Tutti ne parlano fuorché i consigli comunali
PIOMBINO 12 ottobre 2013 — Il sindaco Anselmi utilizza Facebook per dire che sono sei le proposte presentate durante l’incontro al Ministero dello sviluppo economico sull’Area di crisi complessa di Piombino (per leggere clicca qui).
Il presidente Kutufà ribadisce che l’incontro avvenuto presso lo stesso ministero il giorno dopo l’imponente manifestazione con i segretari nazionali di CGIL, CISL e UIL ha delineato «il quadro delle azioni in campo che complessivamente costituiscono un valido ventaglio di proposte» (per leggere clicca qui).
Anche il presidente Rossi non si esime dall’ annunciare che questa è «la sfida che da Piombino la Toscana ha lanciato al Paese, partendo da una esperienza storica del movimento operaio e delle istituzioni: conciliare ambiente e sviluppo» (per leggere clicca qui).
Lo sviluppo futuro della Val di Cornia passa di lì e si tratta di roba che tanto più è storica tanto più meriterebbe una bella discussione politica ed istituzionale nella quale tutti potessero misurarsi e confrontare i propri punti di vista. E dove se non nei Consigli Comunali dei Comuni della Va di Cornia ed in primis in quello di Piombino?
Ebbene in questo Consiglio Comunale si è approvato il 30 settembre un ordine del giorno nel quale si esprime solidarietà ai lavoratori dello stabilimento della Lucchini e si aderisce in veste ufficiale alla manifestazione del 3 ottobre 2013 che avrà luogo a Piombino e, andando indietro, si arriva al 12 febbraio quando si svolge in una seduta aperta sulla situazione delle industrie locali una ampia e qualificata discussione ma l’argomento non è certo costituito dalle linee di una possibile reindustrializzazione (per leggere clicca qui).
Da allora si sono firmati un protocollo d’intesa (per leggere clicca qui) ed un accordo di programma (per leggere clicca qui) ma il Consiglio Comunale, che è organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo né ne ha fatto oggetto di discussione né ha stabilito scelte, priorità, area geografica, strumenti attuativi e quant’altro.
Naturalmente ancor meno hanno fatto i Consigli Comunali di Campiglia, Suvereto, Sassetta e San Vincenzo.
Questa situazione deve preoccupare e molto. Poiché non si tratta di una svista non si può che concludere che siamo di fronte ad una concezione privatistica delle istituzioni e populista della politica nella quale il ruolo degli stessi partiti politici e delle rappresentanze sono più un fastidio che gli strumenti di confronto e di arricchimento delle idee.
Naturalmente gli appelli all’unità ed al marciare uniti sono quotidiani ma senza discussione e senza il rispetto dei luoghi di discussione non possono che suonare pura retorica quella dalla quale, una volta, gli insegnanti ci invitavano a rifuggire.