Verificare la discarica di inerti a San Carlo
SAN VINCENZO 3 novembre 2015 — San Carlo conta circa 400 abitanti. Il sito istituzionale e informativo del Comune di San Vincenzo riporta che dopo le vicissitudini estrattivo-minerarie, tutta la zona di San Carlo ha scoperto la vocazione naturalistica legata alla bellezza paesaggistica del territorio, alla integrità della sua campagna e alla sua collocazione nel cuore delle colline della Val di Cornia.
Ma per mantenere la vocazione naturalistica legata alla bellezza paesaggistica del territorio e l’integrità della campagna di San Carlo, bisognerebbe almeno limitare l’azione umana e recuperare zone minerarie non più produttive. Questo è essenziale se auspichiamo di preservare quello che è rimasto ancora integro in quell’area… un paesaggio che dovrebbe ritenersi una risorsa.
In questa discussione rientra anche la discarica di inerti Solvay posizionata vicino e al confine con il Fosso Val di Gori, a circa 192,3 m s.l.m.m. .
La suddetta discarica è in evidente esaurimento, ma il conferimento di inerti continua.
Il dilavamento delle superficie della discarica in esaurimento o in evidente surplus, evidenzia una costante cementificazione di polveri nella zona perimetrale della discarica inerti Solvay, con la seria possibilità che residui, derivanti da tale dilavamento, si depositino nei fossi e torrenti a valle, ostacolando il naturale deposito vegetativo, compromettendo conseguentemente la formazione di attività biotica. Il timore, oltre al danno ambientale, è che il deposito di tale polvere, dopo il consolidamento della stesso, possa anche favorire il rischio idrogeologico e/o allagamento delle zone limitrofe.
Attraverso il PIANO DELLE ATTIVITÀ ESTRATTIVE DI RECUPERO DELLE AREE ESCAVATE E RIUTILIZZO DEI RESIDUI RECUPERABILI, della Provincia Di Livorno (P.A.E.R.P.), in vigore dal Maggio 2014, si definiscono le finalità e obiettivi riferiti all’aumento del riutilizzo di materiale inerte derivante dal riciclo, la valutazione sui futuri volumi di estrazione in termini di sostenibilità ambientale e occupazionale, inclusa la messa in sicurezza.
Secondo l’ art. 7 del Piano i Comuni approvano i piani di coltivazione a condizione che si rispettino puntualmente anche le norme di ripristino ambientale delle zone interessate.
Il Piano (P.A.E.R.P.) continua introducendo le attenzioni al rischio idrogeologico e tutela delle acque superficiali e sotterranee dall’inquinamento, la gestione dei materiali di cava e dei prodotti di dilavamento provenienti dalle superfici esposte dall’attività di escavazione e di sistemazione delle pertinenze del sito estrattivo.
Si parla anche di tutela del terreno vegetale che non costituisce scarto di cava e deve essere integralmente ricollocato nel sito durante e al termine dell’attività estrattiva.
Ricordiamo anche che l’importo di € 235.000,00 come contributo annuale di escavazione, accreditato al Comune di San Vincenzo da parte di Solvay, è nettamente a ribasso, se si considera la possibilità legale di richiederne uno fino a quattro volte superiore. In merito a questo, la normativa di riferimento sull’uso degli oneri di escavazione, prevede interventi infrastrutturali per opere di tutela ambientale e altri interventi per la riqualificazione territoriale in aree di cave in evidente recupero/ripristino ambientale.
Sulla base di tutte queste constatazioni è stato richiesto all’amministrazione comunale di verificare le condizioni della discarica di inerti Solvay Cava di San Carlo e lo stato di avanzamento delle relative aree di coltivazione in dismissione e il loro successivo recupero o ripristino ambientale delle aree esaurite.
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