Tre priorità per non commettere altri errori
PIOMBINO 9 dicembre 2017 — Il modello Piombino ha fallito. Senza questa elementare presa d’atto, nessun futuro potrà essere programmato per questo territorio. Dal 2013 ad oggi abbiamo assistito ad un continuo susseguirsi e sovrapporsi di accordi e accordicchi con un unico comun denominatore: tutti i fondi, che avrebbero dovuto essere stanziati per interventi di interesse generale o finalizzati a un potenziamento e rilancio del territorio, erano stati invece modulati su progetti privati che non avevano alle spalle alcuna garanzia reale e che sono puntualmente naufragati. In alcuni casi governo e istituzioni si sono avvalsi di fantasiosi progetti come il polo di smaltimento navale o la rottamazione della Costa Concordia, non perché basati su reali prospettive di sviluppo, ma semplicemente per giustificare lo stanziamento di risorse finanziarie. In ogni caso ha prevalso il bisogno impellente di politica ed istituzioni di dare una risposta immediata alla città, più per una logica di mantenimento del consenso che nella ricerca di un reale sforzo di programmazione. Su questi presupposti, senza obiettivi strutturati e visione di lungo periodo che rendessero fra loro organici gli interventi, era logico aspettarsi il fallimento generale che adesso ci troviamo ad affrontare. Eppure da tempo c’era chi, come noi, stava denunciando tutto questo, ricevendo in cambio l’accusa di “remare contro” per fini di speculazione politica. Il tempo dei progetti accattivanti quanto vuoti è finito e senza un immediato cambio di passo questo territorio marcerà a passi sempre più serrati verso il disastro sociale prima e la desertificazione poi. Noi vogliamo un territorio dove sia possibile una reale diversificazione. Adesso il governo faccia la sua parte, mettendo in campo risorse su progetti di interesse generale, in grado di rendere il territorio attrattivo per imprese di varia natura e dare alla politica locale la possibilità di progettare una Piombino dove le varie realtà produttive non saranno più in contrasto fra loro, dove qualsiasi tipo di monocultura sarà rifiutata con fermezza. Proponiamo un nuovo accordo di programma, con pochi punti, ma interamente finanziati, slegati da qualsiasi interesse privato, che ponga al centro la vivibilità della città e sia in grado di migliorare la competitività delle realtà esistenti: industria, piccola e media impresa, turismo.
Tre semplici punti:
- prolungamento della SS398 fino al porto; è paradossale che da trent’anni a questa parte non si sia trovato il modo di realizzare cinque chilometri di strada;
- completamento del porto; su questa infrastruttura sono già stati spesi soldi pubblici, ma senza il completamento di piazzali, banchine e collegamenti con la rete stradale e ferroviaria, il valore aggiunto rimane sulla carta;
- bonifiche; il cadavere di quella che fu l’area a caldo dello stabilimento siderurgico, sita a pochi passi dal centro città, non può che essere un limite alla crescita di Piombino, oltre ad essere fonte di rilascio di sostanze pericolose per la salute dei cittadini; le aree del SIN (Sito di Interesse Nazionale per le bonifiche – dichiarato nell’anno 2000) devono essere restituite alle future generazioni; nessun imprenditore si accollerà il costo passivo delle bonifiche con una prospettiva di rientro di decine di anni e comunque, come abbiamo visto nel recente passato, subordinerebbe l’efficacia degli interventi alle logiche di contrazione dei costi. Solo con un intervento pubblico sarà possibile ridare dignità a questo territorio, che ha contribuito con le sue acciaierie alla rinascita del Paese dal dopoguerra e che ha pagato un prezzo salato in termini di salute; è un dovere dello Stato.
MoVimento 5 Stelle Piombino
(Foto di Pino Bertelli)