Una scuola per l’Europa” a Campiglia

· Inserito in Lettere
pervenuta in redazione

CAMPIGLIA 27 mag­gio 2016 — “Una scuo­la per l’Europa” una bel­la sto­ria in divenire per la scuo­la pri­maria Ami­ci di Campiglia Marit­ti­ma che spera di diventare un mod­el­lo didat­ti­co su scala nazionale ed ha coin­volto in quest’anno sco­las­ti­co anche le clas­si del­la scuo­la sec­on­daria di pri­mo gra­do dell’istituto com­pren­si­vo Mar­coni, plessi Car­duc­ci di Ven­tu­ri­na e Mura­tori di Suvere­to.
Alla salet­ta comu­nale di Ven­tu­ri­na si è svolto il con­veg­no “Una scuo­la per l’Europa” che ha illus­tra­to il prog­et­to di apprendi­men­to pre­coce del­la lin­gua in con­ti­nu­ità scuo­la pri­maria di Campiglia e scuo­la sec­on­daria di Campiglia e Suvere­to, avvi­a­to nel 2010 e da sem­pre sostenu­to dall’amministrazione comu­nale di Campiglia. La diri­gente sco­las­ti­ca Daniela Toninel­li ha introdot­to l’argomento par­lan­do dell’insegnamento pre­coce del­la lin­gua con la metodolo­gia del teatro, volu­to forte­mente dalle inseg­nan­ti con il fon­da­men­tale sup­por­to del­l’am­min­is­trazione comu­nale e del­la pro­fes­sores­sa dell’Università di Firen­ze Eliana Terzuoli che da sette anni segue la for­mazione delle inseg­nan­ti ed ha ideato e fonda­to il fes­ti­va inter­nazione “Théa­tral­isons Ensem­ble”, ha sot­to­lin­eato che per il pri­mo anno anche tre clas­si del­la scuo­la media sono state coin­volte nel prog­et­to e che l’obbiettivo è quel­lo di pot­er esten­der­lo a tut­to l’istituto. La sin­da­ca Rossana Sof­frit­ti ha ricorda­to la nasci­ta del prog­et­to, dietro una spin­ta di neces­sità, in un momen­to in cui Comune e scuo­la si sono inter­ro­gati su come man­tenere in vita il plesso di Campiglia di fronte al calo delle nascite, ed han­no avu­to l’idea di questo prog­et­to, che per la pro­pos­ta for­ma­ti­va inno­va­trice ha un’attrattiva ver­so i bam­bi­ni dei pae­si lim­itrofi. “Perdere la scuo­la di Campiglia avrebbe sig­ni­fi­ca­to perdere un pez­zo di paese, e anche la scuo­la avrebbe per­so un pez­zo di se stes­sa, ma la chi­ave indi­vid­u­a­ta nell’insegnamento pre­coce di due lingue è sta­ta vin­cente da più pun­ti di vista per­ché sta facen­do diventare i bam­bi­ni sem­pre più europei, aper­ti al mon­do” ha ril­e­va­to Sof­frit­ti. E tut­to ciò attra­ver­so l’uso del teatro: i ragazzi han­no l’opportunità di recitare in francese, andare a scuo­la in altri pae­si e a fian­co di com­pag­ni di altre nazioni. “Ma un prog­et­to, una vol­ta fat­to, non vive di vita pro­pria – ha affer­ma­to Sof­frit­ti — va segui­to e ali­men­ta­to, neces­si­ta di risorse che potremo trovare se rius­cire­mo a far­lo crescere anco­ra. Da questo pun­to di vista le inseg­nan­ti sono andate al di là di quel­lo che nor­mal­mente viene richiesto e stan­no dan­do molto anche in ter­mi­ni di col­lab­o­razione tra di loro in plessi diver­si e ordi­ni diver­si di scuole”. Una scuo­la dal­la ric­ca prog­et­tual­ità e la col­lab­o­razione tra le isti­tuzioni saran­no impor­tan­ti per la sfi­da futu­ra, pen­sare ad una nuo­va orga­niz­zazione a fronte del­la dimin­uzione delle nascite del 30 per cen­to. La sin­da­ca si è det­ta con­vin­ta che lavo­ran­do tut­ti in una stes­sa direzione, più facil­mente rag­giun­ger­e­mo l’o­bi­et­ti­vo.
E’ inter­venu­ta poi la pro­fes­sores­sa Raf­fael­la Bia­gi­oli che, allo­ra diri­gente dell’istituto Mar­coni, vide nascere il prog­et­to di bilin­guis­mo ed ha con­tin­u­a­to a seguir­lo come docente di ped­a­gogia gen­erale all’Università di Firen­ze. Bia­gi­oli ha par­la­to dell’importanza del con­veg­no che rap­p­re­sen­ta l’elemento del­la nar­razione del prog­et­to, utile a trac­cia­rne il per­cor­so di comu­nità e di riconosci­bil­ità sen­za il quale non si potrebbe costru­ire, né una sto­ria, né un prog­et­to. Nar­rar­si e ripen­sar­si, ritrovar­si nel per­cor­so che gra­zie alla con­ven­zione con l’U­ni­ver­sità di Firen­ze e DSC_0054con l’Is­ti­tu­to Francese, ormai da sette anni, può con­dur­ci oggi alla val­i­dazione acca­d­e­m­i­ca e min­is­te­ri­ale come mod­el­lo esporta­bile a liv­el­lo nazionale ed europeo e con una cer­ti­fi­cazione di questo tipo anche il reper­i­men­to delle risorse nec­es­sarie sarà agevola­to. E’ gra­zie a ques­ta con­ven­zione che il prog­et­to di Campiglia è sta­to pre­sen­ta­to, insieme ad altri di altri pae­si europei, come mod­el­lo pos­si­bile per sal­vare le pic­cole scuole. Stu­di­are pre­co­ce­mente due lingue può miglio­rare l’apprendimento e l’elasticità cel­e­brale, ormai sono le neu­ro­scien­ze a dir­lo, e met­tere in prat­i­ca mod­el­li didat­ti­ci che favoriscano questi obi­et­tivi non solo ha un sen­so, ma offre oppor­tu­nità nuove ai ragazzi e alle loro comu­nità.
L’addetta alla coop­er­azione dell’Istituto Francese Flo­rence Bon­nand ha illus­tra­to i pro­gram­mi dell’Ambasciata di Fran­cia che vedono pri­or­i­tario, nel set­tore educa­ti­vo, l’insegnamento pre­coce del­la lin­gua, la dot­tores­sa ha spie­ga­to l’organizzazione dell’Istituto in Italia e le oppor­tu­nità, sia per i docen­ti sia per gli alun­ni ital­iani, di aderire ad una serie di inizia­tive for­ma­tive. Eliana Terzuoli ha pre­sen­ta­to il prog­et­to come uni­co in Italia, sot­to­lin­e­an­do che il teatro ne è sta­to ele­men­to utile alla dif­fu­sione per­ché apre, per­me­tte di lavo­rare tut­ti insieme, mem­o­riz­zare, final­iz­zare la mem­o­riz­zazione, e respon­s­abi­liz­zare. Sono inter­venute, infine ma non ultime, le inseg­nan­ti, rap­p­re­sen­tan­do le tappe con­crete del prog­et­to, dai lab­o­ra­tori ai viag­gi d’istruzione alle piéces teatrali a cui han­no dato vita. Antonel­la Basanisi ha mes­so in risalto l’aspetto del comune entu­si­as­mo e impeg­no che ha coin­volto le isti­tuzioni e i gen­i­tori che han­no cre­du­to nel­la scuo­la ed han­no accetta­to anche di sostenere spese e sac­ri­fi­ci per accom­pa­gnare le clas­si all’estero. “Il vivere quo­tid­i­ano di un bim­bo ital­iano con un bim­bo francese, con un bim­bo inglese, ci han­no fat­to capire che dove­va­mo andare avan­ti”. Stes­so entu­si­as­mo e tan­to lavoro anche da parte delle docen­ti di francese delle “scuole medie” Car­duc­ci e Mura­tori. Anche qui, segui­ti dal­la pro­fes­sores­sa Terzuoli, han­no lavo­ra­to sul teatro, dal testo all’adattamento alla mes­sa in sce­na e per finire sono state ripor­tate alcune frasi con cui gli alun­ni han­no com­men­ta­to l’esperienza: “Durante le prove di teatro la lezione diven­ta­va viva”, “Il teatro e utile e diver­tente”, “Un modo per impara­re la lin­gua in maniera flu­i­da”.

UFFICIO STAMPA COMUNE DI CAMPIGLIA

Commenta il post