Togliere l’Olocausto dalla contrapposizione politica
PIOMBINO 12 novembre 2019 — Alcuni valori non possono dividere destra e sinistra ma rappresentare al contrario le fondamenta del concetto di civiltà per ogni cittadino di questo paese, a maggior ragione per le forze politiche e sociali.
In questo senso la responsabilità di chi imposta le discussioni pubbliche è grande e spesso fraintesa. Usare temi come l’Olocausto per mettere in difficoltà l’avversario è pericolosissimo perché pone una tragedia dalla quale non si può prescindere per costruire un concetto di civiltà, nel calderone della contrapposizione politica incentivando una delle due parti ad allentare la tensione fondamentale nel condannare sempre, con la dovuta fermezza, episodi di reminiscenza e revisionismo.
Sottrarsi alla condanna assoluta dello sterminio di sei milioni di ebrei, nonché di rom, omosessuali, oppositori politici e tanti altri, è assurdo in ogni circostanza.
Le iniziative politiche che si confrontano su elementi simbolicamente così rilevanti, devono unire tutte le sensibilità e gli orientamenti, se ciò non avviene, credere che il problema sia di una sola parte è mera illusione.
Gli episodi avvenuti anche nel nostro territorio (scritte antisemite a Piombino) impongono proprio questo: unità nel contrastare poche persone marginali le cui idee devono essere estirpate. Con l’unica arma efficace, la conoscenza, la cultura, la condivisione di principi e di intenti.
Archiviamo subito le polemiche su un argomento che non può alimentarle, lavoriamo seriamente perché, a partire dai ragazzi, si conosca la pagina più atroce del secolo scorso e si possa costruire in maniera salda e irreversibile, il basamento del concetto di cittadinanza di questo secolo.
Gruppo 2019
Non prendiamoci in giro, non si tratta di togliere l’Olocausto dalla contrapposizione politica.
Si tratta di contrastare con forza la prorompente onda culturale di odio e chiusura razzista verso quella parte di popolazione di origini non europee che risiede e risiederà in Europa e di conseguenza combattere l’ipotesi politica che sottende e alimenta questo odio, che poi inevitabilmente trova la sua perfezione nell’antisemitismo.
Un’ipotesi politica che fa scappare il freno al sindaco di Piombino: che fa finta di non conoscere la storia della senatrice a vita Segre, non sapere come si pronunci il suo cognome (italiano dal 1500), chiamarla deputata, nonché sentirsi PROVOCATO dalla proposta di conferirle la cittadinanza onoraria. Per poi VERGOGNOSAMENTE ritrattare il tutto dopo poche ore.
Ma questo nel piccolo e furbesco mondo di quelle liste “civiche” che pensano che il mondo inizi e finisca nella Val di Cornia e che quindi sono disponibili a qualsiasi alleanza non si può dire.
Si può al massimo fare un banale compitino sull’educazione delle giovani generazioni.