Tanti tavoli ma la situazione peggiora sempre più
PIOMBINO 18 marzo 2016 — Un altro incontro interlocutorio. L’ennesimo. Ancora niente di fatto sulla 398. Ancora niente sul tema energetico. Ancora niente sulle bonifiche, per le quali siamo ancora ai progetti preliminari.
In un Paese normale, quando di mezzo ci sono interessi strategici come lo è l’ industria siderurgica, in crisi e sotto attacco per il damping cinese, dovrebbe scattare una azione non solo di difesa ma anche di politiche attive.
È il Governo che deve esigere il rispetto degli accordi e deve mettere in atto tutte le azioni affinchè gli accordi si tramutino in fatti: ma questo non sta avvenendo.
A rendere più pesanti le incertezze è notizia di ieri che per difficoltà nei rifornimenti, il treno di laminazione TPP fermerà per un periodo imprecisato.
Noi riteniamo necessario
- che ci sia un intervento urgente e deciso da parte del Governo, con lo stanziamento di risorse aggiuntive per un esteso programma di bonifica del territorio e con tempi certi ;
- che si dia attuazione all’impegno di finanziare la ss398;
- che si faccia un decreto per un prezzo dell’energia che la Magona aspetta da due anni, dopo promesse non mantenute.
Qui si sta andando di tavolo in tavolo, senza che tempi certi e impegni concreti vengano mai definiti. Per quanto riguarda Aferpi, sappiamo benissimo che il progetto complessivo è complicato e che avviene in un momento non buono per il mercato siderurgico, ma la domanda che sorge è come questo scenario non fosse presente fin dall’inizio . Ora chiediamo fatti, di parole se ne dette anche troppe. Piombino vuol sapere se ripartirà la siderurgia e quali prospettive concrete ci sono per l’indotto che soffre una situazione drammatica. Rebrab ha avuto la disponibilità di 65 milioni di dollari: buona notizia, certo, ma si parlava di 600 milioni di euro solo per Aferpi e 270 milioni di euro per il progetto agro-industriale e la logistica. Ancora non sappiamo niente del forno elettrico e per l’agro-industria non c’è ancora nessun progetto.
Per Arcelor_Mittal non c è futuro senza investimenti e innovazione. Da 10 anni ormai non si fa che ridurre il numero degli occupati, con forti scompensi tra impiegati e operai. Sta anche venendo meno quel livello utile di ricambio e professionalità fondamentale in una industria. La domanda è: cosa vuole fare Arcelor –Mittal della Magona? L’azienda chiede che il prezzo dell’energia sia uguale alla concorrenza (e qui il governo è il grande assente) e la possibilità di utilizzare ancora la solidarietà, ma non basta. Ci vuole anche un piano di rilancio dello stabilimento proprio per rendere migliore quello che ci fa stare sul mercato: la qualità e l’innovazione.
- Carla Bezzini è consigliera comunale di Un’Altra Piombino