Tempo di crisi e risposte che aiutano

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pervenuta in redazione

PIOMBINO 20 dicem­bre 2013 — Sono ormai cir­ca sei anni che siamo attanagliati da una crisi sem­pre più forte, che emar­gina i meno abbi­en­ti, che crea nuovi poveri e che di fat­to annul­la il ceto medio peg­gio­ran­do tut­to all’indietro nel­la scala del­la capac­ità di esisten­za delle famiglie. Aziende che chi­udono di ogni dimen­sione, sia con lavo­ra­tori dipen­den­ti che pic­cole aziende famil­iari, la crisi morde e non guar­da in fac­cia nes­suno.
Gli operai in cas­sa inte­grazione sono in con­tin­uo aumen­to e il loro cos­to diret­to e indi­ret­to è sulle spalle del­la col­let­tiv­ità, nei bilan­ci del gov­er­no nazionale con sem­pre mag­giori dif­fi­coltà di cop­er­tu­ra e famiglie in perenne crisi che non arrivano più nem­meno alla quar­ta set­ti­mana. Eppure dob­bi­amo rius­cire a trovare soluzioni, anche parziali, ma che diano respiro al bilan­cio del­lo sta­to e porti­no mag­giore lin­fa e capac­ità di spe­sa alle famiglie. Al di là del­la retor­i­ca, ques­ta è l’unica stra­da che potrebbe aiutare a vedere meno nero il futuro del­la nos­tra mar­to­ri­a­ta Italia.
Mi per­me­t­to di pen­sare che sarebbe utile ragionare meglio e in maniera appro­fon­di­ta sui costi del­la cas­sa inte­grazione e sul­la sua inutil­ità pro­dut­ti­va per la nos­tra econo­mia, di fat­to serve soltan­to ad aiutare un poco le famiglie a non finire nel bara­tro del­la dis­per­azione. Già in pas­sato abbi­amo fat­to azioni pub­bliche che han­no dato dig­nità ai lavo­ra­tori in cas­sa inte­grazione, por­tan­doli in impieghi in lavori di pub­bli­ca util­ità. Bene forse oggi pos­si­amo fare qual­cosa di più e vor­rei tentare di sug­gerire una stra­da che vada in ques­ta direzione.
Mi per­me­t­to di pro­porre che ven­ga stu­di­a­ta una legge nazionale che con­sen­ta una abbas­sa­men­to del­la men­sil­ità di cas­sa inte­grazione non supe­ri­ore al 50% del­lo stipen­dio orig­i­nario del lavo­ra­tore, preve­den­do un impiego in lavori social­mente utili nelle attiv­ità del­la pub­bli­ca ammin­is­trazione, con part-time, che riconosce ai lavo­ra­tori un ulte­ri­ore 30% del­lo stipen­dio e garan­tisce assi­cu­razione infor­tu­ni, men­tre lo sta­to dovrebbe garan­tire il totale del­la cop­er­tu­ra degli oneri rif­lessi.
Nel­la pub­bli­ca ammin­is­trazione, comu­ni etc. sono molte le com­pe­ten­ze che riman­gono inevase per man­can­za di risorse che invece potreb­bero essere esple­tate con l’impiego di questi lavo­ra­tori com­por­tan­do così un cos­to infe­ri­ore che diven­ta sosteni­bile per bilan­ci già in dif­fi­coltà del­la pub­bli­ca ammin­is­trazione. Pen­so alla manuten­zione dei gia­r­di­ni pub­bli­ci, alla manuten­zione del­la via­bil­ità rurale, così come altri servizi interni negli stes­si uffi­ci che di fat­to non pos­sono nem­meno assumere il per­son­ale nec­es­sario. Inoltre potreb­bero essere atti­vati cor­si di for­mazione e/o aggior­na­men­to pro­fes­sion­ale che potreb­bero preparare anche per altri lidi i lavo­ra­tori, giun­gen­do fino a garan­tire così il 100% del­lo stipen­dio da lavoro..
La pro­pos­ta quin­di è quel­la di una legge nazionale che con­sen­ta l’operazione di impiego dei cas­sain­te­grati nei lavori social­mente utili, dimin­u­en­do la spe­sa a cari­co del bilan­cio del­lo sta­to ma aumen­tan­do l’entità men­sile del­la stes­sa cas­sa inte­grazione, attra­ver­so una autor­iz­zazione alla pub­bli­ca ammin­is­trazione di svol­gere lavori in econo­mia con l’impiego di questo per­son­ale per dare risposte dovute alla tutela e gov­er­no del­la parte pub­bli­ca del ter­ri­to­rio con minore spe­sa. L’Italia è riconosci­u­ta come la patria del­la fan­ta­sia cre­ati­va, forse potrebbe davvero nascere con una sana oper­a­tiv­ità, una stra­da che rende atti­vo dal pun­to di vista pub­bli­co anche un provved­i­men­to che invece nega un’esistenza tran­quil­la.

Wal­ter Gasperi­ni

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