Tanti motivi per essere con i metalmeccanici
LIVORNO 2 dicembre 2015 — Il Partito Comunista esprime solidarietà con i lavoratori metalmeccanici di Piombino e della Val di Cornia che scendono in sciopero il 2 dicembre per la difesa dei posti di lavoro, del grande patrimonio industriale esistente nella zona e per un nuovo e articolato sviluppo economico di tutto il comprensorio. Il Partito Comunista invita tutta la popolazione ad affiancarsi ai metalmeccanici in questa mobilitazione. La mobilitazione del 2 dicembre è uno dei molti episodi di lotta di resistenza che i lavoratori stanno sviluppando nel paese, nelle fabbriche contro i piani di svendita del grande capitale, nella scuola e nella sanità contro i tagli ai servizi operati dal governo nel pubblico impiego per il contratto di lavoro e il recupero dei tagli salariali. In Val di Cornia, la “crisi economica” non ha colpito duramente solo l’ ex Lucchini (oggi Aferpi), mettendo in discussione da 3.000 a 4.000 posti di lavoro, ma colpisce duramente anche la Magona (oggi Arcelor-Mittal), le ditte in appalto nelle aziende maggiori, le piccole imprese che comunque facevano o ancora fanno parte dello “indotto allargato” , e di riflesso tutto il settore del commercio e dei servizi della zona, che si sta sgretolando per mancanza di denaro circolante causato dal pesante ridimensionamento della massa salariale . Piombino sta giocando una partita per la sopravvivenza! Non è una “crisi”, è una rapina a mano armata su scala globale e locale: una rapina che il capitale monopolistico finanziario mette in atto contro operai, proletari , ex ceti medi in via di proletarizzazione. I soldi non sono spariti, solo che i ricchi ne hanno molti di più, i proletari molti di meno. Le armi che il capitale sta usando per questa rapina sono i regolamenti bancari e finanziari imposti da organismi sovranazionali non eletti da nessuno (come la Troika per i paesi europei) che hanno distrutto la sovranità monetaria e politica dei paesi soggiogati, premiando i grandi capitali a danno della stragrande maggioranza delle popolazioni. E dove non basta l’ arma dei regolamenti, si passa alle armi vere e proprie’, con l’ uso del terrorismo, con le stragi, con i bombardamenti. Ci sono anche cause nazionali e locali che rendono la rapina particolarmente pesante in Italia e nella nostra zona.. I Governi di centro destra e centro sinistra hanno rinunciato a qualsiasi ruolo di difesa del nostro apparato produttivo, lasciandolo in balia di un mercato globale senza regole ( se non quella del più forte). Un settore strategico come quello dell’ acciaio è stato abbandonato alla deriva e ai “capricci” finanziari delle multinazionali, mentre i governi mettevano la testa sotto la sabbia e assecondavano ciecamente le antipopolari politiche restrittive dell’ Unione Europea, divenute particolarmente pesanti con l’ avvento del PD al governo (legge Fornero, Jobs act, tagli alla sanità, blocco dei contratti del pubblico impiego, etc etc); contemporaneamente si regalavano miliardi alle banche, ai giocatori d’ azzardo, ai grandi evasori fiscali e si potenziavano le spese militari per la partecipazione alle aggressioni imperialiste I rappresentati regionali e locali del partito renziano stanno spudoratamente ingannando la nostra popolazione, dando credibilità ad un piano industriale, quale quello presentato da Cevital per il “salvataggio” del settore siderurgico, giustamente e prontamente criticato dai lavoratori della “Minoranza sindacale – Camping CIG”; piano industriale che il nostro partito ritiene inconsistente sul piano tecnico-economico, falso nelle previsioni sui tempi di attuazione (già smentite dai fatti), ambiguo per la situazione politico-finanziaria dell’ imprenditore Rebrab nel suo paese d’origine, illusorio per le promesse occupazionali che non potrà mantenere, pericoloso per l’ ampio accaparramento di aree portuali e demaniali che possono pregiudicare altri filoni di sviluppo economico per Piombino. Anche alcuni personaggi ai vertici sindacali zonali assolvono questa funzione di mistificazione e hanno concretamente contribuito a narcotizzare il potenziale di lotta degli operai, ad isolare le singole situazioni di conflitto, a gestire ogni azienda in crisi come un caso a sé, in cui ogni organizzazione sindacale cercava di “salvare i suoi”. L’ avere firmato accordi che frantumavano il fronte tra lavoratori ex Lucchini in contratto di solidarietà, quelli in cassa integrazione e quelli delle ditte d’ appalto abbandonati al loro destino, è stato il primo grande peccato originale nella partita del trapasso tra ex Lucchini e Aferpi-Cevital; come l’ aver tenuto “in sordina” la crisi in Arcelor-Mittal, isolando i suoi lavoratori dalla città, dai lavoratori “della casa accanto” ( le Acciaierie), e da tutte le altre crisi di piccole e medie aziende che non sono mancate nel nostro territorio; o come non aver chiamato i lavoratori di Livorno e di Piombino (due poli di pesantissima crisi nella stessa provincia) a momenti unitari di mobilitazione. Tutto ciò ha disarticolato e fortemente indebolito il fronte di lotta, creando disillusione e ripiegamento. Obiettivi di lotta concreti e unificanti sono stati elaborati e proposti dal movimento, sia dentro che fuori dalle istanze sindacali. Ne ricordiamo alcuni. Misure straordinarie e immediate di tutela di un reddito di dignità per chiunque sia colpito da licenziamento, cassa integrazione, contratto di solidarietà, anche a fronte della erogazione di attività di pubblica utilità; idem in caso di fallimento di piccole imprese artigiane, commerciali o dei servizi. Gestione trasparente dei criteri di selezione per il rientro al lavoro dei cassa-integrati . Controllo operaio e popolare sull’ andamento delle bonifiche nelle aree dismesse, anche ai fini sanitari; sull’ utilizzo dei fondi pubblici per il rilancio economico della zona; sulla riassunzione prioritaria dei lavoratori della zona che hanno perso il lavoro. Blocco di ogni eventuale trasferimento e svendita di impianti dismessi in assenza dell’ avvio di attività alternative. Cessione in uso agli imprenditori delle aree portuali e demaniali in misura ben delimitata e scaglionata in periodi successivi, secondo l’ effettiva concreta attuazione di programmi di sviluppo di attività produttive e dell’ occupazione. Allineamento dei prezzi dell’ energia elettrica alle migliori condizioni. Finanziamento e attuazione della nuova viabilità a servizio del Porto e della urbanizzazione delle aree destinate a nuove attività produttive. L’ unità tra i lavoratori e il coordinamento delle lotte sono l’ unica via per fermare i piani deleteri dei capitalisti e accumulare energie per rovesciare i rapporti di forza. Contro gli attacchi padronali, il proletariato ha due armi fondamentali: la solidarietà di classe e l’ organizzazione delle lotte. Oggi è necessario mettere in rete le lotte, unire i lavoratori al di là delle singole sigle sindacali, delle singole aziende e delle diverse categorie . “Se colpiscono uno colpiscono tutti” è il motto del Coordinamento Lavoratori Livornesi che abbiamo apprezzato. Occorre costruire organismi zonali di rappresentanza dei lavoratori in lotta in cui si pratica l’ unità “dal basso” tra lavoratori dell’ industria, dell’ agricoltura, del commercio, dei servizi. Occorre unire e dirigere le lotte che altri vogliono dividere e subordinare. Occorre passare al contrattacco: alla lotta di classe che ci fa il padrone si risponde con la lotta di classe di un Fronte Unito di Lavoratori.
Partito Comunista Federazione di Livorno