Un vero piano industriale non una carta d’intenti

PIOMBINO 4 mag­gio 2018 — Sem­br­erebbe che la trat­ta­ti­va tra pri­vati sia giun­ta  alla fase finale.  Come orga­niz­zazione sin­da­cale pos­si­amo anche immag­inare e  aus­pi­care gli sce­nari migliori ma quel­lo che dob­bi­amo fare, da subito, è svol­gere quel­lo che da sem­pre è  uno dei  nos­tri com­pi­ti prin­ci­pali: tute­lare il lavoro e la sicurez­za.

Lavoro per diret­ti e indot­to. Non si trat­ta di sem­plice dem­a­gogia ma di come pro­gram­mare la riparten­za di ques­ta nuo­va fase. Ecco che  allo­ra   l’am­mor­tiz­za­tore, la  dura­ta e la sua tipolo­gia — che ques­ta vol­ta dovrà riguardare com­mit­tente ed appalti- è una tem­at­i­ca da dis­cutere urgen­te­mente.

La rotazione dei lavo­ra­tori. Questo argo­men­to del­la rotazione ci preme da sem­pre vis­to che, nel nos­tro pro­gram­ma di pre­sen­tazione alle votazioni per la lista uglm,  è  sta­to uno dei pun­ti car­dine. Lavo­ra­tori   che da trop­pi anni sono fuori dal mon­do del lavoro e che invece deb­bono tornare a svol­gere un’ attiv­ità.  L’am­mor­tiz­za­tore, ques­ta vol­ta,  non  può essere gesti­to in maniera uni­lat­erale ma dovrà per­me­t­tere la più ampia e pos­si­bile rotazione.

La  for­mazione. Sarà un altro impor­tante stru­men­to.  Parten­za  imme­di­a­ta  ma andrà uti­liz­za­ta con  razion­al­ità  per­ché è impor­tante che la for­mazione non sia imp­ie­ga­ta gius­to tan­to per fare ma dovrà creare pos­si­bil­ità e con­ti­nu­ità.

Garanzia di una pro­ro­ga del­la sorveg­lian­za del gov­er­no.

Res­ta poi l’aspet­to del­la sicurez­za di impianti rimasti per anni inat­tivi e di altri da demolire per i quali iniziare  sman­tel­la­men­ti e boni­fiche. Su questo capi­to­lo anche il Gov­er­no dovrà fare la sua parte con finanzi­a­men­ti e mes­sa in sicurez­za di un sito di inter­esse nazionale met­ten­do in pie­di stru­men­ti appro­priati per aree di crisi com­p­lessa, come ora­mai da mesi con­tinuiamo a ripetere. Tem­pi da definire e da rispettare anche per quan­to riguar­da il por­to le cui con­ces­sioni a 60 anni van­no sicu­ra­mente appro­fon­dite per non vin­co­lare e diventare di nuo­vo ostag­gio di qual­cuno.

Insom­ma cautela ma deter­mi­nazione e avan­ti con un vero piano indus­tri­ale, non una car­ta di inten­ti.

Sab­ri­na Nigro e Clau­dio Luc­ch­esi

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