Vergogna, gli anziani senza aria condizionata
CAMPIGLIA MARITTIMA 3 agosto 2018 — Accaldato dai 35 gradi di questi giorni, nei supermercati ti accoglie una barriera di freddo che quasi ti stende. Se entri sudato e disadorno in un ufficio trovi gente fresca e linda; se gli uffici sono pubblici figurarsi se manca il refrigerio. Tante case hanno posto rimedio alla calura con condizionatori e Pinguini. La conquista sociale dell’aria condizionata sta ormai attraversando luoghi e strati sociali diversi.
E allora, diciamola tutta: è proprio una vergogna che, in un comprensorio che vuole essere civile come la Val di Cornia, una delle poche eccezioni al fresco artificiale esista nel luogo dove abbassare la temperatura è essenziale, quasi vitale. A Campiglia Marittima, in quello che fu un ospedale, esiste una delle Residenze assistite dell’Asl dove sono oggi ospitati cinquanta anziani. Si tratta di persone che in gran parte non sono più autosufficienti, che spesso hanno problemi respiratori, che vivono in comunità l’ultima parte della loro esistenza. Ebbene, il refrigerio che la tecnologia ci ha offerto da tempo, qui è sconosciuto. Gli anziani, gli operatori, il centro polifunzionale per le attività riabilitative, ospitato in un diverso piano della struttura, devono solo sperare nella clemenza del meteo. Se è caldo, non resta che sopportare e patire. Anzi, ad essere precisi, nella sala da pranzo un condizionatore esiste. Non esistono invece i benefici che l’apparecchio può portare perché spesso lo sbalzo di temperatura, passando da una stanza all’altra, crea più danni della calura.
Un articolo del Tirreno a firma Cecilia Cecchi ha portato il problema all’attenzione pubblica. In esso la giornalista, senza essere smentita, ha riportato tra virgolette le indicazioni dell’Asl per correre ai ripari. Sono rimedi che non vogliamo neanche giudicare lasciando la valutazione a chi legge: “Tutte le camere sono dotate di ventilatori al soffitto regolarmente accesi salvo diversa volontà dell’ospite (ndr: ovvero pale che ruzzolano aria calda), le finestre vengono aperte nelle ore più fresche della giornata mentre nelle ore più calde vengono oscurate in modo da preservare la temperatura interna, la sala da pranzo è dotata di condizionatore e le porte del refettorio vengono tenute aperte in modo che l’aria circoli anche nel salone in cui sostano gli ospiti per gran parte della giornata, gli ospiti sono vestiti con abiti in cotone freschi e traspiranti e nell’arco della giornata vengono distribuite bevande rinfrescanti e acqua e ai pasti viene servita una quantità doppia di acqua per tutto il periodo estivo”.
Più che l’attività di un’Asl, queste misure-tampone sembrano gli interventi di emergenza della Protezione civile quando una fila di auto resta bloccata sotto il sole.
Ma esiste la possibilità di un intervento che ponga fine a questa vergogna?
Intanto cominciamo col dire che la situazione non è nuova. Nuovo è il fatto che i disagi siano venuti fuori ora, grazie all’intervento di una cronista, ma non è certo nuovo l’andazzo. È chiaro che la situazione di oggi è esattamente quella di anni fa quando il vecchio ospedale di Campiglia diventò Residenza per anziani. Un periodo non certo breve durante il quale nulla è stato realizzato. Eppure, da che mondo è mondo, a luglio e ad agosto a Campiglia (e altrove) fa caldo e spesso caldo difficile da sopportare e pericoloso per gli anziani.
Non ci si venga a dire che la struttura è vecchia e concepita con criteri per cui realizzare nuovi impianti è problematico. No, la Rsa di Campiglia sorge in un luogo stupendo e tecnicamente ci vuole nulla a dotare la struttura di un vero impianto di climatizzazione. Basta volerlo. Basta scegliere di fare una cosa e magari non farne altre, poco utili e meno che mai essenziali. È forse troppo chiedere se, in anni e anni, non si potevano trovare 100mila euro per realizzare l’opera? Chi se la sente dica ufficialmente di no, che non si poteva risparmiare su altro per attivare un progetto così banale e indispensabile.
Con un decreto del 14 dicembre 2017 la Regione Toscana ha avviato la procedura per l’affidamento delle concessioni delle residenze assistite della Val di Cornia e dell’Elba. Ovviamente a gara c’è anche Campiglia e nella scheda tecnica allegata al capitolato esiste (pagina 3) anche la voce “Interventi di climatizzazione e trattamento d’aria” per un costo base indicato di 126 mila euro. Quindi per gareggiare bisognerà assumere, tra gli altri, anche l’impegno inderogabile a realizzare l’impianto. Ovviamente sostenuto finanziariamente dall’Asl. Verrebbe da dire perché nel corso del tempo l’Asl non ha predisposto una gara per dar corso alla climatizzazione per poi cedere al futuro concessionario una struttura più completa. Si sarebbe forse fatto prima e evitato giri burocratici tortuosi.
Comunque oggi lo stato dell’arte parla di altro. Quindi, quando verrà espletata la gara per la concessione, quando ci sarà un vincitore, quando si aprirà il cantiere, i lavori potranno essere avviati.
Non chiedeteci quando tutto questo accadrà. Non lo sappiamo. Possiamo sollecitare una risposta dall’Asl magari facendo presente che nell’estate 2019 non sarebbe tollerabile ritrovarsi nella stessa situazione di oggi.