Vent’anni di Foglio Letterario a Piombino
PIOMBINO 3 agosto 2019 — Sembra ieri che abbiamo cominciato questa avventura di pubblicare una rivista letteraria e qualche anno dopo siamo passati a editare libri. Sembra ieri ma sono trascorsi vent’anni, così lunghi e intensi da volare via in un batter d’occhio, ché se ti guardi indietro pare tutto un interminabile istante. Eravamo quattro amici al bar, direbbe la canzone, se ne sono aggiunti altri, moltissimi sono cambiati, ma l’anima underground del Foglio Letterario resta quella del maggio 1999, del mitico numero uno di una rivista stampata in parrocchia in uno spartano formato A4. Ne abbiamo fatte di cose in vent’anni: concorsi letterari, pubblicazione di giovani autori, partecipazione a fiere, eventi, presentazioni, senza mai cambiare pelle. Abbiamo cominciato contando solo sulle nostre forze e siamo ancora qui a lottare contro l’editoria a pagamento, contro le facce di bronzo che si fanno grandi con i soldi degli altri, contro il dilettantismo allo stato brado e l’improvvisazione. In questi ultimi tempi abbiamo rivitalizzato la rivista (nostra anima) grazie a Vincenzo Trama, che la dirige con passione, alternando il nuovo con il vintage, ripubblicando perle del passato, numeri storici, supplementi, dando spazio a nuove firme con alcuni contributi selezionati. Trovate tutto su www.ilfoglioletterario.it. Ne vale la pena, credete. Letteratura e approfondimenti a costo zero, senza un inserto pubblicitario, tutto per passione, senza secondi fini. Vent’anni e dieci partecipazioni al Premio Strega, non è un vanto ma è cosa da ricordare: sette autori del Foglio (Virani, Saba, Volpe, Guerri, Altamura, Izzo, Ciccone) e tre mie presentazioni con libri editi da altri editori (Calcio e acciaio, Miracolo a Piombino, Sogni e altiforni). Viste le nostre dimensioni, partecipare significa dire che abbiamo gareggiato alla pari con gli altri, più ricchi e potenti, piccolo Davide che sfida Golia. Abbiamo scoperto e lanciato molti autori nell’olimpo della grande editoria — spesso grande per capitali disponibili, non per spirito di ricerca -, che resta il nostro scopo principale. Basti citare Lorenza Ghinelli, autrice di successo Rizzoli, da me scoperta con Il divoratore e Sacha Naspini, ancora in catalogo con L’ingrato e I sassi, approdato a E/O con Le case del malcontento. Wilson Saba, apprezzato autore Bompiani, è stato il nostro primo giovane di valore: finì undicesimo al Premio Strega con Sole e baleno, nel 2003, subito dopo è entrato in Bompiani e da un po’ di anni fa parte degli Amici della domenica. Farei un torto a tutti i bravi componenti della scuderia del Foglio se citassi altri, perché ogni nostro libro è stato scritto da un autore che ha qualcosa da dire ed è stato pubblicato dopo accurata selezione. Il successo è qualcosa di molto aleatorio, non sempre concorda con la qualità, visto che ottimi scrittori vengono pubblicati da piccoli editori. Possiamo dire con vanto di aver fatto vent’anni di editoria onesta, aggiungendo che non è la stessa cosa di onesta editoria, perché ci siamo impegnati a non scendere mai a compromessi, a non chiedere contributi agli autori, a non scegliere strade facili per ottenere lo scopo perseguito. Il Foglio Letterario pubblica due collane di Cinema — quella storica è diretta da Giovanni Modica — uniche sul mercato editoriale italiano, cercando di valorizzare fenomeni culturali popolari (horror, western, noir …), registi e attori italiani da non dimenticare (Deodato, Fulci, Mattei, Argento, Jacopetti, Di Leo, Gloria Guida, Franco & Ciccio …). Non solo, si occupa di saggistica alternativa in campo musicale (black metal, rock, dark …), traduce scrittori cubani, pubblica narrativa per ragazzi (Antonino Genovese dirige la collana omonima ed è autore di punta) e persino poesia (curata e selezionata da Fabio Strinati). Tutto questo senza aver mai tentato di trasformare un’editoria di pura passione in un mestiere, ché la casa editrice è espressione di compositi amori culturali presenti tra collaboratori e redattori. Forse è per questo che quando partecipiamo a una fiera del libro ci rendiamo conto che in vent’anni abbiamo perso tanti compagni d’avventura. Forse è per questo che noi siamo rimasti e altri hanno abbandonato. Forse è per questo che non abbiamo mai pensato di modificare il nostro spirito underground, che ci ha sempre animati. A proposito di fiere del libro, ne facciamo ancora alcune, solo piccole e medie, più vicine alla nostra realtà, dopo aver sperimentato persino il Salone del Libro di Torino, che lasciamo ai colleghi bisognosi di pubblicizzare la loro vanità. In compenso facciamo da sempre la Fiera del Libro di Pisa — che consideriamo la nostra fiera, visto che siamo nati insieme — e quella di Imperia, senza dimenticare che Antonino Genovese si è inventato una bella realtà a Gioiosa Marea, in provincia di Messina. Patrizio Avella è un collaboratore che fa parte della nostra famiglia da circa cinque anni, viene dalla Francia ma è di origini italiane, si occupa di marketing, scrive thriller ed è esperto di cucina. Grazie al suo camper e alla sua disponibilità ci spostiamo in giro per l’Italia e siamo presenti a eventi che prima non riuscivamo a fare. Inoltre abbiamo ampliato l’attenzione alla nostra realtà locale, curando libri su storia, tradizioni, personaggi, cultura maremmana in generale e piombinese in particolare. Piccolo è non solo bello ma fondamentale; non dimenticare le nostre radici, come diceva il buon vecchio Proust, è non solo basilare ma vitale. Non so se resisteremo altri vent’anni, ma non dubitate che — come i personaggi dei nostri western preferiti — venderemo cara la pelle.
Gordiano Lupi, Il Foglio Letterario