Una Commissione dei diritti della persona

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pervenuta in redazione

PIOMBINO 6 feb­braio 2016 — La CPO (Com­mis­sione Pari Oppor­tu­nità) ci appare lim­i­ta­ti­va rispet­to ai tem­pi che vivi­amo, per­ciò sarebbe a nos­tro avvi­so mod­i­fi­ca­bile: ne van­no indub­bi­a­mente riconosciu­ti i mer­i­ti, ma altret­tan­to ones­ta­mente va con­stata­to che l’attuale strut­turazione è figlia di una sta­gione ormai data­ta. Se le lotte fem­min­iste del sec­o­lo scor­so ave­vano sti­mo­la­to il prob­le­ma del­la Par­ità dei Dirit­ti e quin­di dell’accesso alle Oppor­tu­nità, è pro­prio sul­la fal­sari­ga di quelle istanze di eman­ci­pazione e di paritetic­ità che dovrem­mo allargare il con­cet­to alla “Per­sona” sia ques­ta uomo o don­na, etero o omoses­suale, ital­iana o straniera, quin­di pen­si­amo che occor­ra dare oggi un’interpretazione esten­si­va ed a tut­to ton­do del con­cet­to di “Pari Oppor­tu­nità”. Purtrop­po la cronaca quo­tid­i­ana ci dice che la vio­len­za sulle donne (sul­la quale siamo usci­ti con arti­coli, fat­to incon­tri, inter­pel­lanze) è ben lun­gi da essere un argo­men­to del pas­sato, così come anco­ra non lo sono molte altre dis­crim­i­nazioni di tipo fisi­co, ses­suale, sociale e lavo­ra­ti­vo: la “mis­sion” del­la CPO, in prat­i­ca, è tutt’altro che super­a­ta. Stori­ca­mente tali com­mis­sioni nascono infat­ti per affer­mare dirit­ti uni­ver­sali cui le donne era­no in gran­dis­si­ma parte rese estra­nee e che gra­zie alle loro battaglie ed ai loro sac­ri­fi­ci sono poi diven­tati pat­ri­mo­nio delle soci­età civili. Il sogget­to delle com­mis­sioni sono dunque i dirit­ti, non le donne intese come cat­e­go­ria a sé stante, ma donne che in quan­to per­sone sono tito­lari di sacrosan­ti dirit­ti. E’ cioè il sin­go­lo indi­vid­uo, uni­co ed irripro­ducibile, tito­lare di dirit­ti, non invece una cat­e­go­ria dis­crim­i­na­ta, sia essa quel­la delle donne, degli omoses­su­ali, degli stranieri, dei bam­bi­ni o altro. Per questo Noi pro­poni­amo l’al­larga­men­to del­la sud­det­ta com­mis­sione a tut­ti col­oro, asso­ci­azioni o movi­men­ti che siano, sen­si­bili al tema dei dirit­ti dei sin­goli indi­vidui con­tro ogni dis­crim­i­nazione e per le pari oppor­tu­nità per tut­ti. Questo cre­di­amo sia il sen­so del ddl Cirin­nà, che final­mente affronta la affer­mazione dei dirit­ti per tutte le per­sone che cos­ti­tu­is­cono lib­era­mente unioni e famiglie al di là dei canoni cosid­det­ti tradizion­ali; questo era anche il sen­so delle man­i­fes­tazioni che qualche giorno fa han­no por­ta­to in piaz­za migli­a­ia e migli­a­ia di per­sone e che han­no vis­to pro­tag­o­nista anche Piom­bi­no. Ma se restando anco­rati ad una con­cezione set­taria dei Dirit­ti non si volesse allargare tale com­mis­sione, pur non com­pren­den­done i motivi dici­amo almeno che si isti­tu­is­ca una Com­mis­sione dei Dirit­ti del­la Per­sona del­la quale pos­sano così far parte quelle asso­ci­azioni e per­son­al­ità che palese­mente apparten­gono a ques­ta branchia di val­ori e di sen­si­bil­ità, non in con­trap­po­sizione alla CPO esistente, ma come ampli­a­men­to e col­lega­men­to con le isti­tuzioni. Non lo rite­ni­amo un “car­roz­zone”, ma un seg­no dei tem­pi, civile e oppor­tuno, aper­to e laico.

Coor­di­na­men­to Spir­i­to Libero per Piom­bi­no

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