Una discutibile zona ecologicamente attrezzata
PIOMBINO 7 febbraio 2016 — Il Consiglio comunale di Piombino discuterà lunedì 8 febbraio un deliberazione con la quale sarà adottato il Piano per gli Insediamenti Produttivi “Ambito di Colmata“e approvato uno schema di convenzione operativa per la realizzazione in quell’ambito di una area produttiva ecologicamente attrezzata (Apea).
Stile libero se n’è già occupato in più occasioni (https://www.stileliberonews.org/area-produttiva-non-si-sente-bisogno/ https://www.stileliberonews.org/le-incognite-della-zona-industriale-di-colmata/ https://www.stileliberonews.org/a‑colmata-quanti-problemi-quella-benedetta-apea/). Non è il caso di ripetere quanto già esposto ma è il caso di offrire all’attenzione dei lettori qualche ulteriore ed aggiornato elemento di considerazione.
La proposta di Piano, che obbliga ad una contemporanea modifica al Regolamento per la concessione in diritto di superficie e per il trasferimento in proprietà delle aree comprese nei piani per gli insediamenti produttivi (Pip) (1), è il primo atto attuativo della convenzione quadro firmata dal Comune di Piombino e la cooperativa sociale “La contadina” per l’attuazione e la gestione di una Apea nell’ambito produttivo di Colmata secondo le modalità e le fasi indicate nella proposta avanzata il 14 agosto 2013 dalla cooperativa. La modifica al Regolamento è chiaramente retroattiva perché introduce delle Disposizioni particolari per le aree Pip – Apea che prevedono la possibilità che il soggetto gestore possa essere individuato ”in un terzo soggetto selezionato con procedimento ad evidenza pubblica, per l’ipotesi in cui l’ambito Apea concerna aree Pip non ancora assegnate”. Nel nostro caso il soggetto è stato individuato nel passato ma la zona di Colmata diventa un Pip solo ora con l’adozione del piano attuativo le cui norme infatti dichiarano: «Il presente piano attuativo di iniziativa pubblica ha valore di Piano per insediamenti produttivi ai sensi dell‟art.18 l.r. 14 novembre 2014, n.65, con caratteristiche di ambito produttivo ecologicamente attrezzato».
Il PIP prevede un’articolazione delle aree produttive per comparti a diversa qualificazione: un comparto (A) riservato alle attività di maggiore impatto ambientale (riciclo e recupero materiali); un comparto (B) destinato ad accogliere le PMI generalmente intese, nelle varie specializzazioni merceologiche; un comparto © destinato ad accogliere prioritariamente le attività della filiera agro-alimentare, oltre ad attività commerciali e a servizi. Viene inoltre previsto un Centro Servizi, collocato in fregio alla Strada della Principessa, con una sua accessibilità diretta, costituito da un edificio di n.3 piani fuori terra, destinato ad accogliere la sede del Soggetto gestore, uffici direzionali delle aziende insediate, studi professionali, attività commerciali, servizi agli addetti e una adiacente area destinata ad impianto di distribuzione carburanti.
Oltre al Piano gli altri documenti che La contadina avrebbe dovuto presentare entro 18 mesi a partire dal 20 marzo 2014 sono
- la verifica della fattibilità economico-finanziaria della proposta di attuazione di una Apea pubblica;
- la ricerca e l’individuazione delle risorse economiche e finanziarie per la realizzazione delle opere e la definizione delle modalità di applicazione della tariffa onnicomprensiva risultante dal piano economico finanziario;
- la ricerca e l’individuazione delle imprese che aderiranno al piano insediativo;
- l’ avvio dei corsi di formazione professionale per gli operatori da occupare in Apea e per i lavoratori da impiegare nelle nuove produzioni.
Non risulta da atti pubblici che sia stato prodotto quanto richiesto e comunque la convenzione operativa non potrà essere firmata prima che il Comune di Piombino non abbia approvato il piano economico finanziario.
Il soggetto gestore è La contadina, una cooperativa sociale di tipo B (le cooperative sociali di tipo B possono svolgere attività diverse – agricole, industriali, commerciali o di servizi – finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate) — ONLUS — (3) costituita il 16 ottobre 2012 ma ancora inattiva.
L’investimento è ingente, basti pensare che nella prima proposta presentata al Comune il costo dell’investimento era superiore a 79 milioni di euro. La garanzia per il Comune sarà una polizza fideiussoria la cui entità ad oggi non è determinata. Se si pensa che il soggetto gestore dovrà realizzare opere complesse che vanno dalle infrastrutture fino alle opere contro il rischio idraulico, alla realizzazione dei capannoni produttivi, alle strutture direzionali e si ricordano i requisiti che si richiedono per una qualsiasi opera pubblica (non solo la robustezza finanziaria ma anche l’esperienza ed altro ancora) si ha il senso del rischio che il Comune corre. Tra l’altro il Comune pensa anche di metterci delle risorse risultanti da un finanziamento regionale dell’ordine di 8 milioni, ad oggi genericamente indicato per interventi infrastrutturali nella deliberazione della Giunta regionale 457 del 7 aprile 2015 e non riservate al programma Apea come detto dall’assessore Ferrini rispondendo ad una interpellanza il 27 ottobre 2015, per opere che il Comune in prima persona dovrà realizzare.
Un’operazione complicata e ad oggi sprovvista di molti elementi, insomma, che non può non dare adito a perplessità non mitigate dal fatto che tutto comincia con una procedura di evidenza pubblica (un’indagine di mercato finalizzata alla verifica della sussistenza di operatori interessati a presentare proposte alternative a quella della cooperativa La contadina) perché se le cautele non ci furono allora non è obbligatorio non averle ora. Tanto più che l’ attuazione dell’ Apea è lontana nel tempo.
(1) Il Pip è uno strumento urbanistico attuativo di competenza del Comune, introdotto dalla Legge 865/1971 al fine di agevolare la realizzazione di aree specializzate ad accogliere insediamenti produttivi.
Le finalità del piano sono:
attuare le previsioni del PRG per localizzare le attività produttive,
regolamentare attività edificatoria nell’area interessata, razionalizzando la distribuzione e lo sviluppo delle attività produttive,
consentire l’esproprio delle aree, la loro urbanizzazione e la vendita di tali lotti urbanizzati
favorire la progettazione organica di aree industriali,
consentire la costruzione di opere di urbanizzazione in anticipo sugli interventi.
(2) La proposta aveva come obiettivo quello di concretizzare un nuovo modello d’insediamento produttivo che rispondesse alle seguenti esigenze:
Non produrre emissioni in atmosfera ( zero CO2 )
Utilizzare energia prodotta al 100% da fonti rinnovabili. Riciclare il 100% dell’acqua proveniente dalla depurazione
Creare tra i 300 e 500 posti di lavoro, senza contare la maggiore occupazione nell’indotto
Assicurare pari opportunità alle donne e ai giovani
Evitare la produzione di rifiuti che impatti ulteriormente sul territorio
Applicare una strategia insediativa adeguata ai criteri definiti per le Aree Ecologicamente Attrezzate come previsto dalla Regione Toscana
Certificare le aree dove si produce in maniera sostenibile con la Cleaner Production (E’ un impiego continuo di strategie e tecniche ambientali integrate ed in ottica preventiva nell’ambito di processi, prodotti e servizi con l’obiettivo di raggiungere un aumento dell’efficienza ecologica e un miglioramento della qualità della vita di una regione. Definizione data da United Nation Enviromental Program dell ONU)
Realizzare un insediamento altamente tecnologico, a basso costo gestionale grazie ai risparmi di scala consentiti dalla presenza e dalle attività del Gestore Unico
Insediare tipologie di aziende che permettano la chiusura dei cicli a livello locale o regionale (filiera corta o specializzata
Avere infrastrutture quali asili nido, mensa, altri servizi e spazi sociali per i lavoratori aperti anche al territorio circostante
La stessa proposta individuava due tipologie di insediamenti produttivi, non necessariamente in alternativa tra di loro:
un Polo per il Recupero di Materia e Prodotti,
un Polo Tecnologico “Agro –Alimentare”.
(3) La categoria delle ONLUS è destinataria di un regime tributario di favore per quanto riguarda:
le imposte sui redditi;
l’imposta sul valore aggiunto (IVA);
altre imposte indirette.