Tutto in discesa: i numeri generano preoccupazioni
PIOMBINO 15 luglio 2013 — Alcune informazioni statistiche che si aggiungono a quelle già pubblicate in altri numeri di Stile libero confermano la situazione di crisi della Val di Cornia. Crisi che dipende, nel bene e nel male, dalla più generale crisi europea ed anche da situazioni specifiche della zona. Rimane comunque l’immagine di un’area in regressione, che regge con l’assistenza degli ammortizzatori sociali e che penalizza coloro che il lavoro non ce l’hanno e nel lavoro non riescono ad entrare.
(Le fonti delle informazioni sono la Provincia di Livorno e l’Autorità Portuale di Piombino e dell’ Elba).
IL TURISMO
IL PORTO
Il traffico passeggeri nel porto di Piombino ha fatto registrare nel 2012 un consistente calo (- 6,7 %) rispetto al 2011 per un totale complessivo di 3.005.406 passeggeri, dovuto in particolare ad un considerevole calo (- 6,85%) del traffico passeggeri da/per l’Isola d’Elba, mentre il traffico passeggeri con la Sardegna è rimasto pressoché stabile.
Anche maggiore il calo (- 8,63 %) registrato nel settore dei veicoli, compresi i mezzi commerciali, il cui numero complessivo è di 902.672.
Il traffico merci, nella sua movimentazione complessiva, ha toccato 6.006.696 tonnellate, facendo segnare un sostanziale pareggio rispetto al 2011. Pertanto anche il traffico delle rinfuse solide, settore trainante per il porto di Piombino, è rimasto invariato rispetto al 2011, come del resto anche quello delle altre tipologie di merci.
Le navi commerciali arrivate nel 2012 sono state 513 contro le 416 del 2011. In totale, considerando tutte le tipologie di nave, ci sono stati 13.489 arrivi contro i 13.823 del 2011.
I dati dei primi mesi del 2013 rispetto al 2012 sono tutti in diminuzione.
IL LAVORO
La situazione della zona di Piombino appare in mutamento. A caratterizzare il mercato del lavoro a Piombino rispetto a quello complessivo della provincia è in primo luogo la conferma di una bassa disoccupazione maschile e la contrazione di quella femminile – già più elevata — mentre l’occupazione sia maschile che femminile rimane stabile e in coerenza con quella media provinciale. Meno occupati parasubordinati e autonomi, meno occupati nei servizi, più occupati dipendenti e soprattutto più occupati nell’industria ci restituiscono, all’interno della provincia, l’immagine di Piombino, ancora relativamente area industriale, con forti squilibri tra coloro che riescono a entrare e a restare nel mercato del lavoro e coloro che hanno difficoltà all’ingresso o a mantenere l’occupazione, vengono espulsi e finiscono tra gli inattivi, tra uomini occupati e donne disoccupate, tra giovani inattivi, precari o disoccupati e adulti occupati. Tutto ciò in modo più accentuato rispetto ad altri territori. Tuttavia il dato nuovo del quarto trimestre è la decisa espansione proprio delle categorie del lavoro atipico e, più contenuta, degli autonomi, mentre l’occupazione nell’industria flette seppur di poco e gli occupati dipendenti tengono il passo.