Vicenda Creo ridicola se non preoccupante

· Inserito in Spazio aperto

PIOMBINO 12 dicem­bre 2018 — Che la nos­tra ammin­is­trazione comu­nale sia ormai pro­fon­da­mente lon­tana dalle istanze del ter­ri­to­rio lo dimostra la vicen­da CREO.
I cit­ta­di­ni di Piom­bi­no han­no già con­tes­ta­to ripetu­ta­mente nelle assem­blee pub­bliche orga­niz­zate dal­l’am­min­is­trazione comu­nale e in varie assem­blee di quartiere l’inse­di­a­men­to in area APEA del­la soci­età CREO srl. Lo stes­so han­no fat­to tutte le forze di oppo­sizione e alcu­ni com­po­nen­ti di ques­ta giun­ta han­no più volte rispos­to che questo inse­di­a­men­to non ci sarebbe sta­to per­ché troppe era­no le per­p­lessità e le resisten­ze.
Bene, dopo tut­to ciò l’am­min­is­trazione decide ora di finanziare un per­cor­so di “ascolto atti­vo” con la cit­tad­i­nan­za, volto a ver­i­fi­care (di nuo­vo) se sia il caso di autor­iz­zare sul nos­tro ter­ri­to­rio l’inse­di­a­men­to di ques­ta soci­età.
Davvero non avete anco­ra capi­to?
C’è bisog­no di affi­dare alla coop­er­a­ti­va Soci­o­lab un incar­i­co da 12.200 euro per chiedere di nuo­vo ai cit­ta­di­ni se vogliono che nel loro ter­ri­to­rio si inse­di un impianto sper­i­men­tale che avrà un notev­ole impat­to ambi­en­tale, soprat­tut­to in ter­mi­ni di emis­sioni atmos­feriche e odor­i­gene? Vogliono chieder­ci se accetti­amo una dit­ta come la CREO che pro­dur­rà car­bone la cui util­ità (come la sua com­mer­cial­iz­zazione) è tut­ta da dimostrare?
Cosa dob­bi­amo fare per far capire ai nos­tri politi­ci che non vogliamo una nuo­va mono­coltura dei rifiu­ti, che vogliamo tur­is­mo, com­mer­cio, diver­si­fi­cazione, indus­trie mod­erne, utili e non inquinan­ti?
Dob­bi­amo spendere 12.200 euro, per cosa?
Per sen­tir­ci ripetere che l’impianto pro­pos­to dal­la CREO trasfor­ma la FORSU (frazione organ­i­ca dei rifiu­ti soli­di urbani) e altri prodot­ti organi­ci di diver­sa prove­nien­za in LIGNITE attra­ver­so un proces­so di CARBONIZZAZIONE? Per sen­tir­ci spie­gare che userà la tec­nolo­gia del­la car­boniz­zazione idroter­male, anco­ra in fase sper­i­men­tale e quin­di pri­va di dati sci­en­tifi­ci sul­l’im­pat­to sul ter­ri­to­rio e sul­la salute? Per sen­tir­ci dire che porterà dei posti di lavoro (ma solo poco più di una deci­na a regime), sen­za con­sid­er­are quan­ti ne farà perdere in quei set­tori che basano il loro svilup­po sul­la qual­ità ambi­en­tale? Per sen­tir­ci dire che dob­bi­amo stare tran­quil­li, che tut­to è a nor­ma, tut­to sot­to con­trol­lo, che d’altra parte se si vuol lavo­rare…
Per sen­tir­ci dire (ma solo se qual­cuno lo doman­da con una cer­ta insis­ten­za) che tutte le ammin­is­trazioni locali a cui il prog­et­to è sta­to pro­pos­to (Capan­nori in provin­cia di Luc­ca, Cop­er­ti­no in provin­cia di Lec­ce) lo han­no rifi­u­ta­to per­ché pri­vo di inter­esse eco­nom­i­co e, soprat­tut­to, delle nec­es­sarie garanzie sul­l’im­pat­to ter­ri­to­ri­ale?
Bas­ta fare una pic­co­la ricer­ca su Inter­net e i dati sono alla por­ta­ta di tut­ti: la LIGNITE (che per­al­tro ha un val­ore com­mer­ciale bassis­si­mo, c’è da chieder­si cosa ci si guadagna a pro­durla) è un prodot­to la cui qual­ità dipende molto dal tipo di rifi­u­to che si va a trattare. L’u­ni­co impianto anal­o­go esistente in Europa, quel­lo di Valen­cia, ha due sole sezioni poste lon­tano dal­l’abi­ta­to e ha trat­ta­to fino­ra SOLO rifiu­ti biodegrad­abili di orig­ine veg­e­tale (buc­cia di aran­cia).
L’impianto che vogliono inse­di­are a Piom­bi­no avrebbe DIECI sezioni, sorg­erebbe alle porte del­la cit­tà (ma tan­to i piom­bi­ne­si al car­bone che vola per aria ci sono abit­uati) e, soprat­tut­to, i rifiu­ti ammes­si in entra­ta sareb­bero ven­ti e apparte­nen­ti a cat­e­gorie diverse.
Una delle tipolo­gie di rifiu­ti trat­ta­bili in questo impianto sono i FANGHI civili e/o indus­tri­ali.
E qui la cosa davvero si fa strana: NON si capisce per esem­pio per­ché pos­sa essere con­ve­niente aprire un car­boniz­za­tore di questo tipo a Piom­bi­no quan­do non trop­po lon­tano, a Mon­tero­ton­do Marit­ti­mo, esiste un impianto (la Solemme spa) capace di trasfor­mare in com­post la FORSU prodot­ta da tut­ta la zona costiera del­la Toscana. In COMPOST, non in car­bone!
Ques­ta è econo­mia cir­co­lare ed è lì che la nos­tra FORSU potrebbe andare.
La vari­abil­ità delle tipolo­gie di rifiu­ti in ingres­so prob­a­bil­mente non per­me­t­terebbe un effet­ti­vo con­trol­lo del prodot­to finale che potrebbe con­tenere questi prodot­ti inquinan­ti in per­centuale tal­mente ele­va­ta da non essere com­mer­cial­iz­z­abile. Cioè noi pro­dur­rem­mo lig­nite, anche se pura, che poi andrebbe diret­ta­mente all’incener­i­tore di Scar­li­no per­ché non com­mer­cial­iz­z­abile.
Vi sem­bra logi­co? Chiedi­amo­lo alla Soci­o­lab, per la mod­i­ca cifra di 12.200 euro.
Con­sumare ener­gia per trasfor­mare rifiu­ti organi­ci in car­bone è assur­do, non ci vuole chissà quale per­cor­so per com­pren­der­lo.
Cer­to che ne abbi­amo, di sol­di da spendere! Per­ché non fare allo­ra uno stu­dio serio su come mon­i­torare le dis­per­sioni in aria delle sostanze peri­colose prove­ni­en­ti dal­lo sta­bil­i­men­to Afer­pi in fase di dete­ri­o­ra­men­to? Dicono che fra le sostanze che si dis­per­dono in aria ci sia anche l’amianto. E non lo dici­amo noi, inaf­fid­abili e polemi­ci per natu­ra, lo dice RIMa­te­ria. Abbi­amo chiesto lumi al sin­da­co, ma siamo anco­ra in atte­sa che ci rispon­da.
Qualche euro si potrebbe anche des­tinare alla real­iz­zazione del Reg­istro Tumori, che la cit­tà chiede inutil­mente da tem­po. E qualche altro ad una indagine geoelet­tri­ca e a delle anal­isi iso­topiche per ver­i­fi­care se i teloni posta­ti 20 anni fa alla base del­la dis­car­i­ca di Ischia di Cro­ciano a pro­tezione del­la fal­da sono anco­ra inte­gri, nonos­tante il cumu­lo di rifiu­ti sia sta­to rialza­to dai 9 metri inizial­mente pre­visti ai 35 attuali. Oppure per farvi eseguire i caro­tag­gi da ditte indipen­den­ti sot­to il con­trol­lo ARPAT per ver­i­fi­care che non vi sia fini­to qual­cosa di peri­coloso, vista la vicen­da Lonzi?
Ma queste indagi­ni sem­bra­no non inter­es­sare a nes­suno. Stra­no, vero? Per fare queste cose non ci sono sol­di, per la Soci­o­lab sì.
D’al­tra parte non ci sono sol­di nem­meno per i servizi: dal 2013 il servizio Pol­li­ci­no per i dis­abili non viene finanzi­a­to per­ché tan­to era poco usato e non ne val­e­va la pena. E nem­meno ci sono sol­di per istal­lare le pedane per dis­abili sulle linee urbane. Odd­io, tan­to un dis­abile alla pedana non ci arri­va, si rib­al­ta pri­ma: avete pre­sente lo sta­to dei nos­tri mar­ci­apie­di? Avete prova­to a muover­vi­ci con una sedia a rotelle?
Ora, la sop­por­tazione dei cit­ta­di­ni ha un lim­ite.
Se non pos­sono esprimer­si attra­ver­so un ref­er­en­dum, se non si tiene con­to del NO che han­no già det­to forte e chiaro a tut­ti gli incon­tri pub­bli­ci in cui si è par­la­to del­la CREO e invece di riti­rare l’asseg­nazione a quel­l’azien­da del lot­to di ter­reno in area APEA si cer­ca di forzare la mano con un per­cor­so di “ascolto atti­vo”, beh, non stu­pi­amo­ci se gli stes­si cit­ta­di­ni si esprimer­an­no nel­l’u­ni­co pos­to dove potran­no farlo:la cab­i­na elet­torale.
E non sarà “col­pa” del comi­ta­to politi­ciz­za­to che si è fat­to in quat­tro per den­i­grare ques­ta eccel­lente ammin­is­trazione: cer­to, ci sarà chi proverà a dir­lo. Ma ques­ta è un’al­tra sto­ria.

Comi­ta­to Salute Pub­bli­ca Piom­bi­no-Val di Cor­nia

(Foto di Pino Bertel­li)

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