettera che archiviato quel periodo ora hanno scelto liberamente si sostenere un progetto diverso da quello di Aps ma che ha la stessa dignità. Cristina Solignani non è più straniera di Giuliano Parodi che molti cittadini hanno conosciuto solo al momento della candidatura a sindaco. Le persone che da fuori sono venute a Suvereto sono sempre state accolte come un valore aggiunto per questa comunità (potrei farti decine di nomi della politica come del volontariato) come è possibile considerare Cristina una straniera. Accetta la realtà e insieme ai tuoi racconta di come avete fatto la storia, come amate ripetere, o di quello che volete fare per il futuro e se davvero volete bene a Suvereto liberatevi dei vostri fantasmi. Saranno i cittadini a decidere e che vinca il migliore.