Tra noi e l’idea di sanità del Pd c’è un abisso
CAMPIGLIA 2 marzo 2016 — Il Sindaco di Campiglia si compiace del voto del Consiglio Comunale del 25 febbraio che, all’unanimità, ha espresso la convinzione che la riorganizzazione dei servizi sanitari prevista dalla legge regionale di riforma non può limitarsi alla sola Val di Cornia, ma deve guardare anche ai territori delle colline Metallifere e della Bassa val di Cecina. Avrebbe fatto bene a ricordare anche che la convocazione del Consiglio è stata richiesta dal Comune dei Cittadini e dal Movimento 5 stelle e che, se fosse stato per la maggioranza, di questo argomento non si sarebbe probabilmente mai discusso.
Purtroppo, però, questo è l’unico punto di convergenza in una discussione che ha fatto emergere grandi divergenze.
Abbiamo espresso la nostra contrarietà alla decisione di negare il referendum sulla riforma sanitaria regionale richiesto da 55.000 cittadini. Il Sindaco ci ha è stato risposto che “la regione ha fatto benissimo” perché la sanità è materia complessa che non va sottoposta a referendum. Poco importa se la Costituzione, all’art. 32, stabilisce che “ La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Per il Sindaco i cittadini non hanno il diritto di pronunciarsi sui loro diritti.
Abbiamo fatto presente che nella sanità regionale ci sono forti criticità, a partire dalle liste d’attesa per esami che talvolta superano l’anno e lasciano ai cittadini la sola possibilità di rivolgersi ai laboratori privati, ma solo per chi può permetterselo. Per gli altri il diritto alla salute è negato, in barba alla Costituzione. Ci è stato risposto che la nostra offerta sanitaria sia “tra le migliori del mondo” e che sollevare questo complesso problema sarebbe solo strumentalizzazione politica.
Abbiamo espresso un giudizio positivo sulla coraggiosa decisione del Comune di Livorno di rinunciare alla costruzione di nuovo ospedale (voluta dalla precedente amministrazione PD) a pochi chilometri dal polo ospedaliero di Pisa che serve anche la nostra Provincia. Una decisione che consente risparmi da utilizzare per bisogni di maggiore urgenza sanitaria. Ci è stato risposto che la scelta del Sindaco di intervenire sull’ospedale già esistente, anziché farne uno nuovo, è disastrosa, e che invece la soluzione migliore sarebbe stata realizzare comunque una struttura nuova.
Le distanze sono dunque abissali. La realtà è che la riforma sanitaria, insieme alle necessarie riorganizzazioni per ridurre sprechi e inefficienze, risente dei tagli del governo e riduce progressivamente il diritto alla salute dei cittadini. Non lo ammettono, ma questo è ciò che stanno facendo i governi di centrosinistra a Roma e a Firenze.
Comune dei Cittadini