#Territoriobenecomune. La nuova legge regionale

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PIOMBINO 30 mar­zo 2014 — #Ter­ri­to­ri­obeneco­mune. La sfi­da del­la nuo­va legge toscana. Questo, il tema cen­trale del con­veg­no co/organizzato sta­mani da Legam­bi­ente e Regione Toscana in cui si affrontano le nuove sfide dell’urbanistica con­tem­po­ranea, dal con­sumo di suo­lo “zero” alla rigen­er­azione urbana. L’evento ha vis­to la pre­sen­za di autorevoli rela­tori nazion­ali, oltre ad alcu­ni impor­tan­ti pro­tag­o­nisti del “dibat­ti­to toscano”. Val­oriz­zare il pat­ri­mo­nio ter­ri­to­ri­ale e pae­sag­gis­ti­co per uno svilup­po sosteni­bile e durev­ole, con­trastare il con­sumo di suo­lo pro­muoven­do il ruo­lo mul­ti­fun­zionale del ter­ri­to­rio rurale, svilup­pare la parte­ci­pazione come com­po­nente ordi­nar­ia delle pro­ce­dure di for­mazione dei piani: sono queste, in sin­te­si, le final­ità ed i con­tenu­ti essen­ziali del­la pro­pos­ta di legge N. 282 “Norme per il gov­er­no del ter­ri­to­rio”. La rifor­ma rivede l’impianto gen­erale del­la vigente legge regionale 1/2005, inno­van­done alcu­ni aspet­ti crit­i­ci, a par­tire dal lim­ite al con­sumo di suo­lo. Nell’insieme, la pro­pos­ta di lavoro, con­di­visa da Regione, Unione delle Province, ANCI e Uncem, e approva­ta il 30 set­tem­bre scor­so dal­la Giun­ta, è diret­ta a miglio­rare l’efficacia del­la gov­er­nance in base ai prin­cipi di sus­sidia­ri­età, adeguatez­za e dif­feren­zi­azione, nonché a ren­dere più chiare e rapi­de le pro­ce­dure, grad­uan­do la com­p­lessità degli adem­pi­men­ti in relazione alla ril­e­van­za delle trasfor­mazioni.
“La Regione Toscana con ques­ta rifor­ma pone con forza la ques­tione del pat­ri­mo­nio ter­ri­to­ri­ale come bene comune e del­la rigen­er­azione urbana come econo­mia capace di futuro. Aus­pi­co che gra­zie anche al lavoro di Legam­bi­ente le politiche nazion­ali in questo cam­po siano in gra­do di dare riscon­tri pos­i­tivi adeguati all’in­no­vazione che sti­amo pro­ducen­do in Toscana.” — sostiene Anna Mar­son, ass­esore al Gov­er­no del Ter­ri­to­rio e Pae­sag­gio del­la Regione Toscana.
“Ques­ta legge, inno­v­a­ti­va e robus­ta nel­la sua rad­i­cal­ità, cos­ti­tu­isce per noi ambi­en­tal­isti un pun­to di svol­ta. E il seg­no più tan­gi­bile di quan­to siamo rius­ci­ti a con­t­a­m­inare le scelte d’ind­i­riz­zo di questo gov­er­no regionale. Con­sumo di suo­lo zero, rigen­er­azione urbana, cen­tral­ità del­l’a­gri­coltura, parte­ci­pazione come pras­si delle pro­ce­dure ordi­nar­ie del­la piani­fi­cazione. Adesso, non rimane che atten­dere una rap­i­da e ampia­mente con­di­visa approvazione in Con­siglio Regionale!” — affer­ma Faus­to Fer­ruz­za, pres­i­dente di Legam­bi­ente Toscana.
“I dati del­l’Is­pra pre­sen­tati lo scor­so mer­coledì – ha dichiara­to il vice pres­i­dente di Legam­bi­ente Edoar­do Zan­chi­ni — con­fer­mano quan­to il con­sumo di suo­lo sia un’emergenza e come questo fenom­e­no stia con­tin­uan­do mal­gra­do la crisi. La pro­pos­ta di Legge pre­sen­ta­ta dal­la Regione Toscana è un esem­pio di rilie­vo nazionale di scelta lungimi­rante nel­la direzione di uno stop alla trasfor­mazione di aree agri­cole che deve andare di pari pas­so con nuove politiche per la rigen­er­azione urbana. Oggi è infat­ti pos­si­bile dare rispos­ta alla crisi del lavoro e delle imp­rese in edilizia pun­tan­do su effi­cien­za ener­get­i­ca e mes­sa in sicurez­za anti­sis­mi­ca, cre­an­do l’opportunità per le famiglie di vivere final­mente in case belle e sicure, con bol­lette meno care”.
“La prospet­ti­va di con­trastare il con­sumo di ter­ri­to­rio, resa indis­pens­abile anche dal­la neces­sità di con­tenere i rischi con­nes­si ai muta­men­ti cli­mati­ci in atto, è coer­ente con una nuo­va edilizia che affron­ti la crisi a par­tire dal risparmio ener­geti­co, dal­la sicurez­za anti­sis­mi­ca, dal­la qual­ità dell’abitare, dal recu­pero del pat­ri­mo­nio esistente. Pro­prio gli incen­tivi per le ristrut­turazioni e l’efficienza ener­get­i­ca in edilizia sono la misura di gran lun­ga più impor­tante mes­sa in capo nel 2013 per l’occupazione: han­no prodot­to 19 mil­iar­di di inves­ti­men­ti, garan­ten­do oltre 280mila posti di lavoro, tra diret­ti e indot­to. Una direzione, quel­la che coni­u­ga lo stop al con­sumo di suo­lo a una nuo­va edilizia, ver­so la quale la Toscana si muove con lungimi­ran­za gra­zie alla pro­pos­ta di legge “Norme per il gov­er­no del ter­ri­to­rio” — lo affer­ma Ermete Realac­ci, pres­i­dente del­la Com­mis­sione Ambi­ente Ter­ri­to­rio e Lavori Pub­bli­ci del­la Cam­era, — inter­ve­nen­do al Con­veg­no ‘Ter­ri­to­rio Bene Comune’, pro­mosso oggi a Firen­ze da Legam­bi­ente e Regione Toscana.
Molte le inno­vazioni introdotte dal­la pro­pos­ta di legge, che ha, per cer­ti ver­si, carat­teri di eccezion­al­ità. Al fine di arrestare ulte­ri­ori con­su­mi di suo­lo ciò che nel testo oggi vigente è soltan­to un enun­ci­a­to di prin­ci­pio, viene qui tradot­to in una serie di dis­pos­i­tivi con­creti: si definisce in modo pun­tuale il ter­ri­to­rio urban­iz­za­to, dif­feren­zian­do le pro­ce­dure per inter­venire all’interno del­lo stes­so da quelle per la trasfor­mazione nelle aree esterne, con par­ti­co­lare rifer­i­men­to alla sal­va­guardia del ter­ri­to­rio rurale e al fine di pro­muo­vere il riu­so e la riqual­i­fi­cazione delle aree urbane degra­date o dismesse. Nel ter­ri­to­rio non urban­iz­za­to, in buona sostan­za, non sono con­sen­tite nuove edi­fi­cazioni res­i­den­ziali.
Altra grande novità è il poten­zi­a­men­to del ruo­lo del­la con­feren­za paritet­i­ca inter­is­ti­tuzionale, che rimane stru­men­to di rifer­i­men­to per la rego­lazione dei con­flit­ti, ma coi poteri nec­es­sari ad assi­cu­rare il recepi­men­to delle pro­prie con­clu­sioni, e richia­man­do il ruo­lo di tut­ti i sogget­ti isti­tuzion­ali a far rispettare le con­clu­sioni del pro­ced­i­men­to. In coeren­za, poi, con la rin­no­va­ta legge regionale sul­la parte­ci­pazione, la 46/2013, è pre­vis­to che le attiv­ità di infor­mazione e coin­vol­gi­men­to dei cit­ta­di­ni siano inserite a tut­ti gli effet­ti nelle pro­ce­dure ordi­nar­ie di for­mazione degli atti di gov­er­no del ter­ri­to­rio. La con­feren­za paritet­i­ca inter­is­ti­tuzionale mon­i­to­ra e for­mu­la annual­mente even­tu­ali pro­poste e rilievi alla Giun­ta in mer­i­to al fun­zion­a­men­to del­la piani­fi­cazione. La Regione, da parte sua, al fine di val­utare l’efficacia del­la legge e lo sta­to del­la piani­fi­cazione pro­muove il con­fron­to con le rap­p­re­sen­tanze isti­tuzion­ali, le par­ti sociali, le asso­ci­azioni ambi­en­tal­iste, il mon­do del­la cul­tura e dell’Università.

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L’in­tro­duzione del con­cet­to di pat­ri­mo­nio ter­ri­to­ri­ale, quale bene comune cos­ti­tu­ti­vo dell’identità col­let­ti­va regionale, cos­ti­tu­isce il rifer­i­men­to cul­tur­ale per con­tes­tu­al­iz­zare le “invari­anti strut­turali” nel­lo Statu­to del ter­ri­to­rio, e pro­muo­vere una più effi­cace relazione tra parte statu­taria e strate­gi­ca nei piani. Con il con­cet­to di pat­ri­mo­nio ter­ri­to­ri­ale este­so all’intero ter­ri­to­rio regionale si real­iz­za un avan­za­men­to cul­tur­ale che sot­to­lin­ea l’evoluzione, per la Toscana, da una con­cezione vin­col­is­ti­ca per siti alla mes­sa in val­ore prog­et­tuale di tut­to il ter­ri­to­rio e del pae­sag­gio toscano nel suo insieme.
Anco­ra, la Pdl 282 favorisce e incen­ti­va la piani­fi­cazione d’area vas­ta, val­oriz­zan­do il piano strut­turale inter­co­mu­nale, che, insieme alla con­feren­za di copi­ani­fi­cazione diven­ta il rifer­i­men­to qual­i­f­i­cante per garan­tire una prog­et­tazione uni­taria e mul­ti­set­to­ri­ale delle trasfor­mazioni a liv­el­lo sovralo­cale. Anche dal pun­to di vista lessi­cale, viene rip­uli­ta la denom­i­nazione dei liv­el­li ges­tion­ali di piani­fi­cazione. E’ cas­sato quin­di il RUC (spes­so fonte di con­fu­sione coi rego­la­men­ti edilizi) e viene invece introdot­to, al suo pos­to, il con­cet­to di Piano Oper­a­ti­vo. Da questo pun­to di vista, per arginare il sem­pre più grave e incombente ris­chio idro­ge­o­logi­co, la pro­pos­ta prevede che il piano di pro­tezione civile cos­ti­tu­is­ca parte inte­grante del piano oper­a­ti­vo comu­nale.
Un altro mer­i­to indub­bio del­la legge oggi in esame in Con­siglio Regionale è che riconosce l’attività agri­co­la come attiv­ità eco­nom­i­co-pro­dut­ti­va d’importanza pri­maria, nel rispet­to del­la val­oriz­zazione dell‘ambiente e del pae­sag­gio, cui la stes­sa dimen­sione rurale può con­tribuire attra­ver­so il suo ruo­lo mul­ti­fun­zionale, seg­nan­do con ciò una impor­tante svol­ta cul­tur­ale. Tale riconosci­men­to por­ta a indi­vid­uare innanz­i­tut­to il prin­ci­pio di lim­itare il più pos­si­bile la fram­men­tazione del ter­ri­to­rio agri­co­lo ad opera di inter­ven­ti non agri­coli. Nel ter­ri­to­rio rurale si prevede che gli stru­men­ti del­la piani­fi­cazione indi­viduino i “nuclei rurali”, le cui trasfor­mazioni deb­bono poi garan­tire la coeren­za con i carat­teri pro­pri degli inse­di­a­men­ti, gli “ambiti di per­ti­nen­za di cen­tri e nuclei stori­ci” di cui tute­lare la valen­za pae­sag­gis­ti­ca, e gli “ambiti peri­ur­bani” in cui pro­muo­vere forme di agri­coltura util­mente inte­gra­bili con gli inse­di­a­men­ti urbani e che ne con­tribuis­cano al miglio­ra­men­to.
Nel cam­po del­la sem­pli­fi­cazione e snel­li­men­to delle pro­ce­dure, si è ritenu­to, infine, di pot­er indi­vid­uare in due anni il tem­po mas­si­mo nec­es­sario per la for­mazione di uno stru­men­to di piani­fi­cazione, dal­l’avvio del pro­ced­i­men­to all’ap­provazione. Sono sta­ti per­fezionati per­tan­to tut­ti i rifer­i­men­ti alla nor­ma­ti­va nazionale vigente in mate­ria di tutela del pae­sag­gio, speci­f­i­can­do meglio le valen­ze del PIT come piano pae­sag­gis­ti­co, ai sen­si del Codice per i Beni cul­tur­ali e il Pae­sag­gio. Sono sta­ti inoltre spec­i­fi­cati i com­pi­ti del­l’Osser­va­to­rio regionale del pae­sag­gio, che avrà il ruo­lo, tra l’al­tro, di pro­muo­vere, in attuazione del­la Con­ven­zione euro­pea sul pae­sag­gio, la parte­ci­pazione delle popo­lazioni alla tutela e alla val­oriz­zazione del pat­ri­mo­nio pae­sag­gis­ti­co regionale.

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