Un misto tra incompetenza e menefreghismo

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pervenuta in redazione

PIOMBINO 7 novem­bre 2018 — Quel­lo che si sta delin­e­an­do intorno alla vicen­da delle acciaierie di Piom­bi­no è un mis­to tra incom­pe­ten­za e mene­freghis­mo da parte di un gov­er­no che, dopo aver fat­to cam­pagna elet­torale sul­la pelle di migli­a­ia di operai, oggi si smar­ca
met­ten­do una intera comu­nità nelle con­dizioni di non rius­cire più ad arrivare a fine mese.
Alla vig­ilia delle elezioni del 4 mar­zo il min­istro e vicepremier Mat­teo Salvi­ni in per­sona venne a Piom­bi­no, davan­ti ai can­cel­li del­la fab­bri­ca, a rac­con­tare quelle che alla luce dei fat­ti si sono riv­e­late frot­tole, per non dire di peg­gio.
Nazion­al­iz­zazione, questo ave­va paven­ta­to. Invece nem­meno la pros­e­cuzione degli ammor­tiz­za­tori sociali volu­ti dal gov­er­no Pao­lo Gen­tiloni è sta­ta garan­ti­ta.
Ad oggi il min­istro Lui­gi Di Maio, l’altro espo­nente del “gov­er­no del popo­lo” non ha mai parte­ci­pa­to una sola vol­ta alle decine di tavoli che si sono suc­ce­du­ti in questi mesi per par­lare di Piom­bi­no, i suoi prog­et­ti e i prob­le­mi da affrontare.
Approssi­mazione e mene­freghis­mo come pale­sato dal­la stesura del DL 119 che, a det­ta del gov­er­no gial­lo-verde, avrebbe dovu­to risol­vere i prob­le­mi del­la fine del monte ore del­la cas­sa inte­grazione.
Sor­pre­sa! Il DL 119 che sem­bra­va licen­zi­a­to appos­ta per Piom­bi­no di fat­to non è applic­a­bile alla nos­tra realtà.
Come nes­suna inizia­ti­va è sta­ta ipo­tiz­za­ta per pot­er far fronte alla fine del monte ore del­la cas­sa inte­grazione per quest’anno con la conc­re­ta pos­si­bil­ità di avere le buste paga, da qui a fine anno, a zero per moltissi­mi lavo­ra­tori.
Il dub­bio a questo pun­to è se l’incompetenza reg­na sovrana fra i nuovi pal­a­di­ni del popo­lo o se, più sem­plice­mente, Piom­bi­no, dopo tutte le promesse del­la cam­pagna elet­torale, viene abban­do­na­ta a se stes­sa equiparan­do il sec­on­do sta­bil­i­men­to siderur­gi­co d’Italia a una qualunque altra azien­da.
A qualche politi­co è scap­pa­to det­to che “gli operai di Piom­bi­no non han­no il fioc­co rosso”
Nes­suno ha mai chiesto fioc­chi rossi o trat­ta­men­ti fuori dalle regole, ma sem­plice­mente essere riconosciu­ti come forza lavoro di uno sta­bil­i­men­to che, fino al gov­er­no prece­dente, era con­sid­er­a­to strate­gi­co.
Nes­sun fioc­co rosso, ma sola­mente il rispet­to di accor­di pre­si in prospet­ti­va del­la real­iz­zazione dei piani del nuo­vo impren­di­tore.
Non ci sono prob­le­mi finanziari, del vec­chio decre­to già finanzi­a­to res­ta una cospicua som­ma più che suf­fi­ciente per finire l’anno, idem per il 2019 con il finanzi­a­men­to del nuo­vo DL.
Quel­la che ora man­ca è la volon­tà polit­i­ca di far­lo. Che spet­ta al  min­istro in per­sona, a nes­sun altro.

Fed­er­azione PD Val di Cor­nia Elba
Cir­co­lo delle Fab­briche Piom­bi­no  PD

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