Un’altra dimissione dal Consiglio di fabbrica

· Inserito in Teoria e pratica

PIOMBINO 27 feb­braio 2019 — L’immobilismo non paga (anzi). Nuovi dis­sensi in Fiom, la quale, con quelle recen­tis­sime del com­pag­no Mas­si­mo Mat­teuzzi, vede salire a cinque le dimis­sioni dal Con­siglio di Fab­bri­ca in poco più di due anni: sin­to­mo di un malessere pro­fon­do nel sin­da­ca­to mag­gior­mente rap­p­re­sen­ta­ti­vo in Afer­pi. Un malessere che può diventare fecon­do, se non viene den­i­gra­to ma piut­tosto riconosci­u­to come por­ta­tore di con­tenu­ti alter­na­tivi.
Tutte e cinque le dimis­sioni han­no moti­vazioni di lin­ea sin­da­cale, sia pure fra loro diver­sifi­cate, a dimostrazione delle dif­fi­coltà da parte del­la Fiom nel tenere uni­ti, pur nelle dif­feren­ze, i pro­pri iscrit­ti e RSU sul­la lin­ea attuale di attendis­mo e di sub­or­di­nazione ad azien­da e isti­tuzioni locali e nazion­ali, a fronte di una realtà prob­lem­at­i­ca come Afer­pi. Afer­pi sten­ta a decol­lare, appare comunque pri­va di prospet­tive certe, al di là delle dichiarazioni di “cau­to ottimis­mo”, che tut­ti han­no spar­so dopo l’inutile incon­tro al Mise, che ha sanci­to un nuo­vo silen­zio fino a fine mag­gio o inizio giug­no sul caso Afer­pi Piom­bi­no.
Noi del­l’area con­gres­suale di Oppo­sizione Cgil siamo pro­fon­da­mente dispiaciu­ti di ques­ta ulte­ri­ore dimis­sione, ma ne com­pren­di­amo fin trop­po bene le moti­vazioni. Ormai le RSU, elette dai lavo­ra­tori iscrit­ti e non iscrit­ti ai sin­da­cati, ven­gono con­tin­u­a­mente scav­al­cate dai coor­di­na­tori RSU e dai seg­re­tari provin­ciali. Le con­vo­cazioni del Con­siglio di fab­bri­ca e le assem­blee dei lavo­ra­tori si fan­no sem­pre più rare, quan­do non ven­gono con­vo­cate ad orari e in luoghi che sem­bra­no mirati a scor­ag­gia­re la parte­ci­pazione (vedi l’assem­blea con­vo­ca­ta in fret­ta e furia alle ore 20 del 19 feb­braio e quelle del 20 feb­braio con­vo­cate in un luo­go inac­ces­si­bile, men­tre si pote­va e si dove­va pro­gram­mar­le con largo anticipo).
Cre­di­amo invece che una ripresa delle mobil­i­tazioni uni­ta­mente alla prat­i­ca sis­tem­at­i­ca del­la democrazia sin­da­cale, cioè del coin­vol­gi­men­to fat­ti­vo e costante dei lavo­ra­tori e delle Rsu, potrebbe riavvic­inare gli stes­si alla Fiom, la quale avrebbe numeri e poten­zial­ità per far uscire allo scop­er­to azien­da e isti­tuzioni sul futuro di Afer­pi stret­ta­mente lega­to al tipo di svilup­po che Piom­bi­no vor­rà dar­si nel futuro prossi­mo. Sec­on­do noi, boni­fiche, acciaio puli­to, diver­si­fi­cazione.

Oppo­sizione Fiom-Cgil

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