Una democrazia tutta da riformare

· Inserito in Editoriale
Redazione

La forza del­la democrazia, quel­la che la rende, sec­on­do Win­ston Churchill, la peg­gior for­ma di gov­er­no eccezion fat­ta per tutte quelle forme che si sono sper­i­men­tate fino ad ora, è la sua capac­ità di autori­for­ma. É ciò che inten­de­va Karl Pop­per quan­do pre­cisa­va: «…per democrazianon inten­do affat­to qual­cosa di vago…, ma un insieme di isti­tuzioni (e fra esse spe­cial­mente le elezioni gen­er­ali, cioè il dirit­to del popo­lo di licen­ziare il gov­er­no) che per­me­t­tano il con­trol­lo pub­bli­co dei gov­er­nan­ti e il loro licen­zi­a­men­to da parte dei gov­er­nati, e che con­sen­tano ai gov­er­nati di ottenere riforme sen­za ricor­rere alla vio­len­za e anche con­tro la volon­tà dei gov­er­nan­ti…».
A Pop­per sarebbe piaci­u­to sot­to­porre a confu­tazione la sua asserzione nel­la situ­azione dell’ Italia di oggi.
In Italia pro­prio qui siamo, in una situ­azione cioè nel­la quale o il sis­tema isti­tuzionale si rifor­ma o perisce. E con esso la capac­ità di dare risposte ai cit­ta­di­ni. Siamo in una situ­azione eco­nom­i­ca e sociale nel­la quale pro­fonde riforme eco­nomiche e sociali sono nec­es­sarie e queste pos­sono essere real­iz­zate solo se la polit­i­ca è capace. Si può dis­cutere su quali riforme sono nec­es­sarie ma non si può met­tere in dis­cus­sione che la polit­i­ca è chia­ma­ta a questo impeg­no. Ma poiché le elezioni ci han­no con­seg­na­to una situ­azione di sostanziale ingovern­abil­ità ciò sem­bra impos­si­bile. Impos­si­bile a meno che le forze politiche o parte sig­ni­fica­ti­va e suf­fi­ciente tro­vi­no l’ac­cor­do su quelle riforme che pos­sono sbloc­care la situ­azione. E nelle sbloc­co del­la situ­azione sta anche la riac­qui­sizione di un legame con la gente oggi pro­fon­da­mente reciso.
Sono in gio­co le regole fon­da­men­tali del sis­tema demo­c­ra­ti­co a com­in­cia­re dal­la legge elet­torale per arrivare a riforme cos­ti­tuzion­ali che per­me­t­tano il fun­zion­a­men­to delle isti­tuzioni nazion­ali e di quelle region­ali e locali. É tan­to ed è poco nel­lo stes­so tem­po ma in ogni caso è nec­es­sario, anzi indis­pens­abile.
Sono in gio­co anche i com­por­ta­men­ti sin­goli e col­let­tivi, sopratut­to da parte di chi ha respon­s­abil­ità politiche ed isti­tuzion­ali, ed un loro rior­i­en­ta­men­to ver­so la ver­ità e la trasparen­za. É tan­to ed è poco nel­lo stes­so tem­po ma in ogni caso anche questo è nec­es­sario, anzi indis­pens­abile.
Gli stes­si inter­rog­a­tivi si posero in altri Pae­si in altri peri­o­di stori­ci ed anche in Italia è già accadu­to. Furono trovate le risposte e anche se ciò fu trau­mati­co garan­tì recu­pero di legit­ti­mazione nazionale ed inter­nazionale e benessere eco­nom­i­co e sociale.
La democrazia si auti­for­mò.
Se questo avvenisse anche oggi in Italia Pop­per sarebbe con­tento e tut­ti noi con lui.

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