Una struttura di coabitazione per le emergenze

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pervenuta in redazione

CAMPIGLIA 30 luglio 2015 — Il tema del­la tenu­ta del tes­su­to sociale e del cres­cente dis­a­gio eco­nom­i­co, la dif­fi­coltà delle famiglie e il prob­le­ma abi­ta­ti­vo sono all’or­dine del giorno e non riguardano cer­ta­mente soltan­to il nos­tro Comune, ma inter­es­sano purtrop­po tut­to il Paese e non solo.
Il Comune possiede alcu­ni allog­gi adibiti sino allo scor­so anno ad “allog­gi di emer­gen­za”: appar­ta­men­ti a sé stan­ti che non seguono le regole e le pro­ce­dure final­iz­zate alla stesura del­la grad­u­a­to­ria delle case popo­lari. Questo pro­prio per­ché tali soluzioni abi­ta­tive sono state pre­dis­poste e pen­sate esclu­si­va­mente come misura estrema, emer­gen­ziale grave, utile a tam­ponare il pic­co mas­si­mo di dis­a­gio sociale e aiutare poi il sogget­to coin­volto a ripar­tire con le pro­prie gambe. La con­dizione socio eco­nom­i­ca del Paese e anche del nos­tro Comune, però, negli ulti­mi anni si è forte­mente mod­i­fi­ca­ta e aggra­va­ta. Le richi­este di sosteg­no e sup­por­to sono notevol­mente aumen­tate, sia in ter­mi­ni di richi­este di con­tribu­ti eco­nomi­ci, aiu­ti nel­la ricer­ca di un’occupazione, soluzioni abi­ta­tive comu­nali.
In questo con­testo tali appar­ta­men­ti, per come con­cepi­ti e uti­liz­za­ti fino ad oggi, non sono più in gra­do neanche di tam­ponare le crit­ic­ità con­sideran­do che il Comune non e’ più in gra­do di garan­tire una suf­fi­ciente e doverosa manuten­zione stra­or­di­nar­ia degli allog­gi ed i sog­giorni nos­tro mal­gra­do spes­so anziché essere provvi­sori ed avere quin­di carat­tere di emer­gen­za si riv­e­lano ecces­si­va­mente pro­l­un­gati, alla stregua degli allog­gi popo­lari che però preve­dono un iter e un’asseg­nazione ben defini­ta e per cer­ti ver­si com­p­lessa. A tutela di tut­ti i cit­ta­di­ni, siano essi in dif­fi­coltà o meno, rite­ni­amo doveroso essere traspar­en­ti e chiari in mer­i­to, per­ché le risorse uti­liz­zate per aiutare chi è in dif­fi­coltà sono risorse di tut­ta la col­let­tiv­ità.
Ques­ta Ammin­is­trazione pro­prio per­ché con­sapev­ole delle pro­fonde dif­fi­coltà in cui ver­sa il tes­su­to sociale, ritiene di dover provare ad affrontare il tema del dis­a­gio rive­den­do gli stru­men­ti a sua dis­po­sizione e rimet­ten­do mano al con­cet­to di assis­ten­za.
Per questo moti­vo il Comune ha deciso di inve­stire nel prog­et­to di una strut­tura di coabitazione, dota­ta di spazi pri­vati e altri comu­ni, che pos­sa meglio rispon­dere alle esi­gen­ze emer­gen­ziali, ma che abbia anche la capac­ità di incen­ti­vare chi viene sup­por­t­a­to ed aiu­ta­to nel momen­to di mag­gior crisi a ripar­tire e ricon­quistare la pro­pria autono­mia da solo. In tal sen­so la giun­ta comu­nale ha recen­te­mente approva­to un atto d’indirizzo pro­pe­deu­ti­co all’e­mis­sione di un ban­do esplo­rati­vo final­iz­za­to all’ac­qui­sizione di un immo­bile da adibire a scopo sociale cosi come defini­to sopra.
Uno sfor­zo prog­et­tuale e inter­pre­ta­ti­vo del­la realtà che rite­ni­amo doveroso fare nel ten­ta­ti­vo di dotar­ci di nuovi stru­men­ti, nuove pos­si­bil­ità per provare a dare risposte alla cit­tad­i­nan­za che siamo chia­mati a rap­p­re­sentare.

Alber­ta Tic­ciati, asses­so­ra alle Politiche sociali del Comune di Campiglia

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