Un bilancio fallimentare da tutti i punti di vista

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CAMPIGLIA 30 mag­gio 2015 — L’approvazione del bilan­cio con­sun­ti­vo 2014 del Comune di Campiglia ha con­fer­ma­to purtrop­po le nos­tre pre­vi­sioni: l’imposizione al mas­si­mo imponi­bile del­la Tasi non era sosteni­bile per le famiglie in questo sta­to di crisi e il get­ti­to riscos­so è sta­to infe­ri­ore di 400.000 su 1.700.000 pre­visti. Ma andi­amo per ordine.
Nonos­tante la crisi le entrate trib­u­tarie con­tin­u­ano a salire, rag­giun­gen­do la cifra mai rag­giun­ta di 8.081.410 €, nel con­tem­po la spe­sa cor­rente (spe­sa ordi­nar­ia ges­tione del Comune) non scende quan­to ci si aspet­terebbe e si attes­ta a 10.879.000€. Calano inoltre gli inves­ti­men­ti che sono il sin­to­mo del­la vital­ità di un Comune. Da 1.400 mila del 2012 si pas­sa a 870 mila del 2013 per finire ad appe­na 581 mila del 2014.
Un altro ele­men­to allar­mante, ril­e­va­to dal revi­sore dei con­ti, è lo scosta­men­to sig­ni­fica­ti­vo tra ciò che era sta­to pre­vis­to nel bilan­cio pre­vi­sion­ale e ciò che effet­ti­va­mente è sta­to incas­sato: riguar­do le entrate trib­u­tarie si reg­is­tra­no rispet­ti­va­mente – 40.000 incas­sati per IMU, ‑130.000 per IRPEF, ‑369.000 per TASI, ‑128.000 per TARI per un totale di – 723.000€ non incas­sati. E’ la ripro­va che le famiglie stan­no viven­do un peri­o­do di forte crisi e non ce la fan­no più ad essere spre­mu­ti dalle tasse. La cosa più assur­da che è emer­sa da questo con­siglio sono le dichiarazione dell’assessore al bilan­cio Fer­roni che ha can­di­da­mente dichiara­to che “le pre­vi­sioni, che si sono riv­e­late ottimistiche,” nel bilan­cio pre­ven­ti­vo 2014 “le ave­va­mo fat­te in quel modo pro­prio in virtù dell’ avan­zo del 2013 che avrebbe potu­to essere uti­liz­za­to”.
Quin­di invece di usare l’avanzo di ammin­is­trazione per ridurre le tasse, attra­ver­so dei cri­teri di uguaglian­za, come ave­va­mo sug­ger­i­to noi in sede pre­vi­sion­ale, si sono appli­cate al mas­si­mo per poi usare l’avanzo per rip­i­anare le man­cate entrate. E’ la dimostrazione, se anco­ra ce ne fos­se bisog­no, che a ques­ta ammin­is­trazione non inter­es­sa capire le esi­gen­ze dei pro­pri cit­ta­di­ni e mod­u­lare il bilan­cio in pro­porzione alle con­dizioni eco­nomiche del paese, ma di far tornare i con­ti per garan­tire la spe­sa cor­rente e l’apparato.
Riguar­do la vicen­da delle “gravi irre­go­lar­ità di bilan­cio” evi­den­zi­ate dal­la Corte dei Con­ti, in Con­siglio abbi­amo con­tes­ta­to forte­mente il man­ca­to rispet­to dell’obbligo di pub­bli­cazione dell’atto del­la Corte sot­traen­do­lo alla conoscen­za e alla dis­cus­sione del con­siglieri comu­nali. Per protes­ta Comune dei Cit­ta­di­ni è usci­ta dall’aula durante la votazione. E’ la con­fer­ma dell’atteggiamento pre­po­tente che ques­ta ammin­is­trazione ha nei con­fron­ti del­la trasparen­za ver­so i cit­ta­di­ni.

Comune dei Cit­ta­di­ni

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