Un tavolo multiculturale anima il quartiere Cotone
La storia inizia nel settembre del 2010 con il termine del percorso partecipativo gestito dalle ragazze della ditta Sociolab all’interno del progetto Città Futura .
Il nome “Tavolo” nasce da un felice piccolo intervento di Fabio Cento, per la presentazione del gruppo appena composto, al convegno sulla partecipazione tenutosi in piazza della Rinascita (Cotone) nel settembre del 2010.
Il Tavolo è composto dalle associazioni presenti sul territorio (Gruppo 2000, Samarcanda, Arci Cotone, la parrocchia del Cotone, Uisp, Consulta degli stranieri), da cittadini e da rappresentanti del consiglio di quartiere
Inizialmente la funzione era quella di individuare le attività da inserire nei locali del Centro Civico previsto nel piano di Città Futura. Da subito è emersa invece la necessità di avviare alcune iniziative propedeutiche e ritenute prioritarie per la comunità, atte a favorire una riorganizzazione sociale rispondente alle esigenze reali del quartiere.
Come esigenza primaria fu individuata la possibilità di interagire con i nuovi abitanti del quartiere provenienti da ogni nazionalità, tentando di superare la difficoltà di comprensione legata alla lingua e alle abitudini. Per questo, grazie alle maestre, alle volontarie del quartiere e alla collaborazione di tutti i componenti del tavolo, inizia a dicembre, nel centro civico, la bella esperienza della scuola di alfabetizzazione per le donne immigrate. Ci piace inquadrarla con le parole delle protagoniste:
“Se tante sono state le donne che abbiamo incontrato, immaginate quanti sono stati i bambini che abbiamo intrattenuto mentre le loro mamme tentavano di concentrarsi sulle lezioni …e nello stretto spazio del centro civico non è stato per niente facile. Un’esperienza tutta in salita, ma senza dubbio bella: ogni volta, una volta alla settimana, ne uscivamo affaticate, ma con il piacere di avere dato e ricevuto”.
Lo stesso si può dire per l’altra esperienza del doposcuola, iniziato nel mese di febbraio, 2011 per bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie inferiori.
Altri volontari, del quartiere e non, altro momento fondamentale per la semina di quel sentimento di reciproca collaborazione e accoglienza spesso dimenticato.
Le attività si protraggono fino al mese di maggio e si concludono con una giornata di vera festa nella piazza della Rinascita, con la consegna dei simbolici diplomi alle donne e con uno scambio di pietanze e dolci preparati da ognuno dei partecipanti.
Gioia, commozione, gioventù, grida di bambini di tutte le età e nazionalità, sorrisi reciproci e scambi di felicità .
Ad oggi le attività sono di nuovo iniziate e la partecipazione è sempre più numerosa. Questo è il segnale che la strada potrebbe essere quella giusta.
Parallelamente a queste iniziative, sono state organizzate delle giornate prettamente ludiche a favore di tutti i bambini del quartiere.
La convinzione è che lo stare insieme dei bambini nel gioco, privo di ogni preconcetto, debba esser d’esempio per noi adulti della normalità della diversità, una diversità che deve diventare ricchezza e accrescimento di conoscenza e collaborazione.
I momenti di incontro, fra cui la manifestazione chiamata “Aggiungi un posto al tavolo” in cui i profumi e i cibi preparati spontaneamente da tutti e dalle diverse realtà etniche esprimono gioia e condivisione, non sono però l’unico impegno del tavolo.
Su sollecitazione di alcuni cittadini, è iniziata una discussione sul decoro della zona, violato dall ’ abbandono incontrollato dei rifiuti.
Anche in questo caso la scelta del Tavolo e dei cittadini, coadiuvati dall ‘Asiu, è stata quella dell ’ incontro.
Si è convinti che la nuova riorganizzazione sociale del quartiere debba appartenere a tutti i cittadini che Vi vivono e che tutti ne devono essere consapevoli e responsabili.
Ci sono stati incontri settimanali portone per portone preceduti da avvertimento porta a porta svolto da componenti delle varie etnie. Obiettivo: sensibilizzare al giusto conferimento e discutere su un’ organizzazione che sia condivisa e che permetta di raggiungere gli obiettivi previsti per la raccolta differenziata.
Tutta la comunità è stata coinvolta ed ha potuto scegliere se partecipare o meno, tutti sapevano e tutti stanno operando per risultati sempre migliori.
E’ di questo mese l’ incontro di una delegazione del tavolo con il maresciallo della stazione dei carabinieri della stazione di Porto vecchio. L’ occasione si presentata dopo un incontro con il comandante fatto dal quartiere. Il senso dell’incontro, oltre che a favorire un miglior controllo del territorio, è nello spirito che fin dall’inizio il tavolo ha cercato di diffondere: tutte le realtà operative, associative, istituzionali possono e devono collaborare per favorire e migliorare il senso di comunità.
Nel corso del 2012 si concretizza con l’amministrazione la richiesta, già effettuata l’ anno precedente durante l’inaugurazione della piazza della Rinascita, di nuovi locali più consoni alle attività svolte e cioè i locali dei magazzini comunali . Oggi dopo la collaborazione di tanti anche all’arredo la struttura è operativa.
E’ da quella nuova sede che nasce la storia di oggi con l’ultimo incontro avvenuto il 28 febbraio su richiesta della comunità Islamica
“C’è possibilità di dialogo tra culture, cominciando dallo scambio del cibo e dai racconti tra donne e bambini. testimonianze di vita veri: di tentativi di integrazione e di resistenze, di diversità da sentire come ricchezza e non come ostacolo”. Questo il senso del dialogo al tavolo da Padre Carlo a Jalil a tutti coloro che hanno contribuito con la loro testimonianza ad arricchirlo e a chi ha portato la voglia di esserci e di progettare insieme, a Fatima, che non era lì, ma per la quale tutti combattono perchè la vogliono fra loro, con o senza il suo burqa.
Comincia una nuova storia adesso!!
Obiettivi condivisi di questo percorso sono quelli di ricreare il senso di comunità e la riappropriazione dei luoghi con il contributo di tutti coloro che vorranno rendere il “Tavolo” sempre più allargato e ricco di idee da sviluppare e realizzare, rianimare la discussione sulle problematiche e le soluzioni possibili ai disagi e alle criticità vissute dalla comunità del quartiere. Costruire una comunità che pensi al futuro e lavorare con i rappresentanti delle etnie per il domani, che non potrà che essere un futuro multiculturale, incentivare la conoscenza reciproca degli abitanti vecchi e nuovi, condividere e indirizzare i rinnovamenti che stanno interessando una parte di identità storica della città. Questo non può essere che un percorso lento, fatto di piccole conquiste, come le iniziative che fin qui abbiamo ricordato, ma è l’unica via che può garantire una vera rinascita del senso di appartenenza alla comunità. Uniti nella diversità„ nella condivisione e nel rispetto delle regole.
(foto di Pino Bertelli)