“Vorrei che andassimo a volare non solo a votare”
Come vedi le prossime elezioni? Cosa dovrebbe proporre di importante il candidato che vorresti scegliere? Cosa ti aspetti dal voto? Quali sono le tue indicazioni? Sono le domande che abbiamo posto ad alcuni giovani, che il 24 febbraio saranno chiamati ed esprimersi. I loro giudizi riflettono il momento di scoramento che in loro non sfocia nella rassegnazione ma alimenta rabbia ed incertezza e purtroppo distrugge anche molti sogni.
Federico
Ci siamo, sono arrivato alla mia prima esperienza da elettore. Non mi ritengo un esperto di politica, non me ne sono mai interessato troppo, ma in questo ultimo periodo ho cercato di farmi una mia opinione sul panorama politico italiano. Prima di tutto mi piace soffermarmi sull’ utilità del voto; ognuno di noi dovrebbe votare ed esprimere il suo parere, farsi sentire tramite questo importante strumento e non nascondersi dietro al paravento del “tanto non serve a niente”. La seconda cosa sulla quale mi sono fatto una mia idea è che la politica deve essere una sorta di missione per coloro che decidono di intraprenderla, un mandato speciale che una persona ha ricevuto per cercare di migliorare la vita del Paese. Ho però l’impressione che i nostri politici, nella loro stragrande maggioranza, non abbiano queste motivazioni, ma siano solamente animati da arrivismo e protagonismo. Ecco, spero che con l’idea che mi sono fatto, il mio voto non vada perso ma serva a mandare in Parlamento persone capaci e motivate. Spero…
Susanna
Le elezioni, queste sconosciute. Sono mesi che ci penso seriamente, al fatto che pur concentrandomi continuo a non avere le idee chiare. Non so e non capisco che cosa stia succedendo alle persone.
Dopo ben dieci anni di partecipazione attiva, all’improvviso ho quasi ventotto anni e quello che vedo è come il foglio su cui sto scrivendo: bianco. Non c’è colore, non c’è emozione.
Vorrei che il mio paese andasse a volare, non solo a votare. Mi piacerebbe un’umanità che crede in se stessa per poter portare avanti degli ideali al di sopra di essa, ma che vigilano su di essa. Vorrei un Paese dove giovani come me possano costruire il proprio futuro, farsi una famiglia, trovare un lavoro a prescindere dalle origini o dall’essere iscritto ad un partito o ad un sindacato. Insomma vorrei che da queste elezioni uscisse una nuova Italia dei diritti e non un’Italia profondamente incivile, così come è quella che è stata costruita in questi ultimi anni: razzista, omofoba, ostile. Vorrei l’Italia guidata da Regole, delle semplici e pesanti Regole che vengano rispettate da tutti, e che probabilmente solo in pochi violano, perché tutti possano essere finalmente liberi. Ora non sono libera, perché sono ancora sola e senza regole, a giocare a mosca cieca.
Lucrezia
Avere 23 anni e sentire sulle proprie spalle il peso di mezzo secolo di politica non è una bella sensazione. Eppure io mi sento così a pochi giorni dalle elezioni. E’ come se non riuscissi a scrollarmi di dosso un’eredità ingombrante e scomoda, una zavorra che so vanificherà le speranze di ripresa che avevo visto affacciarsi pochi mesi fa grazie alla discesa in campo di Matteo Renzi.
Vedo intorno a me una politica autoreferenziale che continua a trincerarsi dietro ideali vacui; le proposte o sono inconsistenti e ripetitive oppure populiste ed eccessive. Mi chiedo come i miei coetanei, ma in particolare le persone più mature, riescano ad accettare ancora questa realtà.
C’è chi si raccomanda: “Lucrezia, dai un voto utile!” e altri si meravigliano che non voglia esprimere un “forte segnale di protesta” optando per una scelta “sopra le righe”.
Domenica 24 febbraio non sarà una festa, sarà una giornata grigia, sarà il giorno in cui gli italiani toccheranno il fondo e che il peso che noi giovani percepiamo sarà più greve di prima.
Cosa farò? Come reagiranno i giovani? Nel mio piccolo suggerirei di fare politica attivamente, ovvero iniziare a dare voce alle proprie idee con fermezza, pacatezza ed originalità; dobbiamo combattere per il giusto e non per il comodo perché è questo che dovrà fare la politica italiana per risollevarsi e darsi dignità.
Se così sarà la prossima volta che andremo a votare lo faremo con serenità e gioia.
Zoe
Di sicuro sento il voto come un mio dovere di cittadina, ma d’altra parte capisco benissimo chi non si senta rappresentato e decida di astenersi, perché è un’opportunità che ho preso in considerazione io stessa. Senonché, non sono dell’opinione che un voto valga l’altro: se c’è uno schieramento che, almeno a livello teorico, mi rispecchi, è giusto che abbia il mio voto, così come mi riservo il diritto di protestare contro quelle cose, di quello schieramento, che non mi piacciono. Ad ogni modo cerco sempre di essere quanto più informata possibile: tramite giornali, web, televisione. Cerco sempre di sentire ogni campana, anche se generalmente rimango abbastanza fedele alle mie idee di partenza. E’ più una questione di documentazione che di convinzione, non so se mi spiego.
Mi sembra importante che vengano proposti programmi concreti, realizzabili,. Non illudere l’elettorato ma dimostrare che anche se la strada per il cambiamento è difficile e lunga, con provvedimenti equi e spirito di solidarietà si possono raggiungere grandi traguardi. Non ho grandi aspettative comunque: troppa demagogia, poca concretezza, scarsa vicinanza ai problemi del Paese reale.
Spero che gli anni tragici che ci lasciamo alle spalle ci abbiano insegnato ad essere più reattivi, più partecipativi, meno passivi rispetto a ciò che accade dentro il Parlamento e che chi siede dentro il Parlamento abbia imparato ad essere più rispettoso di chi rappresenta e più consapevole del fatto che “politica” significa agire per un fine pubblico e non per gloria personale.
Oggi purtroppo la politica entra nella vita della gente non con proposte concrete ma come una televendita nel migliore dei casi, come una fonte di insulti e aggressioni personali nel peggiore. Lo so, non dico nulla di nuovo, ma è difficile dare una valutazione dei vari dirigenti dei Partiti e dei loro sottoposti quando gli stessi passano ore nei salotti televisivi a scagliarsi invettive reciproche e a proporre soluzioni fantascientifiche per far breccia nel cuore degli elettori. Cosa che puntualmente si ripete sulle pagine dei quotidiani.
(foto di Pino Bertelli)