Tante parole ma le “Partecipate” sopravvivono
PIOMBINO 15 gennaio 2015 — Nelle linee programmatiche per la legislatura 2014/2019 dei Comuni della Val di Cornia non si affronta il problema delle società partecipate che pur tuttavia è all’attenzione della politica a livello nazionale e regionale. Addirittura il Presidente Rossi ha dichiarato di voler ritirare la Regione da tutte quelle aziende dove la Regione è socia con un’unica eccezione, la Fidi. Vedremo se davvero succederà ma in ogni caso il tema è sul tavolo. Non solo per la Regione. Per i Sindaci dei Comuni della Val di Cornia, che ad ogni piè sospinto si lanciano a parlare di innovazione, questo sarebbe un impegno davvero innovativo. Ma non ne parlano, almeno per ora, come se il problema non ci fosse o fosse da traguardare in tempi storici.
Eppure una novità della quale non possono non tenere conto c’è.
La legge di stabilità recentemente approvata l’ha affrontato il tema delle partecipate, anche se non in maniera onnicomprensiva e risolutiva come Cottarelli nella spending review aveva proposto.
Stabilisce infatti che (per quel che ci interessa ci riferiamo ai Comuni) deve essere avviato un processo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute, in modo da conseguire la riduzione delle stesse entro il 31 dicembre 2015, anche tenendo conto dei seguenti criteri:
a) eliminazione delle società e delle partecipazioni societarie non indispensabili al perseguimento delle proprie finalità istituzionali, anche mediante messa in liquidazione o cessione;
b) soppressione delle società che risultino composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti;
c) eliminazione delle partecipazioni detenute in società che svolgono attività analoghe o similari a quelle svolte da altre società partecipate o da enti pubblici strumentali, anche mediante operazioni di fusione o di internalizzazione delle funzioni;
d) aggregazione di società di servizi pubblici locali di rilevanza economica;
e) contenimento dei costi di funzionamento, anche mediante riorganizzazione degli organi amministrativi e di controllo e delle strutture aziendali, nonché attraverso la riduzione delle relative remunerazioni.
Per fare solo qualche esempio locale non può non essere aperta una discussione riguardante la TAP che non ha dipendenti ma contemporaneamente ha cinque consiglieri e cinque sindaci revisori, la SEFI che opera come società strumentale del Comune di Campiglia in campi come la gestione della farmacia comunale e dei servizi culturali e contemporaneamente svolge un’ attività di mercato come quella fieristica, la Patrimoniale che è società strumentale del Comune di Piombino in servizi che lo stesso Comune può svolgere direttamente dopo che la sua funzione fondamentale, quella di vendere il patrimonio abitativo comunale è terminato con il rientro di quel patrimonio nella disponibilità comunale, l’Asiu che tra le sue partecipazioni azionarie ha anche le azioni della Banca Popolare di Vicenza, l’ATM che non ha dipendenti ma in compenso un consiglio di 3 membri ai quali si aggiungono cinque sindaci revisori, l’ASA che ha un consiglio di sorveglianza di dieci membri ed un consiglio di gestione di tre.
I tempi sono ristretti perché entro il 31 marzo 2015 i Comuni debbono definire ed approvare un piano operativo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute, le modalità e i tempi di attuazione, nonché l’esposizione in dettaglio dei risparmi da conseguire. Tale piano, corredato di un’apposita relazione tecnica, è trasmesso alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei conti.
Parliamo pure di innovazione: sarebbe molto innovativo che il tema delle partecipate diventasse l’argomento di una discussione politica tra le diverse forze politiche e che si confrontassero tesi magari diverse.
In caso contrario l’innovazione andrà a farsi friggere.