TRA OTTOBRE E DICEMBRE UN INCREDIBILE NUMERO DI BALZELLI

Tasse, da incubo gli ultimi mesi dell’anno

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PIOMBINO 15 otto­bre 2014 – Tut­to in poco più di due mesi: un incred­i­bile numero di balzel­li con­cen­trati nel­la parte finale dell’anno. L’esempio di come ormai non esista più non un banale cal­en­dario che pos­sa per­me­t­tere di pro­gram­mare gli even­ti ma il più ele­mentare buon sen­so.
Se c’era la sper­an­za di aggrap­par­si alle tredices­ime per ripren­dere fia­to in uno dei momen­ti più dif­fi­cile dal dopoguer­ra, essa è già svani­ta: la grat­i­fi­ca natal­izia in tan­ti, tan­tis­si­mi casi servirà per pagare le tasse. Le impre­cazioni han­no reso famil­iari gli acron­i­mi impro­nun­cia­bili con cui ci ven­gono pre­sen­tate le diverse impo­sizioni fis­cali. Si com­in­cia dal­la Iuc, un nome assur­do che ricor­da il gri­do stroz­za­to di un ubri­a­co, una tas­sa che non è neanche una tas­sa ma una cartel­la che con­tiene tre tasse vere: Tari, Tasi e Imu.

TARI
La Tari, ovvero la Tas­sa rifiu­ti è nata da un legge del dicem­bre 2013 e, dal pri­mo gen­naio di quest’anno, ha sos­ti­tu­ito i vec­chi balzel­li rel­a­tivi al ciclo dell’immondizia (Tares e Tia) con l’obbiettivo di finanziare inte­gral­mente i costi del servizio di rac­col­ta e smal­ti­men­to che così ven­gono pagati dall’utilizzatore.
TariQuin­di la Tari è dovu­ta da chi possiede o detiene, a qual­si­asi tito­lo, locali o aree scop­erte suscettibili di pro­durre rifiu­ti urbani.
Al con­trario del­la vec­chia Tia, basa­ta sul con­cet­to di tar­if­fa con­cepi­ta sui rifiu­ti prodot­ti, la Tari riprende e con­tin­ua l’impostazione del­la Tares e cal­co­la la quan­tità del rifi­u­to in base alla super­fi­cie dell’immobili a cui si riferisce.
Il con­to mate­ri­ale delle somme da pagare varia dalle abitazioni agli immo­bili ad uso com­mer­ciale. In entram­bi i casi gli impor­ti sono deter­mi­nati dal­la som­ma di una parte fis­sa e di una parte vari­abile del balzel­lo. Nel caso, per esem­pio, di un allog­gio la parte fis­sa si ottiene molti­pli­can­do la super­fi­cie calpesta­bile dei locali per una tar­if­fa fis­sa delib­er­a­ta dai con­sigli comu­nali. La parte vari­abile del­la tas­sa è deter­mi­na­ta invece dal numero dei com­po­nen­ti il nucleo famil­iare molti­pli­ca­ta per la tar­if­fa vari­abile che è rap­por­ta­ta alla quan­tità dei rifiu­ti con­fer­i­ti, al servizio for­ni­to e all’entità dei costi di ges­tione.
Per for­tu­na agli uten­ti sono giun­ti già com­pi­lati i mod­el­li F24, pron­ti per il ver­sa­men­to alla pos­ta o in ban­ca. La Tasi si può pagare in una uni­ca soluzione o in tre rate: la pri­ma è scadu­ta il 31 agos­to, la sec­on­da e la terza scad­ran­no rispet­ti­va­mente il 31 otto­bre ed il 31 dicem­bre.
È perfi­no inutile ril­e­vare che la Tasi, rispet­to alle vec­chie Tia o Tares, risul­ta più pesante, in qualche caso anche in modo con­sid­erev­ole, per i con­tribuen­ti.

TASI
Con la Tasi, ovvero la Tas­sa servizi indi­vis­i­bili, sui siamo in pre­sen­za di una nuo­va giungla: ogni comune, anche in Val di Cor­nia, si è sbiz­zarri­to come ha cre­du­to nel­la deter­mi­nazione delle aliquote, delle riduzioni, dei sogget­ti su cui far pesare la tas­sa. Addirit­tura due Comu­ni (Piom­bi­no e Sas­set­ta) han­no delib­er­a­to per tem­po e han­no così potu­to imporre la pri­ma rata del balzel­lo entro il 16 giug­no scor­so. Negli altri Comu­ni (Campiglia Marit­ti­ma, San Vin­cen­zo e Suvere­to) la pri­ma rata si dovrà pagare entro il 16 otto­bre, la sec­on­da entro il 16 dicem­bre.
La con­vinzione è che la Tasi recu­peri nel­la sostan­za quel che non si paga più di Imu per le abitazioni di res­i­den­za. Il cal­co­lo degli impor­ti da pagare per i due balzel­li è lo stes­so, assai macchi­noso tan­to da scon­sigliare un’avventura attra­ver­so ren­dite cat­a­stali, mag­gio­razioni sulle ren­dite, molti­pli­ca­tori e aliquote, ma in tut­to e per tut­to iden­ti­co. Caso mai, per avere un’idea di quan­to si dovrà ver­sare, si può usare il cal­co­lare che, più o meno nascos­to (vedi Piom­bi­no e San Vin­cen­zo), è pre­sente nei siti di tut­ti i Comu­ni del­la val­la­ta eccet­to Sas­set­ta. Tra l’altro questo soft­ware offre anche giù com­pi­lati i mod­el­li per i ver­sa­men­ti. Nei siti dei Comu­ni si trovano anche, più o meno det­tagli­ate, le guide per ori­en­tar­si sui balzel­li del­lo Iuc. Il migliore, al riguar­do, è il sito del Comune di Campiglia che offre una com­ple­ta, det­tagli­a­ta e facil­mente acces­si­bile doc­u­men­tazione sui pas­si che il con­tribuente deve com­piere.
TasiCome ril­e­vava­mo la parte prin­ci­pali per la Tasi è recita­ta dalle prime case per le quali i Comu­ni di Piom­bi­no, Campiglia e San Vin­cen­zo han­no scel­to il gravame dell’aliquota più alta pos­si­bile (2,5 per mille). Suvere­to e Sas­set­ta si sono lim­i­tati al 2 per mille.
Per i due comu­ni (Piom­bi­no e Sas­set­ta) i cui con­tribuen­ti han­no già ver­sato l’acconto a giug­no, non si pre­sen­tano prob­le­mi di cal­co­lo: l’importo da ver­sare a sal­do, entro il 16 dicem­bre, è lo stes­so cor­rispos­to nel­la pri­ma rata.
Il Comune di Piom­bi­no ha ulte­ri­or­mente facil­i­ta­to i cal­coli lim­i­tan­do l’applicazione del­la Tasi alle sole abitazioni prin­ci­pali e alle rel­a­tive per­ti­nen­ze (cat­e­gorie cat­a­stali C/2, C/6 e C/7), in com­pen­so l’ente ha scel­to di mag­gio­rare l’Imu già appli­ca­ta nel 2013 “per l’aliquota 0,5 per mille che si sarebbe appli­ca­ta come Tasi”.
A Sas­set­ta a dicem­bre, oltre alle prime case, il sal­do Tasi dovrà essere cor­rispos­to anche per i fab­bri­cati rurali ad uso stru­men­tale, cioè quelle nec­es­sari a con­durre un’azienda agri­co­la (aliquo­ta uno per mille) e agli immo­bili di cat­e­go­ria cat­a­stale D dove si eserci­ti un’attività pro­dut­ti­va (sem­pre uno per mille).
A Campiglia, oltre che sulle prime case, si pagherà la tas­sa sulle abitazioni a dis­po­sizione non affit­tate (aliquo­ta 0,3 per mille). Nul­la invece per le sec­onde case affit­tate e per gli altri tipi di immo­bili.
A Suvere­to invece per i fab­bri­cati ad uso abi­ta­ti­vo locati con con­trat­to reg­is­tra­to e del­la dura­ta oltre l’anno si paga la tas­sa con l’aliquota del­lo 2,5 per mille. La stes­sa aliquo­ta con cui si dovran­no cal­co­lare le somme da pagare negli immo­bili in cui si eserci­ta un’attività pro­dut­ti­va.
A San Vin­cen­zo si reg­is­tra il numero più alto di casi pre­visti per l’applicazione del­la tas­sa. Tre soltan­to sono comunque le aliquote fis­sate dal Comune. Oltre al 2,5 per mille, scel­to per le abitazioni prin­ci­pali, è pre­vis­to lo 0,4 per mille per le abitazioni a dis­po­sizioni, le aree fab­bri­ca­bili, i fab­bri­cati usati dal pos­ses­sore o con­ces­si in affit­to e accat­a­sta­ti nelle cat­e­gorie C/1, C/3, C/4, C/5 e A/10, i fab­bri­cati locati con comoda­to d’uso a par­en­ti fino al sec­on­do gra­do, gli immo­bili con­ces­si in affit­to a res­i­den­ti con con­trat­to a canone libero e quel­li locali come abitazione prin­ci­pale a cit­ta­di­ni res­i­den­ti con con­trat­to con­corda­to, infine i fab­bri­cati accat­a­sta­ti nel­la cat­e­go­ria B. A San Vin­cen­zo i fab­bri­cati rurali stru­men­tali pagher­an­no la Tasi con l’aliquota del­lo 0,8 per mille.
Detrazioni e esen­zioni soprat­tut­to il base al red­di­to ed alla ren­di­ta cat­a­stale degli immo­bili sono state pre­viste nei Comu­ni di Piom­bi­no, Campiglia Marit­ti­ma, San Vin­cen­zo e Suvere­to.

IMU
Se la Tasi è la nuo­va giungla, l’Imu, ovvero l’Impos­ta munic­i­pale pro­pria, è la vec­chia giungla. Per­al­tro molto più imper­via e, per i con­tribuen­ti, molto più onerosa. In questo caso le aliquote non si con­tano e il meto­do di cal­co­lo, introdot­to pro­prio con questo balzel­lo e poi este­so alla Tasi, è decisa­mente astru­so. Per avere un’idea delle somme da pagare con­viene anco­ra una vol­ta affi­dar­si ai cal­co­la­tori offer­ti nei siti dei vari Comu­ni. Fidar­si in maniera cieca di questi stru­men­ti non con­viene ma un’idea, che nel­la stra­grande mag­gio­ran­za dei casi è quel­la gius­ta, essi la for­niscono.
Le sca­den­ze per i paga­men­ti sono state fis­sate nel 16 giug­no per l’acconto e – cosa che inter­es­sa in questo momen­to dell’anno – nel 16 dicem­bre per la sec­on­da rata a sal­do. Si noti che con ammirev­ole tem­p­is­mo le rate a sal­do di Tasi e Imu han­no le stesse iden­tiche sca­den­ze. Un moti­vo in più – e pare che il gov­er­no ci stia pen­san­do – per l’eliminare la foglia di fico del­la Tasi che, paga­ta sulle prime case, com­pen­sa l’esenzione dell’Imu sulle stesse abitazioni prin­ci­pali. Tan­to vale che si esca dall’ipocrisia e, sem­pli­f­i­can­do l’iter, si ritorni all’Imu anche per le prime case evi­tan­do gli adem­pi­men­ti far­ragi­nosi del­la nuo­va Tasi. Per­al­tro con un van­tag­gio per la grande parte dei con­tribuen­ti del­la Val di Cor­nia per­ché, come è sta­to cal­co­la­to, con l’aliquota Tasi sul­la pri­ma casa al 2,5 per mille (Piom­bi­no, San Vin­cen­zo e Campiglia) il balzel­lo da pagare, rispet­to alla vec­chia Imu sul­la pri­ma casa, è più alto del 7,4 per cen­to.
L’acconto di giug­no si paga rifer­en­dosi alle aliquote dell’anno prece­dente (in prat­i­ca si dovrà ver­sare la metà dell’imposta totale cor­rispos­ta nell’anno prece­dente) men­tre il sal­do a dicem­bre nasce dall’imposta totale per l’anno in cor­so dimi­nui­ta del­la som­ma cor­rispos­ta nell’acconto di giug­no.
ImuSe i Comu­ni a giug­no han­no già defini­to le loro aliquote per anno in cor­so con­viene effet­tuare il cal­co­lo totale dell’imposta e pagar­ne la metà in cias­cu­na delle due rate. È un modo per cer­care di sem­pli­fi­care i con­teg­gi.
Nel­la deter­mi­nazione delle aliquote da cui sca­tur­iscono le somme da pagare i Comu­ni del­la val­la­ta non ci sono andati piano. In buona parte infat­ti han­no scel­to di appli­care le aliquote mas­sime fis­sate dal­la legge (l’aliquota base riferi­ta, per esem­pio, alle case a dis­po­sizione è del 7,6 per mille con la pos­si­bil­ità per gli enti locali di abbas­sar­la di 3 pun­ti per giun­gere ad un min­i­mo del 4,6 o ad un mas­si­mo del 10,6 per mille. Di soli­to in Val di Cor­nia si è opta­to per il mas­si­mo).
Il Comune di Piom­bi­no, per l’Imu, ha delib­er­a­to sei aliquote: 2,2 per mille le abitazioni di lus­so delle cat­e­gorie cat­a­stali A/1, A/8 e A/9, poi anco­ra il 5,5 per mille per gli immo­bili affit­tati con con­trat­ti con­cor­dati, 8,5 per gli immo­bili locali con con­trat­ti diver­si da quel­li con­cor­dati, 6,5 per le unità immo­bil­iare con­cesse in comoda­to d’uso gra­tu­ito a par­en­ti che risiedono effet­ti­va­mente nell’immobile, il 10,6 per gli altri immo­bili di cat­e­go­ria cat­a­stale A (esclusi gli A/10) ed infine 8,1 per tut­ti gli altri immo­bili (fon­di, ter­reni, aree fab­bri­ca­bili ecc.) non com­pre­si nelle cat­e­gorie prece­den­ti.
A Campiglia le aliquote decise dal con­siglio comu­nale sono invece cinque e, nei val­ori mas­si­mi, sono di soli­to più alte di quelle di Piom­bi­no. Così, per esem­pio, per le abitazioni di lus­so (3,5 per mille), per gli immo­bili affit­tati a par­en­ti (7,5 per mille). Un po’ più bas­sa l’aliquota per gli immo­bili non clas­si­fi­cati nelle cat­e­gorie def­i­nite dal­la delib­era con­sil­iare (7,6), men­tre siamo al mas­si­mo pos­si­bile (10,6 per mille) per le case tenute a dis­po­sizione.
Non si sono tenu­ti bassi neanche a San Vin­cen­zo dove le aliquote sono sei e dove il mas­si­mo 10,6 per mille dovrà essere cor­rispos­to dai pos­ses­sori di sec­onde case, di aree fab­bri­ca­bili, di fab­bri­cati accat­a­sta­ti nel­la cat­e­go­ria D/5 e di tut­to ciò che non rien­tra in una det­tagli­a­ta casis­ti­ca indi­ca­ta nel­la delib­era del con­siglio comu­nale. Al riguar­do si citano in par­ti­co­lari i ter­reni agri­coli (aliquo­ta 4,6 per mille), gli immo­bili affit­tati in comoda­to a par­en­ti (4,6), i fab­bri­cati pro­dut­tivi del­la cat­e­go­ria C/1, C/3, C/4, C/5 e A/10 con­ces­si in affit­to (8 per mille). A sec­on­da del tipo di con­trat­to var­i­ano infine le aliquote per i fab­bri­cati locati (6 per mille per i canoni liberi e 4 per mille per i canoni con­cor­dati).
Non fa eccezione Sas­set­ta per le sec­onde case (10,6 per mille sec­on­do cos­tume). Il Comune ha fis­sato poi altre quat­tro aliquote: 3,5 per mille per gli immo­bili di cat­e­go­ria A/1, A/8 e A/9 ai quali si appli­ca una detrazione di 200 euro; 4,6 per mille per la case con­cesse in comoda­to d’uso ai par­en­ti, 8,6 per le aree fab­bri­ca­bili e 7,6 per tut­to il resto.
Infine Suvere­to, ovvero l’unico Comune del­la val­la­ta dove non è sta­ta decisa in nes­sun caso l’aliquota mas­si­ma pre­vista dal­la legge e dove sono state delib­er­ate solo tre aliquote per tut­ti gli immo­bili: 3,5 per mille per le abitazioni di lus­so, per i fab­bri­cati posse­du­ti da anziani res­i­den­ti però in case di riposo, 7,6 per mille per immo­bili affit­tati a cit­ta­di­ni res­i­den­ti, per le unità dove si eserci­ti un’attività pro­dut­ti­va, per i fab­bri­cati con­ces­si in comoda­to d’uso ai par­en­ti; infine 8,1 per mille per tut­to il resto degli immo­bili.

L’ASA E GLI ALTRI BALZELLI
Va anche ricorda­to che in questi mesi finali del 2014 le famiglie saran­no tenute anche al paga­men­to dell’acconto Irpef (scade il 30 novem­bre), di sicuro dovran­no poi far fronte a qualche bol­let­ta delle nor­mali uten­ze di luce, gas, tele­fono ecc. e dul­cis in fun­do all’imprevisto di una richi­es­ta Asa al lim­ite del com­pren­si­bile. Il gestore del servizio idri­co ha già invi­a­to nel­la case degli uten­ti di diver­si comu­ni (al momen­to fa eccezione solo Campiglia) una bol­let­ta com­pren­si­va dei con­su­mi e di una richi­es­ta insoli­ta, ovvero il paga­men­to in nove rate, da ora al 31 dicem­bre 2016 di una som­ma nec­es­saria per recu­per­are “alcune risorse eco­nomiche che l’azienda ha antic­i­pa­to negli anni 2008, 2009, 2010 e uti­liz­zate per la real­iz­zazione di opere sul­la rete idri­ca per val­ore di cir­ca 18,8 mil­ioni di euro che per ragioni rego­la­men­tari non sono mai state con­tabi­liz­zate nelle prece­den­ti tar­iffe”.
Non una spie­gazione del moti­vo per cui in sei anni questi impor­ti non siano sta­ti con­tabi­liz­za­ti. Non un chiari­men­to per­ché si deb­ba pagare pro­prio ora, a dis­tan­za di tan­to tem­po, non uno strac­cio di notizia su quale siano i lavori effet­tuati.
Nul­la di nul­la. Se non addirit­tura il pater­no ricor­do che dopo­tut­to la legge nazionale pre­tenderebbe il recu­pero “in un solo anno e sen­za dis­tinzione tra le cat­e­gorie con­trat­tuali”. Invece l’Asa ha deciso la rateiz­zazione con addirit­tura un piano di aiu­to per le cat­e­gorie sociali meno abbi­en­ti.

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