Tirrenica, la Sat chiede aiuto al Governo
PIOMBINO 21 giugno 2014 — Altro che senza un euro in uscita dalla casse pubbliche. Semmai verrà realizzata, l’autostrada Tirrenica costerà un bel po’ di soldini al Governo. La Sat che da tempo ha la concessione per la realizzazione dell’opera batte cassa e chiede al ministero delle infrastrutture 270 milioni di euro per concludere l’opera.
La società, dal 2009, ha realizzato i quattro chilometri da Rosignano a San Pietro in Palazzi, 55 milioni di euro, per il quale si paga il più odioso dei pedaggi (60 centesimi per percorrere poco più di uno svincolo) ed ha in corso la realizzazione del lotto 6A da Tarquinia a Civitavecchia (155 milioni di euro). Non altro in cinque anni nei quali sono state infinite le manifestazioni di protesta e le indicazioni contrarie a portare a termine una struttura che, specialmente nel tratto da Rosignano a Grosseto, viene da molti considerata inutile. Non solo gli ambientalisti ma anche settori consistenti dei partiti che sono al Governo considerano infatti più che sufficiente l’attuale gratuita Variante Aurelia che sopporta benissimo i flussi di traffico e che potrebbe essere sostituita da un’autostrada a pedaggio solo con gravi disagi per il consistente movimento dei pendolari i quali non potrebbero neanche giovarsi di una rete viaria alternativa (le cosiddette, inesistenti complanari).
In forza del regime di concessione la Sat avrebbe dovuto comunque realizzare l’opera, considerata strategia dal Governo e dalla Regione Toscana. Ovvero la concessionaria avrebbe avuto l’onere di effettuare i lavori a proprie spese (due miliardi di preventivo) per poter godere di un periodo di circa 20 anni nei quali avrebbe riscosso il pedaggio. Inizialmente era stimato in una somma modesta l’esborso per il subentro, ovvero il rientro dell’opera allo Stato, alla scadenza dei termini della concessione.
Non è mai stato definito nei dettagli il piano economico finanziario dell’opera ma già da qualche tempo la Sat sostiene che il documento va rivisto. Due sostanzialmente sono i motivi che la concessionaria indica per un rivisitazione del Pef: il vistoso calo del traffico che ha fatto sballare le previsioni iniziali e il modesto ritocco (5 per cento contro il 7, 81 richiesto) sui pedaggi concesso dal Governo per le tratte già aperte (in definitiva solo quella da Livorno a San Pietro).
Nella sostanza dal mese di febbraio la Sat ha iniziato a bussare cassa chiedendo un intervento pubblico da 270 milioni di euro, più o meno un ottavo del costo complessivo dell’intera autostrada da Rosignano a Civitavecchia. Entro la fine di giugno la presentazione di un più definito piano economico dovrebbe ufficializzare i propositi della concessionaria.
A parole la richiesta ha ricevuto una positiva accoglienza in sede governativa tanto è vero che si parla di contributo pubblico per la Tirrenica nel testo dell’accordo di programma per la riconversione del porto di Piombino e si possono trovare rassicurazioni da parte del ministro all’infrastrutture Maurizio Lupi che aveva in animo di garantire all’autostrada risorse derivanti dal pacchetto sblocca- cantieri. Un’intenzione che comunque non è andata per ora in porto per il rinvio deciso in sede di consiglio dei ministri. Lupi ha promesso che ci riproverà e che tutto sarà sbloccato entro la fine di luglio.
Resta di fatto uno stallo che ha suscitato le ire del commissario governativo per la Tirrenica, Antonio Bargone (è anche il presidente della Sat) il quale ha rassegnato le dimissioni dall’incarico sostenendo che stanno venendo meno le sue prerogative e che quel che sta accadendo lascia intendere una scarsa volontà del Governo per la realizzazione dell’opera. Come dire che senza un forte intervento della mano pubblica la Tirrenica, nella situazione attuale, non può essere conclusa.
Nel mazzo rientra anche il discorso sulla bretella verso il porto di Piombino nei due tratti Montegemoli-Gagno e Gagno-Poggio batteria. L’opera, già abbastanza in alto mare, è menzionata in accordi di programma, ricordata in impegni di delibere del Cipe che non arrivano, sostenuta da rassicurazioni di questo o quel politico. Di fatto la nuova strada verso il porto è sempre stata inserita nel piano complessivo dell’intera autostrada e quindi nel Pef che, a questo punto, viaggia ancor più nell’incertezza dell’erogazione di fondi pubblici non previsti al momento della definizione della originaria concessione alla Sat.