Unione Comuni: prima i programmi poi l’istituzione
SUVERETO 14 ottobre 2019 — Quando si vuol leggere un comunicato che è puro travisamento di fatti e di concetti, si legga il comunicato del Coordinamento di Assemblea Popolare, pubblicato su Stile libero Idee dalla Val di Cornia in data odierna, perché ne costituisce un bell’esempio. Un vero peccato che la richiesta di registrazione delle sedute consiliari, avanzata da UniAmo Suvereto, si sia infranta in un muro di silenzio: da qui in avanti verrà riproposta senza sosta, perché questo modo di procedere della maggioranza consiliare è divenuto davvero inaccettabile.
La posizione del Gruppo Consiliare UniAmo Suvereto, in ordine alla mozione di provenienza piombinese, è stata tutt’altro che espressione di “schemi ideologici”: davanti ad una delibera che prevedeva di impegnare immediatamente il sindaco di Suvereto nel procedimento di formazione dell’Unione dei Comuni e di riunire la pianificazione urbanistica dei cinque Comuni della Val di Cornia, è stato detto a chiare parole — per chi vuole davvero intendere e non strumentalizzare — come sia necessario riprendere un percorso di elaborazione di politiche d’area, che abbia alla base una visione ampia del territorio su temi di vitale importanza, quali l’assetto e la tutela del territorio, sanità, sviluppo economico , servizi e tutela e promozione del patrimonio artistico-culturale. È stato anche detto che una mozione che fosse stata di indirizzo politico-amministrativo sarebbe stata accolta con favore, perché implicava iniziare un percorso da dove deve essere iniziato e non dalla fine, come invece è stato proposto, per un obiettivo che è condiviso. Proporre di impegnare sin d’ora alla costituzione di un nuovo apparato istituzionale che sia in grado, solo perché istituito, di elaborare politiche e “vincoli” comuni, significa precorrere i tempi, significa volere mettere solo ed esclusivamente una bandiera. In consiglio sono state formulate legittime domande, che non hanno avuto risposta: nei cinque mesi dalle elezioni, i sindaci dei Comuni della Val di Cornia — intendendo tutti e non solo Suvereto e Piombino — si sono seduti ad un tavolo ? Quali sono state le tematiche sovracomunali che hanno affrontato e quali sono le politiche comuni e vincoli, della cui promozione la prevista Unione dei Comuni dovrebbe farsi carico?
È stato poi chiesto alla maggioranza, che era peraltro maggioranza anche nello scorso mandato, come si poneva in ordine ad alcune scelte passate che di sovracomunale avevano avuto ben poco e che, anzi, avevano contribuito a frammentare la Val di Cornia: in primo luogo si è posto il quesito di come si intenda dare seguito alla riunificazione dei piani strutturali che vedono Piombino e Campiglia da una parte e Suvereto, Sassetta e San Vincenzo da un’altra.
Ma anche in materia di sanità, la scelta del Comune di Suvereto di non approvare nel 2018 il progetto di fusione tra la Società della Salute della Val di Cornia e quella della Bassa Val di Cecina, senza però esercitare il diritto di recesso dal Consorzio risultante dalla fusione non è stata di certo nel segno della sovracomunalità. Nel futuro quale sarà la posizione?
Ed ancora, come si porrà Suvereto su altri temi quali il Distretto rurale, cui Suvereto non ha mai aderito a differenza di tutti gli altri Comuni della Val di Cornia e con la Parchi Val di Cornia, che Suvereto ha sempre ritenuto un inutile fardello, contestando e non corrispondendo in parte i canoni dovuti.
Ed allora non si tacci il Gruppo di minoranza di fare questioni di mera ideologia, ma si parli chiaro e soprattutto ci si faccia portatori delle proprie idee e non di quelle altrui.
Noi possiamo anche accettare di essere definiti “camuffati” per tutto il quinquennio, ma non accetteremo mai che si voglia far passare una cosa per un’altra.
Cristina Solignani, capogruppo di UniAmo Suvereto