Vicende insolite e impensabili succedono a Baratti
PIOMBINO 8 agosto 2017 — In questa città che attraversa uno dei momenti più difficili della sua storia, accadono anche vicende insolite e impensabili. Ad esempio, parlando di Baratti, uno dei più bei golfi italiani, l’amministrazione comunale si è fatta carico di proibire a bagnanti e turisti di aprire tavoli da picnic in pineta. Questa consueta abitudine sociale, che dura da sempre, è stata interrotta dalla polizia urbana, dicendo di applicare un’ordinanza della Regione che risale al 1995. Oltre a questo i bagnanti hanno scoperto che il corridoio a mare della scuola di vela è stato allargato smisuratamente fino ad arrivare a circa 130 metri, in contrasto con tutte le regole che impongono di delimitare questo spazio (come in tutte le altre spiagge dove esiste una scuola di vela) ai metri sufficienti per uscire in mare. Comunque limitando lo spazio della spiaggia ai bagnanti. Casa sta succedendo a Piombino? Perché oltre all’infausta posizione dell’amministrazione comunale sulla preoccupante situazione del lavoro ci si preoccupa, in modo ridicolo e sbagliato, non solo di restringere le libertà sociali a Baratti ma anche di costruire 36 orti nella località Vallone a Salivoli senza interpellare le numerosissime famiglie che ci vivono? Ma non dovrebbe essere consuetudine dell’amministrazione democratica consultare i cittadini prima di ogni cambiamento strutturale della città e decidere insieme soluzioni ambientali della comunità. Abbiamo cercato di contattare inutilmente il comitato nato alcuni anni fa, “Giù le mani da Baratti”, per denunciare cosa sta avvenendo e cosa potrebbe avvenire, ad esempio dando il permesso ad altri due bagni, con l’ulteriore restrizione della spiaggia ai bagnanti e ai turisti, che potrebbe anche indicare l’occupazione privata del golfo di Baratti. Le guardie municipali hanno fatto togliere i tavolini da picnic in pineta dei bagnanti e dei turisti, giustificando che la pineta doveva avere un aspetto decoroso: questo significa forse che una comunità di bagnanti e turisti sono indecorosi? Ma il decoro non riguarda forse i manufatti fatiscenti in pineta che il Comune anni addietro aveva preso l’impegno di abbattere? Ed è decoroso non avere un bagno pubblico ecologico e usufruire forzatamente di bagni a più di 400 metri? I bagnanti, i turisti e i cittadini di Piombino non capiscono tanta incompetenza amministrativa. Tutto questo genera nella comunità della città confusione e rabbia. Se il comitato “Giù le mani da Baratti” non risponde alle nostre rimostranze, ci stiamo organizzando per formare un altro comitato di cittadini e turisti, vero, che porti la voce di quanti vogliono preservare il golfo di Baratti alle future generazioni. Non vorremmo che queste posizioni dell’amministrazione comunale fossero un ulteriore restringimento degli spazi a disposizione, da sempre, dell’intera comunità, non solo piombinese, per arrivare a una privatizzazione scellerata e selvaggia che escludesse anche da Baratti, come è stato per la spiaggia di Salivoli, i cittadini e i turisti che hanno diritto a vivere su spiagge, pinete e luoghi liberi.
Un gruppo di cittadini e di turisti del golfo di Baratti
Buongiorno.
Sono Daniele Quinti: ho letto la lettera di cittadini e di turisti che Stile Libero ha pubblicato qualche giorno fa.
Faccio una brevissima storia. Nel 2010 nacque il comitato “Giù le mani da Baratti”, formato da un gruppo di persone che lavorarono assiduamente per la difesa e la tutela del territorio del golfo. Fui nominato allora ‘portavoce’ del comitato. Lo sono ancora. Il comitato conosce da alcuni anni un periodo di silenzio, ma esiste ancora.
Le persone che hanno scritto alla redazione di Stile libero avranno — credo — cercato di entrare in contatto con noi tramite Facebook: esiste infatti una pagina che porta il nome del comitato, ma che in realtà con il comitato non ha niente a che fare. Anche questa è una vicenda lunga, che non sto a raccontare. Mi preme solo ribadire che chi gestisce quella pagina con il ‘vero’ “Giù le mani da Baratti” non ha niente a che fare: diverse le finalità, diverse le prospettive, diverse le opinioni su quello di cui Baratti ha bisogno.
La lettera che Stile Libero ha pubblicato dimostra l’interesse delle persone per il golfo. Questo è importante.
Questo va ascoltato. Questo vogliamo ascoltare.
Ora, in questo momento e per la specifica circostanza, mi permetto di scrivere nella duplice veste di portavoce di “Giù le mani da Baratti” e di presidente del consiglio di quartiere di Populonia-Fiorentina: invito le persone che hanno scritto quella lettera a contattarmi via mail (a entrambi questi indirizzi: email hidden; JavaScript is required e email hidden; JavaScript is required) o sul cellulare (3406507536) e a venire a parlare con me e con i cittadini della questione che sta a loro, come a tutti noi, tanto a cuore. Si aprirà il dibattito e sarà importante. Si riprenderà un discorso mai spento, ma a lungo ormai troppo sopito. Ringrazio chi ha scritto quella lettera e aspetto di entrare in contatto con loro.
A presto, un saluto.
Ci sentiamo in dovere di fare una precisazione riguardo alla misura di 130 metri, riferita al corridoio di lancio della scuola di vela e riportata nella lettera “Vicende insolite e impensabili succedono a Baratti”:
la larghezza del corridoio di lancio è circa la metà dei 130 metri denunciati, ed è facilmente verificabile.
Sappiamo anche che può sembrare molto, però non è sicuramente un abuso gratuito, ma è piuttosto per tutelare la sicurezza degli allievi e dei bagnanti. In reltà la nostra scuola, che da decenni opera nel golfo, ha sempre disposto di tali misure del corridoio, i corpi morti in testa sono lì da molto tempo. La fascia di età dei ragazzi che frequentano la scuola va dai 6 ai 18 anni, per cui proprio per i più piccoli serve spazio. Durante i primi giorni devono prendere confidenza con il mezzo e poter essere assistiti nelle manovre da un istruttore: questo si può fare in acqua bassa con l’istruttore che segue il bambino da vicino e che in caso di necessità può intervenire immediatamente. Questo è l’aspetto più importante, ma anche gli adulti che praticano la vela hanno bisogno di farlo in sicurezza sia per loro che per gli altri. Per esempio il bordeggio di una piccola deriva non è certo quello di un catamarano, senza contare che a volte si esce con una condizione meteo e si rientra con un’altra e sicuramente non è la stessa cosa.