Unicoop va in crisi insieme all’urbanistica comunale

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PIOMBINO 24 gen­naio 2017 — Non entri­amo nel mer­i­to del­la crisi del­la Uni­coop Tir­reno, sono ques­tioni azien­dali che non riguardano diret­ta­mente la polit­i­ca, se non in ter­mi­ni di impat­to occu­pazionale sul ter­ri­to­rio.
Abbi­amo un’opin­ione in mer­i­to, soprat­tut­to a fronte di rif­lessi stru­men­tali che in pas­sato vi sono sta­ti, in uno stret­to rap­por­to fun­zionale a logiche poco vir­tu­ose con il potere locale, ma che gius­ta­mente non devono inter­es­sar­ci.
La cosa che però non pos­si­amo sot­to­va­l­utare e che impone una rif­les­sione seria, riguar­da la con­ces­sione del­l’area com­mer­ciale di via Fle­malle con una log­i­ca monop­o­lis­ti­ca, per non usare ter­mi­ni più aggres­sivi, che la pas­sa­ta ammin­is­trazione inserì nel rego­la­men­to urban­is­ti­co.
Tut­to ciò avvenne ancor pri­ma che la Uni­coop l’ac­qui­sisse, ponen­do di fat­to un vin­co­lo di esclu­si­va, con l’ob­bi­et­ti­vo di un ipoteti­co trasfer­i­men­to da via Gori in quel­la zona, ancor pri­ma che vi fos­se una qualche uffi­cial­ità.
Quin­di, una des­ti­nazione urban­is­ti­ca non di ind­i­riz­zo, ma su misura per un’azien­da, toglien­do di fat­to inter­esse a qual­si­asi altro sogget­to impren­di­to­ri­ale.
L’UDC all’e­poca fece notare la cosa, ma rimase in soli­tu­dine, per­al­tro soll­e­van­do anche alcune pre­oc­cu­pazioni qualo­ra l’ incombente crisi del­la Uni­coop si fos­se accen­tu­a­ta.
Ebbene, oggi si par­la purtrop­po di riduzione con­sis­tente di posti di lavoro ed addirit­tura di chiusura di alcu­ni super­me­r­cati di Uni­coop Tir­reno, con inter­ven­ti for­ti anche nel­l’am­bito piom­bi­nese nei mag­a­zz­i­ni di Vig­nale.
La doman­da sorge spon­tanea, ma inevitabile: ed ora cosa accadrà per l’area di via Fle­malle ?
Vi è anco­ra inter­esse da parte di Uni­coop, oppure la situ­azione di dif­fi­coltà non per­me­t­terà inves­ti­men­ti per il trasfer­i­men­to da via Gori.
Se ciò accadesse, sarebbe una bef­fa, per­al­tro anche con pre­cise respon­s­abil­ità, che colpis­cono diret­ta­mente al cuore un meto­do ed un sis­tema imposta­to anco­ra su for­mule del sec­o­lo scor­so, ora­mai non più gius­ti­fi­ca­bili.
Nel frat­tem­po anco­ra una vol­ta emerge il vizio atavi­co locale di stru­men­tal­iz­zare ogni cosa con l’in­geren­za polit­i­ca, oltre­tut­to a fronte di ques­tioni insosteni­bili rispet­to alle rigide e ciniche regole del mer­ca­to.
La pro­va è il susseguir­si di fal­li­men­ti e la dev­as­tante situ­azione in cui ver­sa tut­ta la cit­tà, e purtrop­po a quan­to sem­bra non è anco­ra fini­ta, nonos­tante qual­cuno invece di restare in par­si­mo­nioso silen­zio con­tinui a rilan­cia­re con annun­ci ed invi­ti ad un’u­nità di como­do, ora­mai non più cred­i­bile dopo anni di autoref­eren­ziale arro­gan­za per­pe­tra­ta a tut­ti i liv­el­li.

Mas­si­mo Aurioso, coor­di­na­tore UDC Piom­bi­no-Val di Cor­nia

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