Trasporto: meno partecipate, migliori servizi

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PIOMBINO 30 set­tem­bre 2015 — Il prob­le­ma vero non è la polem­i­ca di questi giorni ver­so il Sin­da­co Giu­liani che si è trova­to a gestire una situ­azione con­tro­ver­sa. Il nodo di fon­do attiene al pro­fi­lo, inno­va­tore o con­ser­va­tore, con cui la polit­i­ca ter­ri­to­ri­ale vuole stare nel­la rifor­ma regionale. La sfi­da che sta di fronte a noi è la seguente: cogliere la rifor­ma regionale del trasporto pub­bli­co per miglio­rare il servizio per gli uten­ti, difend­ere il lavoro, can­cel­lare le soci­età che non ser­vono più, tagliare con­sigli di ammin­is­trazione inutili, raf­forzare il ruo­lo pub­bli­co den­tro l’assemblea dei soci. La rifor­ma regionale del trasporto pub­bli­co è un fat­to sig­ni­fica­ti­vo, ovvero la real­iz­zazione di una gara regionale per la ges­tione del servizio, per super­are i tre ambiti esisten­ti e coin­vol­gere in modo pos­i­ti­vo i sogget­ti pri­vati che oper­a­no nel set­tore. Le aziende pub­bliche, com­pre­sa TIEMME di cui fac­ciamo parte, si sono pre­sen­tate in modo serio, parte­ci­pan­do alla gara insieme alle altre aziende di trasporto di matrice pub­bli­ca, uni­ta­mente a sogget­ti pri­vati che pos­sono portare un con­trib­u­to dinam­i­co all’offerta pre­sen­ta­ta. Il nos­tro ter­ri­to­rio deve stare in lin­ea con lo spir­i­to inno­va­tore del­la rifor­ma e super­are defin­i­ti­va­mente i retag­gi con­ser­va­tori sul man­ten­i­men­to di soci­età e con­sigli di ammin­is­trazione che in quest’ottica non han­no più sen­so se non a molti­pli­care posti e ruoli che non si gius­ti­f­i­cano più. È un errore pas­sare da ATM a TIEMME e ora alla soci­età uni­ca regionale tenen­do in pie­di anche le soci­età orig­i­nar­ie. Per questo noi “ren­ziani“ pen­si­amo che il PD si deb­ba fare por­ta­tore di una pro­pos­ta chiara ovvero che in caso di affer­mazione del rag­grup­pa­men­to di cui fa parte TIEMME (Val di Cor­nia, Gros­se­to, Siena e Arez­zo) si lavori per con­sol­i­dare un’u­ni­ca grande azien­da regionale del trasporto pub­bli­co, superan­do grad­ual­mente le soci­età orig­i­nar­ie e can­cel­lan­do da subito con­sigli di ammin­is­trazione e pres­i­den­ze. Dob­bi­amo cogliere quest’occasione per ridurre le soci­età e non per molti­pli­car­le. Nell’ambito dell’ azien­da regionale si può raf­forzare il ruo­lo dell’assemblea dei soci dove i nos­tri Comu­ni sono rap­p­re­sen­tati e pos­sono benis­si­mo far valere le pro­prie istanze, che non nec­es­sari­a­mente si devono con­cretiz­zare aven­do posti nei CDA a cari­co dei cit­ta­di­ni. Insieme a ques­ta pro­pos­ta, ci pare del tut­to sen­sato chi­ud­ere la vec­chia ATM che davvero non ha più sen­so di rimanere in pie­di, risol­ven­do con grad­u­al­ità il comoda­to d’uso degli immo­bili di pro­pri­età del Comune di Piom­bi­no. C’è bisog­no di scelte nette, per­ché il ris­chio è che la polit­i­ca si con­noti solo per le vicende legate alle nomine men­tre il PD del nos­tro ter­ri­to­rio dovrebbe col­lo­car­si alla tes­ta di un proces­so inno­v­a­ti­vo, per­ché l’innovazione vera va fat­ta e non solo decla­ma­ta.

Cos­ta Toscana #cam­bi­aver­so

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