Una delibera vuota, contraddittoria, imbarazzante
CAMPIGLIA MARITTIMA 18 dicembre 2019 — La delibera del Consiglio Comunale di Campiglia sugli indirizzi strategici da esprimere circa Ischia di Crociano con eccezionale urgenza, si è rivelata vuota, contraddittoria, imbarazzante.
L’Amministrazione è riuscita a sbagliare tutto, ed è andata in barchetta persino sulla stessa convocazione straordinaria del Consiglio avvenuta con preavviso insufficiente stante quanto disposto da Regolamento e Statuto. Su quale fosse poi l’urgenza il mistero della vigilia si è infittito.
Se prima del Consiglio si vociferava un’improbabile funzione per evitare cause risarcitorie a danno del Comune, nella seduta questa insensata motivazione non è stata neppure affrontata. Sindaco e maggioranza si sono limitati alla solita, bolsa litania su RIMateria strumento per le bonifiche e sulle cattive amministrazioni di Piombino e Suvereto cui fortunatamente per tutti noi si contrappone la saggezza illuminata di quelle di Campiglia e San Vincenzo.
L’Amministrazione ha infine sostenuto di voler deliberare prima dell’assemblea di RIMateria. Perché? Ovviamente gli indirizzi strategici il Consiglio deve darli all’Asiu non a RIMateria, ma per farlo si è in ritardo di due settimane, ovviamente gli indirizzi strategici nella delibera non ci sono e questo la fa apparire assai bizzarra.
Tra le mille contraddizioni insanabili la più grossa: approvare e fare propria la delibera regionale che prescrive soli rifiuti siderurgici piombinesi nella LI53 e altro ancora, per sostenere un piano industriale, quello presentato da RIMateria, che si propone l’esatto opposto.
Ma di sciogliere queste contraddizioni non c’è urgenza. Come non c’è mai stata urgenza di discutere, quando si poteva e si doveva, dei piani industriali di Asiu prima e RIMateria poi, nonostante la prima fosse intenta a scavare un buco di 50 milioni di euro e la seconda si dedicasse ad importare rifiuti da fuori nonostante gli indirizzi ricevuti dai Consigli Comunali parlassero di prossimità, recupero di materia e bonifiche.
Ora siamo tutti più tranquilli. Campiglia e San Vincenzo hanno deliberato degli indirizzi strategici da dare non si sa a chi, da esprimere in non si sa quale consesso, di sostenere le prescrizioni della delibera regionale approvando un piano industriale che le viola apertamente.
I veleni che nessuno sente la necessità di bonificare, sono quelli del conflitto interistituzionale apertosi in Val di Cornia col cambio di maggioranza a Piombino che blocca di fatto ogni possibilità di portare a livelli più alti progetti fondamentali per il rilancio economico dell’area sostenuti dall’intero territorio. Anche su questo, Ticciati e colleghi, non sentono l’urgenza.
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