Un progetto per i parchi urbani piombinesi

· Inserito in Spazio aperto
Riccardo Gelichi

PIOMBINO 26 luglio 2016 — I parchi urbani, in ogni ambito cit­tadi­no in gen­erale ed in par­ti­co­lare nelle cit­tà riconosciute a final­ità tur­is­ti­ca ma sopratut­to quelle che ne vogliono intrapren­dere la vocazione, devono riten­er­si indis­pens­abili e com­ple­men­tari per la qual­i­fi­cazione del ter­ri­to­rio.
La nos­tra cit­tà può con­tare solo teori­ca­mente sui parchi urbani, fino ad ora mai resi fun­zion­ali, se non attra­ver­so lo sfor­zo di zelan­ti volon­tari: si guar­di il Fal­cone, i Quat­tro Pini, l’area dei Pozzetti e quel­la del Semaforo, sen­za con­tare le ampie aree di pro­pri­età pub­bli­ca las­ci­ate al degra­do o con des­ti­nazioni incerte.
Sarebbe pri­or­i­tario ren­dere fruibili queste aree, attrez­zan­dole cias­cu­na per le pro­prie carat­ter­is­tiche; ma anche pren­dere in con­sid­er­azione quelle non espres­sa­mente des­ti­nate a parchi: mi riferisco ai Diac­cioni in prossim­ità degli impianti sportivi e quelle già def­i­nite di Cit­tà Futu­ra in adi­a­cen­za agli impianti indus­tri­ali.
Per le aree dei Diac­cioni, oltre la poten­ziale vocazione per addi­venire polo sporti­vo, servirebbe un prog­et­to che potrebbe vedere la loro des­ti­nazione a par­co pub­bli­co arbo­ra­to attrez­za­to, per un uten­za di pic­coli e gran­di, con ampi spazi des­ti­nati al tem­po libero, momen­ti d’aggregazione e di fes­ta all’aria aper­ta.
Invece per le aree — già chia­mate — di Cit­tà Futu­ra, pro­prio per l’infelice col­lo­cazione prossi­ma agli impianti indus­tri­ali, sarebbe inter­es­sante focal­iz­zarle come nuo­vo pol­mone cit­tadi­no attra­ver­so un prog­et­to d’intensa piantu­mazione arborea. Las­cian­do al tem­po il nec­es­sario restau­ro ambi­en­tale, l’area deb­ita­mente arreda­ta da strut­ture, illu­mi­nazione adegua­ta, spazi per il tem­po libero, quin­di prog­et­ta­ta con per­cor­si alberati e orti odor­osi di mac­chia mediter­ranea, potrebbe diventare rin­no­va­ta meta di fre­quen­tazione.

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