Un centro di cottura unico non va bene
SUVERETO 5 febbraio 2020 — L’altra sorpresa all’ordine del giorno dell’ultimo Consiglio Comunale del 30 gennaio, è la chiusura del centro cottura della mensa scolastica di Suvereto e la convenzione con il Comune di Piombino per la fornitura dei pasti, dove il gruppo di minoranza si è opposto per la frettolosa e silenziosa scelta.
A giugno il centro cottura della mensa scolastica di Suvereto, aperto ormai da quasi 40 anni, chiuderà ed i pasti verranno forniti dal Comune di Piombino e preparati nel centro cottura di Montegemoli, trasportati a Suvereto e la mensa non sarà più biologica, ma convenzionale.
Da ricordare che Suvereto fin dai primi anni ’90, a seguito di percorsi educativi di buona alimentazione nelle scuole, ha goduto e godrà solo fino a giugno prossimo, di una mensa con alimenti biologici. Una scelta compiuta dal Comune tanti anni fa, per tutelare la salute e l’ambiente e in coerenza con lo sviluppo sostenibile praticato e delineato per gli anni a venire dalle politiche locali, che hanno visto il territorio crescere e affermarsi con principi di salubrità e di eccellenza che hanno fatto la differenza per molti settori.
Le motivazioni della scelta, mai preventivamente discusse, sono state affrontate per la prima volta con il gruppo di minoranza nella commissione del 27 gennaio. Dagli atti e dall’esposizione della Sindaca è stato riferito che, lasciando invariate le caratteristiche del servizio richiesto, sia nelle modalità (centro cottura) che nel merceologico richiesto (integralmente biologico) con una media giornaliera di pasto inferiore a 100, si metterebbe in discussione la sostenibilità finanziaria del servizio e la capacità di rispondere alle esigenze delle famiglie nell’erogazione del servizio. Per rendere appetibile la gara da parte di una ditta interessata, il costo del pasto a base di gara dovrebbe essere maggiore di quello attuale: mantenendo il costo attuale (perché così impone la cifra stanziata a bilancio) un’ eventuale gara potrebbe andare deserta.
Un comportamento che ci trova costretti ancora ad esprimere il totale disaccordo sul metodo che è ormai divenuta una costante del fare di questa amministrazione, ovvero quello di portare in commissione l’approvazione di atti di fondamentale importanza, dopo che i medesimi sono già stati inseriti all’ordine del giorno di una seduta già fissata del Consiglio Comunale, destituendo così di ogni sua funzione l’istituto della commissione consiliare. Per non dire poi della leggerezza che abbiamo potuto udire dagli interventi ripetuti anche nella seduta del Consiglio Comunale che sconcertano per come viene liquidato il rapporto con il diritto alla salute garantendo una alimentazione più sana come risultato evolutivo che porta qualità di vita al bambino, all’ambiente e all’agricoltura.
E poi aprire un confronto istituzionale, con le famiglie e i cittadini in tempo utile, avrebbe dimostrato un alto e concreto senso di responsabilità istituzionale ed avrebbe salvaguardato quel percorso intrapreso da decenni e sorto dall’esigenza, ma anche dalla responsabilità, di facilitare, sin dall’infanzia, l’adozione di abitudini alimentari corrette.
Altre preoccupazioni derivano dalla distanza del centro cottura di Loc. Montegemoli, cotture ed orari diversi di somministrazione del pasto delle scuole locali, sarà in grado di garantire quella qualità del cibo, che la Sindaca ritiene di perseguire, abbandonando il biologico per il convenzionale? La Sindaca a mezzo stampa ha dichiarato di essere sicura di un miglioramento del servizio oltre che di un’ottimizzazione dei costi — che rimarrebbero però uguali per le famiglie — e la possibilità di offrire ulteriori servizi educativi e scolastici che ad oggi non vengono indicati né nella forma né nei suoi contenuti.
Un altro aspetto, tra le osservazioni poste quello del destino lavorativo del personale che attualmente lavora in cucina.
All’incirca 3 anni fa l’amministrazione ha scelto di investire nell’ammodernamento delle attrezzature della cucina (anche per motivi di sicurezza), riducendo il numero dei fuochi da 6 a 4. Ci domandiamo se è stata anche questa scelta ad aver portato ad una impossibilità di mantenere gli standard di qualità del cibo richiesti e a rendere non perseguibile l’obiettivo di una maggiore varietà nel menù.
La prospettiva futura poi di un aumento dei pasti che, come ha affermato la sindaca, potrebbe essere determinata dall’aumento dei giorni scolastici a tempo pieno e che è al vaglio dell’amministrazione e della dirigenza scolastica, avrebbe forse reso necessaria un’analisi più approfondita.
L’aspetto di collaborazione con gli altri Comuni, quello che porta a ciascuno pari condizioni e dignità, è sicuramente la formula del futuro, ma non possiamo accettare il mancato e necessario confronto per l’ottenimento del miglior servizio possibile e il mantenimento di un’ eccellenza come in questo caso di una mensa integralmente biologica ormai trentennale, che per un Comune come il nostro ha il suo valore e fa la sua differenza, che casomai meritava di essere estesa ad altre realtà e non il contrario.
La Sindaca a mezzo stampa non ha però riferito di una impossibilità di sostenere finanziariamente un nuovo appalto alle medesime condizioni attuali, anzi ha riferito che sarebbe stato possibile “continuare come oggi, scelta forse più semplice, ma che si è scelto di cambiare”. Ci chiediamo, allora se questa scelta era veramente necessaria e ci auguriamo, vista l’approvazione da parte della maggioranza, che sia compiuto tutto quanto possibile per concordare con il Comune di Piombino un capitolato d’appalto che possa prevedere per Suvereto il mantenimento di un menù biologico.
UniAmo Suvereto
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