Un convegno perché nessuno venga abbandonato
PIOMBINO 18 gennaio 2017 — La legge sul «Dopo di noi» e il volto della speranza: sarà questo il tema del convegno organizzato dal movimento associativo www.dirittovitadignitosa.it che si occupa dei diritti delle persone con disabilità gravi e gravissime. Il V° convegno nazionale si svolgerà in forma di tavola rotonda. L’incontro si terrà venerdì 20 gennaio dalle 10 alle 13 nella Sala Fabiani di Palazzo Medici Riccardi (via Cavour 1, Firenze). Ci saranno i saluti del cardinale Giuseppe Betori e di Sara Funaro, assessore al welfare del Comune di Firenze, e le relazioni di Raffaele Lenzi, docente di diritto civile a Siena, Stefania Saccardi, assessore regionale alla sanità, Alessandro Giovannini, docente di diritto a Siena e Pisa. Introdurrà e coordinerà Alberto Guerrieri, animatore sia del convegno sia del movimento www.dirittovitadignitosa.it. Il convegno è promosso in collaborazione con Comune di Firenze, Regione Toscana, Università Sant’Anna di Pisa, Università di Siena, Studio Giovannini e Partners e con il coinvolgimento di associazioni e organizzazioni di rappresentanza delle persone disabili.
Il convegno prenderà spunto dalla nuova legge cosiddetta “Dopo di noi” approvata in via definitiva martedì 14 giugno 2016 alla Camera con 312 voti a favore, 64 contrari e 26 astenuti. È il provvedimento che introduce il sostegno e l’assistenza alle persone con disabilità grave dopo la morte dei parenti che li accudiscono.
L’articolo 1 esplicita le finalità del disegno di legge, inteso a favorire il benessere, la piena inclusione sociale e l’autonomia delle persone con disabilità, in attuazione dei princìpi di cui agli articoli 2, 3, 30, 32 e 38 della Costituzione, agli articoli 24 e 26 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e agli articoli 3 e 19 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, fatta a New York il 13 dicembre 2006 e ratificata dall’Italia ai sensi della legge n. 18 del 2009.
In particolare, la legge disciplina:
- misure di assistenza, cura e protezione in favore delle persone con disabilità grave, non determinata dal naturale invecchiamento o da patologie connesse alla senilità, prive di sostegno familiare, in quanto mancanti dei genitori o perché gli stessi non sono in grado di “fornire l’adeguato sostegno genitoriale”. Le predette misure sono integrate nel progetto individuale per le persone disabili di cui all’articolo 14 della legge 8 novembre 2000, n. 328, sono assicurate attraverso la progressiva presa in carico della persona già durante l’esistenza in vita dei genitori e sono definite con il coinvolgimento dei soggetti interessati e nel rispetto della volontà delle persone con disabilità grave, ove possibile, dei loro genitori o di chi ne tutela gli interessi;
- misure di agevolazione per i seguenti negozi o atti giuridici, se destinati in favore di disabili gravi: erogazioni da parte di soggetti privati; stipulazione di polizze assicurative; costituzione di trust; costituzione di vincoli di destinazione di beni immobili o di beni mobili iscritti in pubblici registri; costituzione di fondi speciali, composti di beni sottoposti a vincolo di destinazione e disciplinati con contratto di affidamento fiduciario anche in favore di alcune organizzazioni non lucrative di utilità sociale.
Recentemente il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, e il Ministro dell’economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, hanno firmato il decreto attuativo che fissa i requisiti per l’accesso alle prestazioni a carico dell’apposito Fondo istituito dalla legge e stabilisce la ripartizione tra le Regioni delle risorse per l’anno 2016 pari a 90 milioni di euro. Sul decreto era stata raggiunta l’intesa nella Conferenza Unificata.
Di tutto questo si parlerà nella tavola rotonda, che anche sarà l’occasione per lanciare un messaggio a tutte le istituzioni e a tutti i soggetti della società perché l’applicazione della legge non sia immaginata come un semplice adempimento burocratico ma sia l’occasione, invece, perché l’obbiettivo di garantire alle persone disabili la certezza che nessuno verrà abbandonato dopo il venir meno dei genitori sia considerato un impegno collettivo.
Sia anzi la cifra di una società democratica che in questo obbiettivo si identifica naturalmente.