Tra sindaci e liquidatori, tra rifiuti e cave
PIOMBINO 28 agosto 2019 — In un comunicato stampa di ieri, il sindaco Francesco Ferrari si è espresso duramente contro l’operato del liquidatore di ASIU, l’avvocato Barbara Del Seppia, che il 24 luglio 2019 ha deciso di firmare per ASIU insieme a Navarra e Unirecuperi per la fideiussione necessaria a non bloccare l’attività di RIMateria (provocandone probabilmente il fallimento) e che ha firmato sempre per ASIU, unitamente a Unirecuperi, il bilancio 2018 di RIMateria.
Navarra e Lucchini non lo hanno firmato: il bilancio 2018 è stato dunque approvato con il solo 57% del capitale societario.
Lo diciamo più chiaro: il bilancio 2018 non sarebbe stato approvato se ASIU, di cui il Comune di Piombino è azionista di maggioranza, non avesse firmato.La mancata approvazione del bilancio avrebbe portato al commissariamento di RIMateria, aprendo finalmente nuove prospettive a favore dei cittadini e dell’ambiente.
Se il sindaco ritiene che il liquidatore abbia sbagliato, pregiudicando pesantemente i progetti futuri del Comune relativamente al destino di RIMateria, perché invece di fare semplici e intempestive dichiarazioni non prende i dovuti provvedimenti?
Forse perché Barbara Del Seppia ha semplicemente portato avanti il mandato assegnatole per la liquidazione di ASIU prendendo decisioni che erano del tutto in linea con il piano industriale deciso dalla precedente amministrazione. Esiste un atto ufficiale approvato dall’assemblea dei soci ASIU in cui il Comune di Piombino le ha chiesto di fare qualcosa di diverso da ciò che ha fatto?
In ogni caso basterà fare una visura del fascicolo della società per capire meglio se c’è stato eccesso di potere da parte del liquidatore e quali potrebbero essere le conseguenze di tutto ciò.
La situazione critica di RIMateria a fine luglio era nota a tutti: contrasti tra Navarra e Unirecuperi, conferimenti fermi perché mancava la fideiussione, rischio fallimento, approvazione del bilancio 2018. Era noto che tutto sarebbe stato deciso nell’assemblea degli azionisti del luglio 2019! Allora chiediamo: se il Comune aveva facoltà di imporre una nuova linea, perché prima di quell’assemblea Ferrari non ha convocato i soci ASIU e non ha dato nuove indicazioni a Barbara del Seppia ed al presidente Claudia Carnesecchi?
La politica non si fa a forza di comunicati stampa: occorrono atti formali nelle sedi opportune.
Il bilancio 2018 di RiMateria è terrificante: riporta un deficit di oltre due milioni di euro. Lucchini non lo ha firmato e Navarra ha votato contro finché non gli è stato promesso di poter conferire nel cono rovescio; ottenuto questo, si è astenuto.
Nel verbale dell’assemblea si legge che il deficit è stato creato perché Unirecuperi ha conferito rifiuti usufruendo di agevolazioni eccessive sia nel prezzo, evidentemente fuori mercato, sia nel pagamento a 30 o 60 giorni anziché a vista come previsto.
In cambio dell’impegno a pagare la fideiussione i soci privati hanno dettato il nuovo piano industriale: si sono spartiti gli spazi del cono rovescio (ma non dovevano essere riservati alle bonifiche?), hanno stabilito che il numero dei lavoratori deve diminuire e hanno sottolineato come tutte le azioni vadano in direzione del rialzo e della riprofilatura della ex-Lucchini (quindi stanno già dando per scontati altri spazi autorizzati oltre al cono rovescio).
Perché l’amministrazione non si è informata di quanto sarebbe successo nelle assemblee degli azionisti? Perché non ha dato nuove disposizioni ai suoi rappresentanti in ASIU e al presidente per le votazioni nel CdA?
Dobbiamo essere noi a indicare al sindaco che vi è una differenza sostanziale tra una dichiarazione d’intenti e una decisione presa a maggioranza nell’assemblea dei soci ASIU e verbalizzata? Che vi è una differenza enorme tra un’idea proclamata in campagna elettorale e una decisione presa e messa a verbale in una assemblea straordinaria degli azionisti in cui si dovevano ribadire la richiesta del pagamento immediato del debito, le linee del nuovo piano industriale che esclude il rialzo della ex-Lucchini, le regole di utilizzo del cono rovescio?
Prendiamo atto che nessuna forza politica ha portato in consiglio comunale quello che avevamo chiesto un paio di settimane fa in un comunicato: iniziare le procedure per far eseguire i carotaggi, riconoscere Colmata come centro abitato, predisporre la variante urbanistica che impedisca di utilizzare la LI53 come discarica, istallare le centraline controllate da ARPAT per il controllo della qualità dell’aria.
In questo modo va tranquillamente avanti il piano regionale che vuole fare della Val di Cornia un polo regionale per l’estrazione degli inerti da cava (hanno concesso una quantità tale di metri cubi da potere estrarre dalle cave di Campiglia e di San Vincenzo che praticamente corrisponde ad una concessione a vita) ed un polo nazionale per il trattamento, stoccaggio, spedizione, messa a dimora definitiva di rifiuti speciali pericolosi e non.
Altro che turismo e diversificazione economica!
Si lascia che il territorio venga sfruttato seguendo meri interessi economici di parte, senza considerare i limiti che la natura impone: questo avviene quando si permette la distruzione delle colline che circondano Campiglia e San Vincenzo e quando si permette di costruire su una palude, in un Sin da bonificare, altre discariche per permettere a privati i portarvi i rifiuti che gestiscono in tutta Italia.
Da anni sempre più comitati come il nostro nascono per chiedere un’inversione di marcia: il comitato per Campiglia, il comitato Lasciateci nascere a Piombino, il Camping CIG e tanti altri. Forse è il momento di iniziare a lottare insieme per difendere coi fatti e non solo a parole il territorio, la salute e lo sviluppo.
Comitato Salute Pubblica Piombino — Val di Cornia