TEFA: da un disguido un frammento di verità
A Campiglia si erano dimenticati di iscrivere a bilancio una tassa di 64.000 euro da riscuotere insieme alla tassa sui rifiuti (TARES) e da versare alla Provincia. Si chiama TEFA. Se non fosse stata per quella dimenticanza nessun consigliere comunale, tanto meno i cittadini, avrebbe saputo che con la bolletta sui rifiuti paghiamo anche un “tributo provinciale per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione ed igiene dell’ambiente” istituito da una legge del 1992. Per Campiglia equivale a circa 5 euro ad abitante. Su base provinciale la TEFA dovrebbe portare nelle casse della Provincia circa un milione e settecento mila euro.
La TEFA non è l’unico balzello sulla tariffa dei rifiuti. Nel 2013, per effetto dell’istituzione della TARES, i cittadini saranno chiamati a pagare un’addizionale di 30 centesimi a metro quadrato di superficie tassata per finanziare altri servizi comunali come l’illuminazione o il mantenimento del verde pubblico, così come dovranno pagare la sanzione per il mancato raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla legge per la raccolta differenziata (37% contro il 65% previsto al 31.12.2012), i costi di mantenimento degli ATO (enti consortili) e, ovviamente, gli incrementi dei costi del servizio.
Risponderanno che non sono novità, che così è sempre stato. Noi pensiamo invece che una novità ci sia stata per effetto di una modifica legislativa e di una dimenticanza. Se il Comune non fosse stato obbligato ad iscrivere a bilancio le entrate della TARES (cosa che non accadeva con la TIA riscossa direttamente da ASIU) e se non ci fosse stata la dimenticanza iniziale, non sarebbe stato agevole per il Consiglio Comunale conoscere la reale composizione della tariffa che i cittadini pagano per la raccolta dei rifiuti urbani e non avrebbero scoperto la TEFA Provinciale.
Diranno che questo vale per tutti gli altri servizi pubblici, locali e nazionale, dall’acqua all’energia. Motivo in più per cambiare radicalmente rotta con un’operazione trasparenza che consenta ai cittadini di capire chi e per che cosa pagano bollette sempre più salate.
Inizino i Comuni. Certo, può essere che così emergano tassazioni per mantenere in vita enti inutili o sprechi nella gestione dei servizi. Sarà un costo politico salutare perché indurrà i rappresentati dei cittadini a fare meglio il proprio lavoro. Il danno politico maggiore è invece costituito dal silenzio e dall’omertà all’ombra dei quali crescono la spesa improduttiva e l’inefficienza della pubblica amministrazione. Non ce lo possiamo più permettere.
Comune dei Cittadini