Variante sulle cave, una resa senza condizioni

· Inserito in Teoria e pratica
Alberto Primi

CAMPIGLIA 21 otto­bre 2017 — Mart­edì 24 otto­bre, l’am­min­is­trazione di Campiglia illus­tr­erà ai cit­ta­di­ni una vari­ante al Piano Strut­turale d’Area pre­dis­pos­ta ed adot­ta­ta per evitare di met­tere a ris­chio il pos­to di lavoro di dieci dipen­den­ti del­la Soci­età Cave di Campiglia con­siderati in esubero. La crisi lamen­ta­ta, deter­mi­na­ta dal­la crisi del­l’edilizia e delle acciaierie, è in atto da almeno sei anni e in tut­to questo tem­po, mal­gra­do le numerose sol­lecitazione delle forze di oppo­sizione e del Comi­ta­to per Campiglia, il sin­da­co non ha mai volu­to affrontare il prob­le­ma cave né in sede isti­tuzionale, né in sedi aperte ai cit­ta­di­ni.
Ques­ta volu­ta e colpev­ole resisten­za alle richi­este di affrontare una situ­azione crit­i­ca in tem­po ha fat­to sì che sì che l’am­min­is­trazione, dopo accor­di pre­si alla fine del 2016 ad un “Tavo­lo di Crisi”, dove era pre­sente il sin­da­co, un rap­p­re­sen­tante del­la Regione, un rap­p­re­sen­tante del­la Cave di Campiglia SpA e i rap­p­re­sen­tan­ti di ben otto orga­niz­zazioni sin­da­cali, si pre­sen­ti oggi ai cit­ta­di­ni per illus­trare una vera e pro­pria resa sen­za con­dizioni ai voleri del­la SALES e del­la Cave di Campiglia.
Infat­ti la vari­ante non si limi­ta ad adeguare il Piano Strut­turale al Piano Cave del­la Provin­cia e al Piano Pae­sag­gis­ti­co del­la Regione, ma intro­duce una nor­ma che scon­fes­sa l’ind­i­riz­zo rib­a­di­to dal sin­da­co che si è sem­pre espres­so con­tro un rin­no­vo delle con­ces­sioni in atto. La vari­ante per­me­tte invece di riv­o­luzionare tut­ti i con­tenu­ti delle autor­iz­zazioni rilas­ci­ate e dei piani di colti­vazione approvati, per­me­t­ten­do di con­tin­uare a scav­are l’es­traibile fino ad esauri­men­to di quan­to con­sen­ti­to nel 2002 e il tut­to in tem­pi inde­fin­i­ti se non infini­ti.
Ques­ta vari­ante che si sarebbe dovu­ta con­fig­u­rare come stru­men­to con carat­ter­is­tiche di eccezion­al­ità e di emer­gen­za per il solo caso con­tin­gente del­la Cave di Campiglia SpA, è diven­ta­ta invece un “via lib­era tut­ti” anche per SALES che per altro non lo ha mai for­mal­mente richiesto. Così gra­zie a ques­ta vari­ante, oltre ai dieci mil­ioni di metri cubi già sca­v­ati, potran­no essere estrat­ti altri sei mil­ioni di metri cubi, in anni e anni e a dis­pet­to di quel­lo che preve­drà la Regione nel nuo­vo PRAE che dovrebbe essere adot­ta­to tra il 2017 e il 2018.
Sarà inter­es­sante capire dal­la illus­trazione che ver­rà fat­ta non solo come il Comune intende risol­vere molti dub­bi sul­la legit­tim­ità del­la vari­ante, ma anche se ha pen­sato a chiedere con­tropar­tite per garan­tire il man­ten­i­men­to sta­bile e sicuro del­la occu­pazione in cava anche se la crisi pros­eguirà e non ci sarà da scav­are come pri­ma, e per com­pen­sare i dan­ni che la pre­sen­za delle cave con­tin­uerà a portare a tut­to il set­tore tur­is­ti­co e al suo indot­to sen­za nep­pure avere ver­i­fi­ca­to l’even­tuale ricadu­ta neg­a­ti­va sul sis­tema idroter­male.
Sarà anche inter­es­sante capire quan­to abbia pesato in una scelta così rovi­nosa per la tutela del pae­sag­gio il fat­to che se Cave di Campiglia SpA non potrà finire di scav­are quan­to promes­so, il Comune di Campiglia si tro­verà ad avere già incas­sato fin dal 2009 gli oneri su 8.000.000 di metri cubi in base ad un accor­do fat­to tra il sindaco/onorevole Sil­via Velo e Cave di Campiglia. Se quin­di alla fine del 2018 l’am­min­is­trazione si lim­i­tasse a rispettare la legge, rimar­reb­bero anco­ra da estrarre da Monte Calvi due mil­ioni e mez­zo di metri cubi e il Comune si ritro­verebbe deb­itore degli oneri già riscos­si su questi volu­mi quan­tifi­ca­bili in  1.200.000 euro e qual­cosa di sim­i­le suc­ced­erebbe per SALES alla fine del 2020.
Poiché prob­a­bil­mente le pro­pri­età vor­reb­bero ria­vere quan­to indeb­ita­mente ver­sato viene il dub­bio che non sia solo la pre­oc­cu­pazione di tute­lare i posti di lavoro che ha mosso l’am­min­is­trazione, ma anche il ter­rore di sen­tir­si richia­mare a rim­bor­si mil­ionari.
Spe­ri­amo allo­ra che il 24 otto­bre non si risol­va solo in un incon­tro cel­e­bra­ti­vo con la cit­tad­i­nan­za e si pos­sa invece chiedere chiari­men­ti ed avere risposte esauri­en­ti e con­vin­cen­ti.

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