Visioni asfittiche di una certa sinistra
PIOMBINO 12 marzo 2015 — Lo Stato Italiano è sempre stato prodigo di leggi e di vincoli per la tutela del paesaggio, dalla legge 1497 alla 431 sono sempre stati individuati gli ambiti territoriali dove porre limiti, e dove era necessario domandarsi se un progetto era compatibile oppure no con il paesaggio. Approvare invece dei piani paesaggistici dove a priori si vieta tutto per non sbagliare o, peggio ancora, per imporre una soggettiva visione del buon gusto, diventa modello ideologico unico. Mentre, al contrario, trasformarli in un piano di indirizzi è la vittoria della democrazia.
Ecco allora che una certa sinistra torna ad alzare la voce, contestando l’approvazione degli emendamenti al Piano Paesaggistico della Regione Toscana, identificandola in una sorta lasciapassare all’anarchia edificatoria, in barba, secondo loro, alle soprintendenze e alla pianificazione degli enti locali che, dalla L.R.74 in poi, è sempre stata a valenza paesaggistica nel rispetto dei valori della legge 431.
Che senso ha soffiare strumentalmente sulle paure ora ? Lo vadano a dire alle partite iva, ai disoccupati, a tutti coloro che devono emigrare per trovare un lavoro. La cultura dell’assistenzialismo è al termine, ce lo impone il mondo, conservatorismo è accettare le brutture di un territorio martoriato dell’industria pesante e non pensare minimamente alla possibilità di migliorarlo. Allora, quali sono i programmi di sviluppo del territorio della Val di Cornia ? Sarebbe bello andare oltre la retorica della “cultura dell’accoglienza “ , facile pontificare con i no a prescindere, con la pancia piena e la mente piena di pregiudizi; andatelo a dire a chi attende che il vento cambi direzione. Ora ci mancherebbe un’altro ciclo di annunci, di suggestioni facili e siamo a posto, anzi, si ricomincia.
Riccardo Gelichi, Portavoce di Ascolta Piombino