ROSSI CANTA IL DE PROFUNDIS PER AGROINDUSTRIA E LOGISTICA

Dopo tre anni di alleluia ci si trova senza idee

· Inserito in Editoriale, Lavoro e lavori
Redazione

PIOMBINO 23 set­tem­bre 2017 — La non­cu­ran­za con la quale il pres­i­dente del­la Regione Toscana, Enri­co Rossi, can­ta il de pro­fundis sui prog­et­ti del polo agroin­dus­tri­ale ed anche su quel­lo del­la logis­ti­ca pre­sen­tati a suo tem­po da Cevital/Aferpi, dopo aver can­ta­to per anni l’al­leluia, è agghi­ac­ciante. Dopo anni, dopo che era­no entrati a far parte fon­da­men­tale del piano indus­tri­ale alla base sia del­la ven­di­ta del­la Luc­chi­ni a Cevital/Aferpi sia dell’ accor­do di pro­gram­ma per l’attuazione del prog­et­to di mes­sa in sicurez­za e ricon­ver­sione indus­tri­ale fir­ma­to dalle isti­tuzioni pub­bliche tutte e da Afer­pi il 30 giug­no 2015, oggi il pres­i­dente affer­ma can­di­da­mente che ha sot­to­pos­to il prog­et­to agroin­dus­tri­ale a IRPET, il cen­tro di ricer­ca del­la Regione Toscana, ed ha appu­ra­to che il prog­et­to del polo agroin­dus­tri­ale non è con­vin­cente.
Ovvi­a­mente c’è da chieder­si per quale moti­vo il pres­i­dente ha ritenu­to oppor­tuno chiedere questo appro­fondi­men­to solo ora e non tre anni fa.
Ma non solo.
Pas­sa qualche sec­on­do e poi arri­va il de pro­fundis anche per la parte logis­ti­ca per­ché, con­tin­ua il pres­i­dente, una vol­ta real­iz­za­to l’escavo dei fon­dali a 20 metri e per­ma­nen­do l’inadempienza di Cevi­tal, potrebbe essere riv­ista anche l’assegnazione delle aree por­tu­ali des­ti­nate alla piattafor­ma agroal­i­menta­re. Sic­come oggi non c’è per­sona che giu­dichi l’i­nadem­pien­za di Cevi­tal cosa su cui dis­cutere la con­clu­sione è chiara.
Ovvi­a­mente c’è da chieder­si per­ché su una tale quan­tità di aree si sia dato, sen­za prog­et­to alcuno, un dirit­to di opzione a Cevital/Aferpi e per­ché invece di seguire la nor­male pro­ce­du­ra per avere più prog­et­ti e com­prar­li, dato che le aree sono dema­niali, non si è ban­di­ta una gara pub­bli­ca aper­ta a tut­ti gli impren­di­tori qual­i­fi­cati che volessero inve­stire esi­gen­do ovvi­a­mente idee, prog­et­ti e garanzie finanziarie.
Alle domande qual­cuno pri­ma o poi dovrà pur rispon­dere.
Ma è la con­seguen­za che sca­tur­isce inevitabil­mente da quelle affer­mazioni del pres­i­dente che spaven­ta di più.
La con­seguen­za è che su par­ti così impor­tan­ti ed estese del ter­ri­to­rio comu­nale, per lo più di pro­pri­età pub­bli­ca, non solo si han­no oggi elab­o­razioni inutili susseguen­ti a prog­et­ti mor­ti (ad esem­pio l’anal­isi di ris­chio pre­sen­ta­ta da Afer­pi pre­lim­inare alle boni­fiche), non solo si han­no infra­strut­ture pub­bliche del tut­to incom­plete ma le stesse isti­tuzioni non san­no pro­prio cosa far­ci dato che tut­ta la stru­men­tazione urban­is­ti­ca adot­ta­ta è del tut­to super­a­ta dal crol­lo delle pre­vi­sioni Afer­pi.
Si apre una vor­agine nel­la pro­gram­mazione ter­ri­to­ri­ale del Comune di Piom­bi­no. Per non par­lare dei capi­toli boni­fiche e infra­strut­ture.
È in realtà una vor­agine di idee susseguente all’in­segui­men­to bal­dan­zoso del­l’im­prob­a­bile, per non dire del­l’im­pos­si­bile. Nat­u­ral­mente dati per cer­ti.
Il de pro­fundis can­ta­to dal pres­i­dente Rossi non vale solo per quei prog­et­ti, vale per le deci­sioni a suo tem­po prese da lui e da tante isti­tuzioni pub­bliche.

Commenta il post